Gen 21 2020

la legge del più forte-millequattrocentottantuno 21 01 2020

Published by at 7:37 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – millequattrocentottantuno Il processo mediatico mi ricorda la fama concorde che avvolge i social, unici autori delle fake news: che tutti si abbia il diritto d’essere informati e di informare, dà tanto fastidio ai vecchi padroni unici della notizia? Sul Dubbio.

—‘Il processo mediatico tra diritto di cronaca e presunzione di innocenza’ è il titolo del convegno organizzato dall’Osservatorio Informazione giudiziaria dell’UCPI insieme alle Camere penali di Milano, Roma e Napoli, e moderato dal giornalista Alessandro Barbano. Se il contesto istituzionale dell’evento è la decisione di qualche mese fa del Procuratore capo di Napoli Giovanni Melillo e del suo omologo di Milano, Francesco Greco, di permettere ai giornalisti di avere parte degli atti giudiziari “di rilievo pubblico” – espressione alquanto contestata perché arbitraria -, tali però da non danneggiare il segreto istruttorio, il contesto più popolare lo ricorda l’avvocato Cesare Placanica, presidente dei penalisti romani: nel caso Meredith Kercher “il ribaltamento dalla sentenza di condanna di primo grado aveva provocato quasi dei tumulti popolari; le pietre e gli insulti non li indirizzavano agli imputati né agli avvocati ma ai giudici, cioè si ribellavano alla mancata conferma nella sede propria del giudizio popolare”, spesso alimentato dalle distorsioni mediatiche della narrativa processuale. La genesi del processo mediatico è caratterizzata da due elementi: la pubblicazione dell’ordinanza cautelare, in cui, come sottolinea Melillo avviene quello ‘scambio morale’ in cui la magistratura “o gli avvocati di parte civile passano le carte confidando in una rappresentazione dei fatti” a loro favorevole; e la conferenza stampa di procure e forze dell’ordine verso cui lo stesso Melillo ha manifestato la sua “idiosincrasia perché si rischia di scivolare in una eccessiva enfasi”, accompagnata dalla “convinzione che l’ufficio del pubblico ministero debba fare un passo indietro sul versante della visibilità mediatica” anche “per tessere le fila di un nuovo rapporto con l’avvocatura fondato sulla condivisione di alcuni principi”. Per Greco invece “il problema non è se dare l’informazione ma come darla” e polemizza con le Camere Penali: “da parte vostra non è mai arrivata in tal senso una proposta, a meno che non sia quella del silenzio assoluto che sarebbe ridicola”. Inoltre per il Procuratore “il processo mediatico sfugge al dominio del pubblico ministero o degli avvocati perché è un problema che riguarda le logiche dell’informazione”. Se fosse così, ma non lo è, potremmo sperare in una coscienza istituzionale dei giornalisti – obietta Barbano ad Enrico Mentana – “per cui non la quantità di notizie né la concorrenza rappresentino i nostri valori bensì la capacità di indipendenza”? Eccetera eccetera eccetera.

Francoforte 21 01 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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