Mag 27 2013

giustizia di ferro-centoventisei 27 05 2013

Published by at 8:56 am under cronaca cremonese,Giudici

GIUSTIZIA DI FERRO – CENTOVENTISEI
Certamente il principio del giudice che deve avere la massima libertà, purché la motivi, è alla base del sistema politico civile, e ho fatto spesso la battuta: piuttosto giudici protagonisti Tv che sotto il controllo del ministro, ma in qualche modo di questa libertà motivata il giudice deve rendere conto, non basta che la sua decisione errata, a volte molto gravemente, sia corretta da un giudice successivo, sempre che lui non sia l’ultimo. Perché, se il giudizio di primo grado gode di questo favore, è logico ne debbano godere anche Appello e Cassazione, per cui alla fine può venir sacrificata la libertà del cittadino, concreta, per quella intellettual-culturale del giudice. Come succede troppo spesso da anni in Italia. I più vecchi di noi ricorderanno il furore carcerario del tempo di Mani Pulite, dove il leader Borrelli, Procuratore di Milano, fece accettare anche alla pubblica opinione che fosse rispettoso della legge tener dentro, a mo’, parlando chiaro, di tortura, il sospettato fino alla confessione. Se non confessa, si spiegava, è perchè appena fuori ricomincia, e anche il più distratto di pratica giudiziaria capisce bene il dilemma, se uno è in carcere ma non ha nulla da confessare: o inventa, o sta dentro a piacere del giudice, che se vuole capi d’imputazione che si rincorrano ne trova a iosa.
E che facciamo quando è il giudice a confessare, come dopo il processo Iori? Certo, non la confessione formale prevista dal codice per l’imputato, ma l’inspiegabile ritardo nel depositare i motivi della condanna dice tutto: servono 180 centottanta giorni per la sentenza di cui si era certi il 18 gennaio 2013, quando ne son bastati 15 quindici alla Corte d’Appello di Milano per il processo dei diritti Mediaset, enormemente più complicato? questo semplice confronto nella sua cruda nudità dice tutto. Poi il 17 luglio arriverà comunque, a conferma che la decisione di condanna è stata presa alla “è così perchè lo dico io”, perchè dalla forbice non ci si scappa: o si ripete quanto vissuto in Aula, ben compendiato dalla memoria “nascosta” dell’Accusa, cioè il nulla, o si inventano prove mai esibite. Bella figura, tutta a sostegno dell’indipendenza della Magistratura! E continuo a ripeterlo, di fronte a questa evidenza evidente davanti a chiunque voglia occuparsene, il destino di Iori è rimanere in carcere almeno un altro anno, fino all’Appello, perché dargli la libertà provvisoria potrebbe suonare a rimprovero della Corte!
E a maggior conoscenza dei fatti, cari lettori, ricordo che sul caso non s’è espresso solo il vostro Flaminio, ben informato dagli avvocati, che ha seguito le udienze e letto le carte ufficiali, scrivo commenti che potete controllare, invento nulla, ma addirittura la Cassazione col cosiddetto giudicato cautelare, luglio 2012, che dove poteva parlare chiaro l’ha fatto: rimettete in libertà Iori, e il sottinteso non molto distante: che lo processate a fare, da che non avete nulla in mano!
Un processo in controluce, senza l’efficacia formale e, ahilui! concreta di quello della Corte d’Assise, dove la Difesa in una specie di tavola sinottica mostrava alla Cassazione fatti e riflessioni, senza i veleni locali tanto cari a Crema e Cremona, e la decisione s’è vista!

Cremona 27 05 2013 www.flaminiocozzaglio.info

One response so far

One Response to “giustizia di ferro-centoventisei 27 05 2013”

  1. danielaon 27 Mag 2013 at 2:45 pm

    Negli Stati Uniti uno studente di 17 anni voleva far saltare in aria la sua scuola: il cronista scrive “nonostante l’età, sarà trattato come un adulto”…e ci mancherebbe!
    In America la giustizia funziona, mica come da noi…dove un minorenne può fare qualunque cosa, dal dar fuoco a un barbone all’ammazzare una ragazzina, che tanto non paga e viene affidato ai servizi sociali!
    A Brescia 2 donne albanesi che avevano già compiuto 3 furti in altrettanti supermercati e stavano per commettere il 4° sono state condannate a 6 mesi, pena sospesa: non per niente siamo in Italia…

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