Mar 28 2013

giustizia di ferro-sessantasei 28 03 2013

Published by at 10:00 am under cronaca cremonese,Giudici

GIUSTIZIA DI FERRO – SESSANTASEI
La sofferenza comune sotto la stessa ingiustizia è la miglior condizione per far nascere sentimenti che portino all’amicizia, ed è quello che sta succedendo tra i difensori di Maurizio Iori e me. In attesa di scatenarci alle motivazioni della sentenza, ne leggeremo delle belle, ecco Marco Giusto a commento del pezzo dove avvicino il modo dei processi a Gesù e a Iori: con tutto il rispetto per l’argomento Sacro di cui parliamo e prescindendo dalla “missione terrena di Cristo”, se quest’ultimo si fosse avvalso della facoltà di non rispondere anziché ammettere la “propria identità” sarebbe stato impossibile per il Sinedrio condannarlo. Tutto ciò fa meditare.
Ho riso un quarto d’ora, poi ho ripreso Luca che Marco Giusto mi ha ricordato e: “Tutti allora domandarono: dunque tu sei proprio il Figlio di Dio? Gesù rispose loro: voi stessi lo dite! Io lo sono! I capi allora conclusero: ormai non abbiamo più bisogno di prove! Noi stessi lo abbiamo udito direttamente dalla sua bocca.”
Poi ho meditato. La figura di Gesù, il suo vissuto, nulla cambia che taccia o parli, eppure cambia il suo destino processuale, quindi la procedura vince, non la realtà, e siccome per tanto si affannino gli avvocati la procedura è dominio del giudice, tutto diventa chiaro in un tipo di processo dove le parti abbiano un solo ruolo: esistere!
Quindi, da pagina 9 del primo Riesame:
“Ai fini d’interesse, dunque, ha trovato anzitutto congrua smentita l’impostazione difensiva nella parte in cui ha voluto asserire che Iori Maurizio avesse messo a disposizione di Ornesi Claudia quattro bombolette di gas e quattro fornelletti da campeggio affinché ella, anche in villeggiatura, potesse scaldare autonomamente ed agevolmente le pappe per la figlia Iori Livia. Bizzarri Valentina, titolare della struttura alberghiera, presso la quale avrebbero dovuto soggiornare le vittime, ha infatti escluso eccetera in quanto il suo albergo fornisce, per ventiquattro ore al giorno, un servizio bar ed un servizio cucina specie per bambini eccetera. Per altro verso ancora, se l’odierno appellante avesse davvero agito allo scopo di agevolare la Ornesi nei termini predetti, non si vede per quale ragione egli si fosse spinto ad acquistare ben quattro fornelletti, attesa la necessità di disporre di un solo fornelletto pur nella compresenza di quattro bombolette di ricarica.”
Il trionfo della procedura sulle tante, possibili, realtà! Che abbia provveduto all’acquisto, inutile per loro, vuol dire: assassino! perché Claudia non avrebbe potuto usare forni e bombole in spiaggia, usarli lo stesso in stanza, anche quattro, anche un acquisto sbagliato per eccesso da Iori.
E’ il pendant delle 95 pastiglie di Xanax, nessuna domanda su come Iori sia riuscito a farle ingoiare di nascosto a Claudia, ma solamente se le ha procurate lui, e nemmeno qui se ne vien fuori, se non col classico: era medico, dunque!
Per saturare la stanza della morte servivano 300 trecento bombolette, altro che quattro complete di fornelletti, ma ha comprato tutto lui, dunque eccetera!

Cremona 28 03 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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