Giu 26 2013

giustizia di ferro-centocinquantasei 26 06 2013

Published by at 8:47 am under cronaca cremonese,Giudici

GIUSTIZIA DI FERRO – CENTOCINQUANTASEI
Scrivo il pezzo di oggi, che riprende temi che ho già trattato e che d’altronde son gli unici che contano se si vuol spiegare un omicidio, per chi assiste all’incontro al Filo sul caso Iori e ha letto solo i titoli dei giornali; a mo’ di ricordo, per mostrare in una paginetta che un’imputazione tanto pesante può capitare sul collo come una tempesta di grandine: è un caso, fa male, e si fatica a capire perché proprio a noi….
La mia sintesi da quando me ne occupo: non c’erano gli elementi per iniziare un processo, Maurizio Iori s’è preso l’ergastolo!
La memoria finale, consegnata quasi di nascosto dal Pm alle parti, gli ultimi giorni, ed è l’atto più preciso prodotto dall’Accusa, su cui per forza, avendo scelto di condannare, si è basata la Corte. E si capisce bene perché in oltre cinque mesi non abbia ancora depositato la motivazione. Ecco un estratto della pagina centrale, la 48: “Claudia lo attendeva verso le 19 e 30. Iori portò con sé le seguenti cose: i quattro fornelletti e le quattro bombolette di gas, poi ripuliti da tracce e impronte; i 10 blister di Xanax, pure questi lasciati poi privi di impronte e tracce; le due confezioni di succo di frutta; il sushi; lo Xanax da propinare alle vittime, in forma polverizzata, sciolta in acqua o altre bevande, ovvero, in gocce mescolate a tali liquidi per mascherarne il sapore; e, probabilmente, una bevanda lievemente alcolica, da servire quale aperitivo e da usare, pure, per propinare Valium e/o Xanax.”
Tradotto: si portò un coltello, o forse un punteruolo, ma probabilmente un’accetta.
“Lo Iori dovette prima stordire Claudia: plausibilmente, prima della cena vera e propria, aggiunse parte dello Xanax, aromatizzato, e/o anche il Valium, somministrandolo di nascosto nel bicchiere che Claudia stava adoperando e in cui, magari, bevve anche la bevanda alcolica, oppure, offrendole l’aperitivo “corretto” che egli aveva preparato allo scopo.”
Di nascosto in un appartamento che è quasi un monolocale, 60mq, è molto complicato; quanto poi a mascherare in un bicchiere, per quanto “corretto” il sapore atroce di una pur sola pastiglia di Xanax, è da prestigiatori.
“Lo Iori, sapendo che probabilmente sarebbero state eseguite autopsie, per essere sicuro che a seguito dell’accertamento della causa delle morti non potessero sorgere dubbi sul suicidio che andava ad inscenare, somministrò alle vittime un quantitativo di Xanax idoneo e sufficiente a rendere plausibile l’ingestione delle 95 compresse mancanti dai blister, che egli aveva in precedenza polverizzate, magari sciolte in una bottiglietta d’acqua, di cui poi propinerà il contenuto a Claudia e a Livia. Non può tuttavia escludersi che lo Iori, considerandolo alla fine più pratico, abbia propinato alle sue vittime Xanax in forma liquida, avendo cura di utilizzare un dosaggio più o meno corrispondente al principio attivo presente nelle complessive 95 pastiglie tolte ai blister; dagli esami autoptici nulla di certo emerge a tale riguardo, essendo indicate come alternative due possibilità, compresse polverizzate o liquido, senza certezza sulla quantità assunta dalle vittime. Dopo aver stordito Claudia, lo Iori si mise i guanti ed iniziò la sua opera: prima di tutto, una volta rimosso il coperchio del quadro elettrico, tolse la corrente, cercò e trovò la copia della lettera scrittagli da Claudia. Fece bere a Livia parte dello Xanax rimastogli, ponendola nel lettino, quindi trascinò Claudia sul suo giaciglio; in tal mentre ella vomitò ed un rivolo di vomito cadde sul letto, dopodiché, probabilmente, fece trangugiare altro Xanax a Claudia profittando della sua semi incoscienza. Lo Iori, quindi, assemblò i fornelli, innestandovi le bombole, mettendone una o due in ciascuno dei sacchi che chiuse attorno alle teste delle sue vittime, adoperando nastro adesivo o dei lacci. La morte, di certo, intervenne pietosa e rapidissima. Eccetera. La ricostruzione della dinamica dell’omicidio e della simulazione dell’omicidio-suicidio che lo Iori voleva “imputare” a Claudia Ornesi, così come sopra formulata, è l’unica in grado di rispecchiare i fatti fondamentali e di spiegarli secondo razionalità e buonsenso.”
Si dà pure il voto, il signor Pubblico Ministero, e dev’esser proprio la razionalità e il buon senso della sua ricostruzione a metter in difficoltà Massa, che deve ripeterla nei motivi di condanna e ha, ovviamente, timore del ridicolo. Non voglio offendere l’intelligenza dei lettori, oltre al grottesco di Iori che invece di gasare direttamente Claudia le fa bere, Dio e il Pm sanno come, da svenuta, altro Xanax, mi limito al particolare che non conoscono: l’autopsia, che il Pm dovrebbe aver letto, trova nello stomaco di Claudia, come cena, due bocconi di sushi, abbastanza incompatibili con la quantità, se pur non precisa, enorme di Xanax, e il gas delle bombole nei tessuti dell’intero corpo, come succede a chi l’ha assunto lentamente; nel minuto che è servito coi sacchi usati da Iori, sarebbe rimasto solo nella testa.

Cremona 26 06 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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