Ott 27 2011
considerazioni supreme 27 10 2011
CONSIDERAZIONI SUPREME
Dalla Stampa on line del 26:
“Una signora è stata condannata prima dal giudice di pace e poi dal tribunale di Avezzano a 600 euro di multa e al risarcimento dei danni per avere «offeso il decoro» di un bambino chiamandolo “scioccarellino”. La sentenza è stata confermata anche dalla Corte di Cassazione. Nel ricorso la signora si era giustificata dicendo che apostrofando così il ragazzino non aveva avuto intenzione di insultarlo «altrimenti avrebbe utilizzato termini più offensivi e avrebbe scelto il momento in cui la vittima era sola»; inoltre, il ricorso sottolinea che la stessa parola “scioccarellino” è «inidonea a ledere l’onore e il decoro di chicchessia». La Suprema Corte, però, è di avviso diverso: «la potenzialità offensiva di una determinata espressione non può essere valutata in astratto, ma deve essere contestualizzata e apprezzata in concreto, in relazione alle modalità del fatto e a tutte le circostanze che lo caratterizzano». Per questo anche se «l’epiteto in questione appare astrattamente di debole portata offensiva, deve però rilevarsi come nel contesto dei fatti esso fu idoneo a manifestare un disprezzo lesivo del decoro della persona, tanto più in quanto diretto verso un minore di età e in presenza dei suoi coetanei.”
Attenzione, il Trota, dopo che i suoi legali gli han spiegato la faccenda, e per essere certi l’abbia ben capita gliel’han fatta ripetere tre volte, ottenendo all’incirca la stessa risposta, s’è chiuso in studio col commercialista per far due conti…
Cremona 27 10 2011 www.flaminiocozzaglio.info
One Response to “considerazioni supreme 27 10 2011”
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Siamo veramente all’assurdo.
Comunque la signora l’ha chiamato “scioccarellino”, non sappiamo per quale motivo, ma credo sia un modo per dire “sciocchino” o altri termini per riprendere il bambino senza offenderlo.
Come caspita siamo messi in Italia se non solo si porta davanti al giudice una persona per un motivo così banale e insignificante, ma quello che è persino peggio è che sia il giudice di pace (?), sia il tribunale di Avezzano, sia la corte di cassazione hanno condannato l’innocua signora alla multa e a risarcire i danni (per lesa maestà?, ndr).
Ma non si stanno tutelando un po’ troppo i giovanissimi? Ma se si va avanti così, con sentenze del genere, come vengono su? Con la convinzione che se li si apostrofa anche solo con parole come “sciocchino”, “stupidino” potranno portare il “colpevole” (termine ovviamente ironico) davanti al giudice? Che fra un po’ anche solo nel guardarli male dopo che hanno combinato qualcosa si rischia di doverli risarcire (sempre per lesa maestà, suppongo)?