Ott 27 2013

in attesa di una giustizia più esatta-diciotto 27 10 2013

Published by at 10:50 am under cronaca cremonese,Giudici

IN ATTESA DI UNA GIUSTIZIA PIU’ ESATTA – DICIOTTO
L’ho già accennato nell’altro pezzo di oggi “Parliamo di fatti”, ai Signori Giudici che in virtù della Toga Forte e Giusta che indossano, in nome e per conto nostro, pensano di aver il diritto di impartire lezioni urbi et orbi degne del miglior Francesco, invece di rispondere: sì Signori, voi siete la Giustizia nostra, cominciamo a misurare i fatti, proprio come loro, giusti o maldestri non cambia, fanno su di noi, e il risultato delle nostre misurazioni, invece di mugugnarcelo in quasi silenzio, portiamolo nelle piazze d’Italia, e usciamo dal gioco del tifo che i vent’anni di processi a Berlusconi hanno creato. Berlusconi è uno, ma Iori siamo in tanti, e lottiamo perché ce ne siano sempre di meno.
Era la prima volta e mi ha lasciato un’impressione enorme seguire in una Corte d’Assise, udienza su udienza, fascicolo su fascicolo, ciò che è successo a Maurizio Iori e capire, non fossi troppo vecchio, che potevo esserci io, e vedere quante siano false certe traduzioni dei media, per cui la loro è il fatto, che invece è esattamente il contrario, ma a livelli che mai avrei creduto: l’esasperazione dei significati, tutti al servizio del pregiudizio, fino ad arrivare, mi querelino pure i Massa e i Beluzzi, non mi fa né caldo né freddo, alla falsificazione vera e propria, oggettiva o soggettiva che sia.
E ne ho già descritte un mare, praticamente quasi le 97 pagine della motivazione, che fanno capire bene perché, nel silenzio complice dei loro colleghi e superiori, come il presidente della Corte d’Appello di Brescia che li ha concessi, Massa Pio abbia chiesto altri novanta giorni per concluderla: inflitta la condanna, al momento di spiegarla s’è reso conto ch’era impossibile e ha creduto, allungando i tempi, tanto la Giurisdizione è di regola velocissima, che gli venisse l’idea buona, come chi stacca il biglietto del superenalotto.
Tornando al vero e al falso: perché il fabbricante in proprio di cartamoneta è un falsario e come tale viene abbondantemente punito, e chi spaccia la lettera di Claudia Ornesi come espressione di una persona serena e movente di un omicidio è, eventualmente, autore di un’idea sbagliata che sarà corretta in un grado successivo di giudizio? Come se, continuo a ricordarlo, noi cittadini non avessimo diritto a un processo esatto fin dal primo!
Non succederà mai, ovviamente, ho abbastanza anni da sapere che uomini di coraggio come me non sono frequenti, ma ci sarebbe molto da ridere se qualcuno dei sei giudici popolari rivelasse ciò che s’è passato in Camera di consiglio al momento di condannare Iori.
Per oggi ho cannoneggiato a sufficienza, vedo di chiudere con le margherite, pagina 46 della motivazione, una delle tante prove! scovate dalla Corte, così come ne scrive Massa Pio: “Può essere un caso e solo una sfortunata coincidenza che la persona accusata di aver ucciso abbinando esalazioni di gas Gpl da bombolette da campeggio abbia nelle settimane immediatamente antecedenti all’evento mortale più volte letto la notizia del suicidio di un detenuto, uccisosi in carcere inalando gas da una bomboletta da campeggio eccetera”
Un medico chirurgo, questa è l’esasperazione, non ancora il falso, secondo Massa Pio e compagni ha bisogno di leggere un giornale per imparare che si può uccidere col gas; il falso invece è dopo, quando Massa Pio, non sapendo spiegare, ma non è demerito suo, non si può, come il poco gas abbia ucciso, scrive che Iori l’ha messo sotto il naso delle vittime, con la cura di avvolgere il capo in un sacchetto di plastica, “ignorando” che in questo caso, ma l’autopsia ha detto proprio il contrario, diffuso in tutto il corpo, il gas si sarebbe fermato alla testa.
Così si inventano le prove, se si vuole vincere!

Cremona 27 10 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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