Gen 29 2014

j’accuse-dieci 29 01 2014

Published by at 9:07 am under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – DIECI
Chi si stufa di leggermi ogni giorno sappia: continuo fin che Maurizio Iori tornerà a essere un uomo libero, restituito ai suoi cari, ai suoi interessi di vita, è un suo diritto, nonostante siano troppe le persone indifferenti, peggio, convinte della sua colpa così, a naso, convinte che certe cose succedano solo agli altri perché non si son prese nemmeno la briga di leggere le 97 paginette di Massa Pio, che spedisco a chiunque le chieda, che sono un’autentica confessione del malfatto, al di là di ogni ragionevole dubbio, una specie di: mi affido alla clemenza dei lettori!
170 centosettanta giorni per ridursi alla gemma ormai nota, dopo una lunga preparazione dei “fatti”, fatti per chi crede possibile camminare sull’acqua, di pagina 34: “Non avendo la sfera di cristallo non è possibile indicare con precisione quale fu l’espediente usato, uno di quelli descritti, un altro ancora, per riuscire nell’intento, né è necessario.”
Non è necessario indicare come Maurizio Iori abbia ucciso, basta la parola del giudice: se non è un falso questo, il più grave possibile, ignorare l’obbligo che la legge impone in caso di condanna, allora tanto vale ristabilire nel nostro ordinamento giuridico le storiche lettres de cachet. Hai lo strumento, Giudice, mettici il nome che vuoi! domani puoi trovarci anche il tuo caro scettico lettore, è l’atteggiamento dell’Associazione nazionale magistrati, del Ministro di Giustizia, delle Corti superiori, dei grandi media acquiescenti che non chiedono nulla per lo sfortunato Iori, neanche il minimo dei minimi previsto dalla legge, la libertà provvisoria.
Sfido chiunque, e gli lascio il vantaggio delle sfere di cristallo, pagina su pagina, a contraddire ciò che scrivo dall’inizio del processo, il 18 ottobre del 2012: quindici mesi di indagini, ricorsi e controricorsi Cassazione inclusa, tre di udienze, sei per stendere i motivi della condanna, che dovevano essere chiarissimi, lo dice la legge, fin dal momento della lettura, per arrivare alle 97 paginette. Che si lamenti fin che vuole Massa Pio, che faccia tutte le azioni che crede, immediatamente dopo Maurizio Iori preme un gran danneggiato dalle sue spiritose invenzioni, il decoro della Magistratura!
Cui andrebbero benissimo, si trattasse di una delle naturali turbolenze della società e non della prima funzione dello Stato, le critiche sguaiate di Berlusconi, facili da ribattere, che portano la contesa fuori dai binari istituzionali del rispetto della legge: non si tratta di giudici matti o comunisti, uno può pensare quel che vuole, il garbo imporrebbe di non dirlo, ma di processi giusti e no.
Vorrei che i vari Giovanni Canzio, presidente della Corte d’Appello di Milano, invece di lamentarsi che il male sia quel che fa dire Berlusconi ai suoi gazzettieri, leggesse e commentasse in pubblico col più grande coraggio le sentenze dei suoi colleghi a base di sfere di cristallo, non, si badi bene, in processi da mille euro d’ammenda.
Non lo facessero i vari Giovanni Canzio, non lo faranno mai, siamo italiani, io sgrido te ma tu guardati bene dal criticarmi, prendessero il loro posto i troppi cittadini offesi, dai piccoli Iori ai grandi Berlusconi, ma non con insulti che non producono nulla: con gli argomenti, come faccio io dal 18 ottobre 2012, dato che le sentenze son pronunciate anche a mio nome.
Atti, atti, solo atti, e discutiamoli in piazza, in piazza, in piazza, che non restino chiusi nel buio delle Aule e delle Camere di consiglio!

Cremona 29 01 2014 www.flaminiocozzaglio.info

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