Feb 25 2013

giustizia di ferro-trentacinque 25 02 2013

Published by at 8:20 am under cronaca cremonese,Giudici

GIUSTIZIA DI FERRO – TRENTACINQUE
“Al termine di questa lunga esposizione possiamo iniziare a trarre le doverose conclusioni di questa tragica vicenda. Crediamo che tutto quello che è stato scritto abbia contribuito a far luce su quello che in un primo momento appariva come il più tragico dei suicidi e si è invece via via rivelato come un “diabolico” piano di morte degno di un horror-thriller che nemmeno il più sofisticato degli scrittori di romanzi gialli poteva concepire nella usa complessa brutalità.”
E’ il Gip Ferrari Antonio che inizia, pagina 114, a mostrare al lettore il risultato delle sue fatiche, che senza ombra di prova dimostrano che Claudia non si è uccisa, e che invece ha provveduto al suo posto il terrificante Iori Maurizio. Certo, un pochettino si loda, nella certezza che nessun altro lo farebbe, avvicinandosi ai più sofisticati scrittori di romanzi gialli, che a dire il vero, per quanto il settore faccia parte della letteratura bassa, sono, senza offesa e limitandomi alla scrittura e alle argomentazioni, su un altro pianeta, e però con insospettabile modestia spera anche che “tutto quello che ho scritto abbia contribuito a far luce”, insinua il dubbio, insomma: sei più più per l’impegno!
C’è giallo e giallo, ma nei pochi che svelano la fine all’inizio i toni sono in chiaroscuro, perché, evidentemente, se dai la certezza subito che senso ha scrivere ancora cento pagine di ripetizioni del nulla?
Allora Claudia non era depressa, nonostante i dati oggettivi della sua esistenza potrebbero far sospettare il contrario: il colpevole la usa per far sesso, lei senza accorgersene rimane incinta al secondo colpo, a quarant’anni, senza un titolo di studio, senza una professione, e per giunta il colpevole sposa un’altra, alla luce del sole, mostrando, lei se ne lamenta fino all’ultima lettera, che lei è stata un gioco, le cose serie le ha fatte con l’altra!
E se non era depressa, conclude il Gip Ferrari Antonio, il suicidio è da escludere. E se il suicidio è escluso, qualcuno l’ha uccisa. E se per uccidere bisogna essere particolarmente cattivi, ecco l’entrata in scena di Maurizio Iori, pagina 6, testimonianza di Facchi Pasqua, la madre: “in detta lettera Claudia scriveva a Maurizio del loro rapporto accusandolo di esser stato cinico e disumano, avendola di fatto presa in giro…..Claudia su suggerimento di un parente, si era rivolta ad un legale per avere consigli sull’eventuale riconoscimento della nascitura e sugli obblighi di Maurizio, questi le aveva detto una frase del tenore: “se tu fai del male ai miei figli, io la faccio pagare a te e a quella lì”, con chiara allusione alla creatura che Claudia aveva in grembo.”
Paola, la sorella, pagina 11: “Claudia esternava il desiderio che il suo compagno invece di fare avances nei suoi confronti avesse preferito una presenza più assidua per accudire la bimba con la quale aveva un rapporto freddo quasi distaccato poiché il suo unico pensiero era di nascondere l’esistenza di Livia alla famiglia di origine, problema costante della loro relazione.. Qualche mese fa Claudia mi riferiva che durante le discussioni accese tra lei e Maurizio, quest’ultimo, pur avendo solitamente un fortissimo self-control perdeva la calma adottando un tono di voce alto cosa abbastanza insolita per un tipo freddo e volutamente composto come lui.”
Da subito il lettore più distratto capisce che ceffo sia stato Iori, ma domani sentirete il resto, sempre dalle bocche della verità e della certezza giudiziaria, si fa senza dire!

Cremona 25 02 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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