Ago 27 2013

aspettando giustizia pulita-cinquanta 27 08 2013

Published by at 9:18 am under cronaca cremonese,Giudici

ASPETTANDO GIUSTIZIA PULITA – CINQUANTA
Ed eccoci alle impronte e al Dna, primattori in ogni giallo che si rispetti, qui di principio un po’ meno da che la casa era abitualmente frequentata anche da Maurizio Iori, investito della qualifica di assassino fin dai primi minuti, come si capisce anche da questo capitoletto.
Ieri avevo chiuso con la presentazione degli esperti, tutti, fatta da Massa Pio: oggi vediamo chi fu degno di menzione e come i suoi risultati furono letti, il che mi ricorda tanto l’osservazione di Mario Calabresi, direttore della Stampa, proveniente dalla scuola di Repubblica, sull’arbitrarietà non dei giudici, si badi bene, ma del sistema!
Pagine 50/51: “Impronte digitali. Le operazioni tese alla cosiddetta esaltazione di linee papillari latenti sui reperti acquisiti (in sintesi, gli oggetti che hanno ”partecipato” alla morte, bombolette, bottiglie eccetera, n.d.r.) hanno avuto esito negativo, essendo stati solo evidenziati segni ritenuti insufficienti per il lavoro di confronto.”
Ecco, pagina 51, come decide la Corte: “In relazione ad una dedotta tardività delle operazioni di ricerca dattiloscopiche, sollevata dalla difesa Iori (non solo per le impronte ma anche per la ricerca del DNA) come ragione di esiti negativi o comunque molto scarsi, i consulenti Giuffrida, Gugliandolo e Cucurachi (Accusa e Parte civile, n.d.r.) hanno escluso che il fattore tempo (comunque limitato, i prelievi avvennero il 21 luglio, il 5 agosto ed il 21 ottobre) possa incidere negativamente, ricordando i frequenti casi in cui i reperti vengano sequestrati a distanza di tanti mesi dopo un fatto o analizzati dopo ancora diversi mesi, con positive risultanze sia da un punto di vista biologico che per l’esaltazione delle impronte latenti.”
Siamo nel pieno dell’arbitrarietà citata da Mario Calabresi, del sistema giudiziario, per carità! scrive lui, e non voglio accomunarlo a me che sostengo il sistema figlio dell’uomo, in questo caso del Giudice, ma, premesso che i consulenti della difesa Iori non sono Flaminio Cozzaglio bensì tra i primi professionisti d’Italia, e che comunque Massa Pio va sul sicuro, lui può! e non spiega perché gli uni siano più credibili degli altri, ecco uno stralcio del verbale d’udienza, 12 dicembre, Giuffrida, per la Procura: “Poi le variabili che giocano sulla conservazione della traccia sono molteplici, dalla temperatura, dall’umidità, sono molte, dare un tempo preciso dalla degradazione della singola traccia è impossibile. Capra, per la Difesa: le impronte sono degli essudati organici, che è materiale organico. In quest’aula oggi ho appreso che forse il materiale organico non si degrada più. Per me questa è una condizione totalmente ascientifica, qualunque materiale organico va incontro a degradazione, poi può essere più accentuata, può essere meno accentuata su questo si può discutere, ma che non si dica che non avviene degradazione…..Questo è riportato in letteratura, soggetti che non lasciano un’impronta accettabile. Se siamo in questa condizione qua e le analisi le facciamo dopo tanto tempo, dopo un po’ di tempo rischiamo di non trovare più niente, è una cosa normale.”
Dunque Massa Pio, per conto della Corte e in nome del popolo italiano, ha stabilito senza motivare che i consulenti di Accusa e Parte civile dicono bene e quelli della Difesa no, e passi, io amo lo scrivere crudo se serve a farmi capire meglio: operano entrambi nel diritto, ma il giudice può usare la forza, l’avvocato solo la ragione, ma da qui a modificare anche quanto ha detto Giuffrida, perito della Procura, solo perché fa comodo alla sua tesi, scrivo di nuovo crudo: per condannare Maurizio Iori, ce ne corre.
I giudici di ricorso, la Corte d’Assise d’Appello di Brescia, qui e in tante altre parti della motivazione, si limiteranno al classico: ha sbagliato, ma è il rispettabile pensiero del collega, o sceglieranno gli strumenti adatti, che insegnino una volta per tutte al giudice, se non la Giustizia, compito a volte troppo impegnativo, a rispettare i fatti e le regole?
Come leggeremo assieme da domani, la prassi adattata da Massa Pio sull’onorabilità professionale dei periti, cui fa dire cose che mai si sognarono di dire, non è frutto del caso, della distrazione, della negligenza, quel che preferite insomma: se le impronte non ci sono, l’assassino le ha cancellate!

Cremona 27 08 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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