Gen 17 2021
la legge del più forte-milleottocentoquarantotto 17 01 2021
LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – milleottocentoquarantotto
Quindici anni dopo, il
processo! 41 giorni di carcere quando perfino uno studentello di
ragioneria sa che l’accomandante conferisce il capitale e nulla più.
—Aveva
passato più di un mese in carcere e poi era stato assolto
dall’accusa di bancarotta fraudolenta in concorso. Ora si è visto
riconoscere anche un’indennità di 50 mila euro (oltre alle spese
legali) dalla Corte d’appello di Genova in riparazione
dell’ingiustizia subìta alcuni anni fa con la detenzione.
Il
singolare caso giudiziario ha riguardato un imbianchino di Loano,
Giovanni Lo Vetere, 37 anni, che era stato arrestato nel 1986,
insieme al fratello maggiore Santo, in seguito ad un’indagine della
finanza, scaturita in un ordine di cattura da parte del procuratore
della Repubblica.
Tutto
era partito dall’accusa di bancarotta fraudolenta di una società,
che aveva visto accusati in concorso ed arrestati i 2 fratelli Lo
Vetere, Giovanni e Santo, rispettivamente socio accomandante, e
quindi senza potere gestionale, e socio accomandatario (con potere
gestionale) della stessa società alla base dell’indagine. L’esito
del processo, avvenuto nel 2001 dopo una sospensione di alcuni anni,
ha portato come esito la condanna di Santo a 2 anni e 8 mesi (che gli
sono stati poi condonati) e all’assoluzione per Giovanni, che però
si era fatto senza motivo ben 41 giorni di carcere (oltre alla
condanna di un altro socio).
Dopo
essersi consultato con il proprio legale (ed anche amico d’infanzia)
Silvio Carrara Sutour, che si è occupato della difesa di entrambi i
fratelli, Lo Vetere ha deciso di presentare una richiesta di
riparazione per ingiusta detenzione, alla quale il pm si è opposto,
che ha portato al risultato sperato.
“La
terza sezione della Corte d’appello di Genova ha dato infatti
ragione a Giovanni Lo Vetere, riconoscendo che la detenzione è stata
una ‘gravissima ingiustizia’. L’ordinanza che prevede per
riparazione il pagamento di 50 mila euro più le spese legali, mi è
stata comunicata giovedì”, ha spiegato l’avvocato Silvio Carrara
Sutour. Di fatto, quello che emerge da questa singolare storia è che
l’unica ‘colpa’ di Lo Vetere è stata quella di dare una mano
al fratello (con il quale era e rimane in buoni rapporti) entrando a
far parte della società con una quota di 5 milioni di vecchie lire.
Già durante il processo era stato confermato dai testimoni che
Giovanni Lo Vetere non c’entrava nulla con la vicenda. Ora
giustizia è fatta fino in fondo per l’imbianchino loanese,
ripagato di un periodo di galera che non meritava.
Francoforte 17 01 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com
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