IL PIZZETTI FURIOSO
Se non fosse l’irredimibile che è, si sarebbe accorto già dal titolo (A me deputato restano 5500 euro al mese) che son cascate le braccia perfino al direttore della Provincia Zanolli : invece non ha fatto altro che rispondere a una schiera di cittadini inviperiti alzando sempre più i toni, al punto da rifilare del “miserabile” a un uomo mite come Angelo Zanibelli, rinfacciare a Deo Fogliazza ipotetiche colpe di suo padre, ribattere al giornalista Enrico Pirondini di far parte di una casta peggiore della sua, e dimenticandosene invece quando si serve di Zanolli, da non essere nemmeno capace di un conteggio elementare: è il politico più contestato degli ultimi sessant’anni della storia di Cremona. Io non sono quello, cari lettori, che abusa del “tutti dicono, tutti sanno”, comoda scappatoia per non voler dimostrare le proprie affermazioni, ma fa impressione leggere una sola zoppicante difesa contro dieci testimonianze di insofferenza, per non parlare di ciò che si sente a voce , in maggior libertà.
Risponde a me che mi sento duca di Oxford, senza nemmeno farsi sfiorare dall’idea che confronto a lui tanti ci sentiamo duchi di Oxford; ultimamente minaccia querele a un cittadino che lo critica mentre lui sostiene il suo buon diritto a dare letteralmente del “cretino” a chi la pensa diverso. E’ chiaro che ha perso la testa, non per il caldo, ma per la certezza che il partito si guarderà bene dal confermarlo nel 2013. Non aveva obbligo alcuno, in tempi come questi, di rispondere rabbiosamente a qualsiasi, velata critica, eppure è schizzato lancia in resta a ribattere colpi non ancora giunti: per dirne una, son tre anni che risponde a ogni riga di un lettore che gli rinfaccia continuamente la guerra 2008 a Caterina Ruggeri, senza rendersi conto della ormai svuotata questione…..
Ma non voglio continuare in schemi astratti, proviamo a ricontare assieme, cari lettori, i numeri che ci vuol propinare.
“Spero davvero – inserisce nella replica – che togliendo di mezzo questa legge elettorale porcata e ripristinando i collegi uninominali si possa concorrere a superare almeno questo handicap.” Beata innocenza, mi dico, se crede davvero che non sappiamo che lui è in Parlamento grazie alla legge che adesso è di moda sparlare, senza la quale, a voto libero, non avrebbe mai prevalso, tanto per fare un nome , su Paolo Bodini.
“Riducendo il numero dei parlamentari nel superamento del bicameralismo”, si impegna: ma quando si arriverà, come primo passo, a dimezzarli, lui da che parte crede di finire? in quelli confermati?
Può elencare fin che vuole, l’aspirante duca di Oxford, gli orari delle sue presenze ai tavoli, nelle aule, a Roma , a Cremona, le funzioni parlamentari che svolge, che, fuori dai denti, sono alzare la mano quando lo ordina il capogruppo o tenerla in tasca. La legiferazione, fine principale delle Camere, egregio aspirante duca di Oxford, non è un lavoro che si possa inventare su due piedi, servono solida cultura professionale, attitudine, frequenza scientifica, qualità che mai traspaiono dai suoi abbondantissimi scritti d’ogni scibile sulla stampa cremonese, scritti ripetitivi e vacui che denotano solo una ferrea volontà di maltrattare la nostra povera lingua. Il duca è solo un uomo di potere, da spostare un assessore o inventare un sindaco come fossero birilli, nell’idea fallita di raccattare qualche voto in più. Ma naturalmente accetto, oltre alle minacciate querele, la prova del nove che mi faccia torto: si metta qualche ora davanti a noi che gli proponiamo un progetto di legge e ce lo scriva.
E per finire, andiamo al cuore, la tesi che più ha fatto inviperire gli elettori di Cremona: l’aspirante duca di Oxford riesce a risparmiare solo 5 500 euro al mese, meno di un bergamino, magari anche meno dei “percettori di reddito da società e imprese che a qualunque titolo godono di una pubblica contribuzione”.
E’ spiacevole fare i conti in tasca a uno che nella politica si è buttato per passione, solo per passione, ma cercherò di dimostrare che a lui è andata molto meglio che a Paolo e Francesca, Eloisa e Abelardo, e anche alla peccatrice Maddalena, che s’è pur beccata qualche parolina da Gesù.
Il Pizzetti a 5 500 al mese fa 66 000 all’anno, per cinque anni sono 330 000. Prima ha fatto dieci anni il deputato regionale a Milano, stesso stipendio ma spese evidentemente minori, per cui 660 000, più le due liquidazioni: oltre un milione di euro per quindici anni di passione, senza calcolare gli interessi maturati, che al minimo portano a 1,5 milioni.
Non male, per uno che, a cinquant’anni suonati, è rimasto solo qualche mese senza stipendio, lo ricorda lui stesso, tra la fine del militare e l’inquadramento nell’allora Partito Comunista, immagino; ma ha una parte di ragione, non va dimenticato l’obbligo di ricompensare il merito, a lui che ”ha descritto la condizione reale in cui lavora un parlamentare, e nessun altro lo ha mai fatto.”
Cremona 23 08 2011 www.flaminiocozzaglio.info