Ott 10 2013

alla ricerca di una giustizia più esatta-uno

Published by at 7:30 am under cronaca cremonese,Giudici

ALLA RICERCA DI UNA GIUSTIZIA PIU’ ESATTA – UNO
Non vorrei prendermi ancora una volta del cinico o brutale, ma nel processo civile, anche se la sentenza non è proprio esatta, il danno dell’uno in genere è compensato dal vantaggio dell’altro, e la società se ne può infischiare: nulla si crea, nulla si distrugge. A esser pignoli, quando leggiamo di sentenze balorde, da privati cittadini potremmo limitarci a un sorriso, fossimo imprenditori dovremmo cambiare abito professionale: se io ho una percentuale di debitori che non mi pagano, fidando nella lentezza della giurisdizione o in un abbaglio, se a fine anno il mio bilancio deve reggere, è prudente che anch’io debba fare lo stesso. Specie se l’aforisma attribuito a Rabelais fosse ancora attuale: meglio risparmiare sui Palazzi di Giustizia e tirare la monetina, l’esito complessivo alla fine sarebbe il medesimo.
Ben diverso è il processo penale, invaso letteralmente non solo dalla nostra cultura giuridica, ma dalla vita in tutte le sue espressioni, e purtroppo in Italia il cattolicesimo romano ha fatto danni lunghi e difficili da estirpare, il primo, l’imputato dunque peccatore è presunto colpevole, e non è un caso che la nostra Costituzione, all’art. 27, tenti di smentirlo: l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Programma ben sviluppato dal legislatore nei decenni successivi: carcere preventivo a iosa per il peccatore, nonostante il velo formalmente garantista di un divieto quasi regolarmente ignorato, basti pensare alla prassi dell’arresto in attesa dell’interrogatorio con relativa scarcerazione se il peccatore ha confessato ciò che voleva l’Inquisitore, fratellanza assoluta, lavorano addirittura nello stesso Palazzo, uffici contigui, tra Giudice e Accusatore. Che nascono nella stessa maniera, con lo stesso concorso, possono fare domanda e saltare dall’altra parte, da buoni colleghi si danno del tu anche negli intervalli dei processi….
Se non bastasse, in soccorso anche la Parte civile, e di fronte, solo, uno a tre, ma nell’epoca moderna, negli Stati civili, è impossibile eliminarlo, il Difensore!
Questa grossomodo è la struttura, poi ci sono i modi, come ho avuto occasione di constatare di persona leggendo gli atti e seguendo le udienze del processo Iori; controllo che per la natura del processo penale, la prova si forma in Aula e perlopiù si tratta di fatti, non di norme, è in grado di fare anche il cittadino di cultura diversa, come la presenza nelle Corti d’Assise dei giudici popolari, che sono la maggioranza: sei loro, due giudici togati, dimostra.
Il Difensore è sempre una figura interessata, a pagamento per giunta, Giudice e Accusa invece non sono persone, rappresentano la Funzione, quindi lo Stato, e di nuovo si vede, nei fatti, quanto sia illusoria la parità fra chi attacca e chi è obbligato a difendersi.
Sarà un piccolo segno, ma come può aver scritto il presidente ed estensore Massa nella motivazione di condanna di Maurizio Iori, in nota a pagina 90: “Sta di fatto, poi, che l’attuale moglie dell’imputato non ha mai voluto rispondere ad alcuna domanda degli inquirenti avvalendosi della facoltà di astensione di cui all’art. 199Cpp”, se non ha letto il fascicolo delle indagini, e non dovrebbe, che non risulta esaminato in Aula?

Cremona 10 10 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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