Set 20 2019

la legge del più forte-milletrecentosessantanove 19 09 2019

Published by at 12:32 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOSESSANTANOVE Dal Dubbio, tratto da un articolo di Valter Vecellio: —“Cinico mercante di morte”, definisce Enzo Tortora il Pubblico Ministero Diego Marmo; e aggiunge: “Più cercavamo le prove della sua innocenza, più emergevano elementi di colpevolezza”. Le “prove” erano la parola di Giovanni Pandico, un camorrista schizofrenico, sedicente braccio destro di Cutolo: lo ascoltano diciotto volte, solo al quinto interrogatorio si ricorda che Tortora è un camorrista. Pasquale Barra detto “o nimale”: in carcere uccide il gangster Francis Turatello e ne mangia l’intestino… Con le loro dichiarazioni, Pandico e Barra danno il via a una valanga di altre accuse da parte di altri quindici sedicenti “pentiti”: curiosamente, si ricordano di Tortora solo dopo che la notizia del suo arresto è diffusa da televisioni e giornali— Le prove dei processi Iori; dalla motivazione di primo grado, una delle tante gaffe, pagina 60: —Non soltanto manca una lettera di addio, con cui Claudia spiegasse il motivo del suicidio ma addirittura manca dalla casa la copia ( anzi: il secondo originale) della lettera scritta ad Iori che Claudia, come asserito nella stessa lettera, aveva riservato alla figlia perchè , da grande, conoscesse la verità sulla sua nascita. La lettera doveva necessariamente essere in casa e , appena la madre ne comunicò l’esistenza alla P.G., venne appositamente ma inutilmente cercata. L’unico che, presente in casa, poteva aver interesse a cercare e a far sparire la lettera era l’imputato Iori ( che afferma di aver, quella stessa notte, “cestinato” la propria copia della lettera, quella vista dal Milanesi e dai poliziotti), che ignorava che la madre di Claudia fosse stata presente al momento in cui Claudia scriveva le missive ed avesse addirittura ricopiato il testo su una agenda— A me sembra che molti suicidi se ne infischino di scrivere le ragioni per cui l’han fatto, ma quel che ignora il giudice è addirittura un atto processuale, l’ordinanza del Gip a convalida dell’arresto di Iori, dove, a pagina 19, lo stesso Iori, interrogato dalla Giudiziaria il 21 luglio, appena dopo la scoperta dei corpi, per via del supposto interesse a far sparire la lettera, ne racconta per filo e per segno l’intero contenuto! —In effetti Claudia nella prima decade di luglio del corrente anno, mi ha consegnato un lettera manoscritta costituita da due fogli recante la data del 30 giugno 2011 ed indirizzata a me e a nostra figlia Livia con la quale riepilogava il nostro vissuto, mi rinfacciava che io non volevo che Livia nascesse e che durante la gravidanza era stata abbandonata a se stessa, cosa peraltro vera; lamentava inoltre che io non ero stato sincero con lei, e che pur essendo soddisfatta dal punta di vista economico, lamentava la carenza affettiva con la quale mi rapportavo con mia figlia. Lamentava inoltre che rispetto agli altri miei figli Livia era l’ultima, cosa peraltro vera. In concreto erano le cose che mi diceva ogni volta che affrontava questo discorso. Nella missiva auspicava che in futuro il mio rapporto con la bambina migliorasse e diceva di averne fatte due copie.

Cremona 19 09 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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