Giu 25 2013

giustizia di ferro-centocinquantacinque

Published by at 9:23 am under cronaca cremonese,Giudici

GIUSTIZIA DI FERRO – CENTOCINQUANTACINQUE
Avanti con l’evidenza, per chi vuol vederla: io, avessi portato per sbaglio questi elementi per danneggiare, è il verbo più esatto, Maurizio Iori, andrei a nascondermi per la vergogna. Che mi auguro sia quella che prova il relatore Massa, che da cinque mesi, ma ormai il 17 luglio fatale è vicino, tra spostare una sedia per i colleghi di Crema e l’ultimo tentativo a scongiurare una separazione, deve metter giù come un collegio composto da otto adulti abbia potuto prendere una decisione di condanna. Ancora Giusto e Gualazzini: “Gli elementi residui del castello accusatorio dei quali il principale è costituito dalla presenza dei blisters vuoti con conseguente presunta somministrazione clandestina di ben 95 pastiglie di Xanax in forma di tritume è stata anch’essa demolita dagli accertamenti scientifici i quali hanno dimostrato che detta somministrazione clandestina, anche a causa del sapore estremamente amaro della sostanza, è letteralmente impossibile. Solo per conoscenza della Corte Ecc.ma viene allegato il documento predisposto dal fabbricante del presunto mortaio asseritamente acquistato dal Dr. Iori per polverizzare il medicamento. Si tratta all’evidenza di una fragilissima bomboniera in porcellana adatta per la preparazione del pesto, ma non certo per polverizzare 95 pastiglie dure come i sassi.
Il resto del castello accusatorio è costituito da congetture più o meno fantasiose o da pettegolezzi equiparabili a quelli che le signore si scambiano presso le parrucchiere, pettegolezzi carpiti in gran parte alla ex moglie attraverso intercettazioni delle sue telefonate con amici e parenti e sistematicamente rivelatisi privi di ogni attendibilità. E’ quindi ragionevole chiedersi, vista la già lamentata evanescenza della motivazione dell’ordinanza qui impugnata, se si possa legittimamente parlare di quadro indiziario giustificativo della custodia cautelare e quali e quanti elementi lo costituiscano e sopravvivano attualmente al confronto con le prove di segno contrario fornite tanto dall’accusa quanto dalla difesa.”
Sempre nel ricorso alla Cassazione, vinto, Giusto e Gualazzini erano entrati nella guardia del Tribunale di Brescia, che insisteva nella custodia in carcere: “Con chiaro spregio dei diritti di libertà del cittadino e del disposto del 272 cpp, il Tribunale evidenzia che l’indagato è in carcere da nemmeno quattro mesi, insufficienti a garantire significativi effetti deterrenti e dissuasivi dalla reiterazione criminosa; e ciò, in particolare, in ragione dell’estrema serietà del quadro descritto e dell’assenza di oggettivi sintomi di resipiscenza da parte di Maurizio Iori. Come faccia a mostrarsi resipiscente una persona detenuta per un delitto mai commesso non è dato sapere, né è desumibile dal testo dell’ordinanza.”
Gli avvocati dicono una cosa tanto ovvia da sfociare nel banale: come faccio a pentirmi di ciò che non ho commesso! ma, disposto a tutto pur di uscire, Signori della Giustizia, spiegatemi che scena devo recitare.
Mia aggiunta, che nessun avvocato potrà mai fare per evidenti motivi. La Cassazione ha spiegato al Tribunale di Brescia perché sbagliano e quindi devono liberare Iori: si sono pentiti? l’hanno liberato? quanti giudici di merito si pentono delle loro sentenze riformate dalla Cassazione?

Cremona 25 06 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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