Mag 30 2019

a due passi da ceriana, 30 05 2019

Published by at 6:27 pm under turismo

A DUE PASSI DA CERIANA, il paese più bello del mondo; proposta, sensatissima, dell’Opinione delle Libertà! —Pieve di Teco è un piccolo e suggestivo paese dell’entroterra ligure i cui lunghi portici medievali e le molteplici Chiese ne configurano il borgo storico ideale da addurre a simbolo di una realtà che in Italia sta a poco a poco scomparendo. Pare che Napoleone, prima della campagna d’Italia, vi abbia soggiornato in una locanda ancora oggi in attività. Un tempo era famoso per gli artigiani che confezionavano scarponi destinati a durare per sempre e ogni bottega era meta di soddisfatti turisti, alpigiani, ambiziosi escursionisti e camminatori di ogni tipo e di ogni età. Alle spalle del bancone di vendita si poteva notare il laboratorio da cui promanavano profumi di pellame e al cui interno erano in evidenza forme di legno di tutte le misure. Il titolare si aggirava in grembiule tra la stanza di vendita e quella di manifattura spesso con una tomaia di pelle in mano e si chinava con accuratezza sul piede del cliente prodigo di consigli per il tipo di calzatura più confacente. Piaceri che le vendite on-line, pur facendo risparmiare qualche banconota, non producono più. Piaceri la cui scomparsa ci fa sentire meno esclusivi, associando questo termine alla personalizzazione di un acquisto. L’Italia è costellata di borghi come Pieve di Teco, dalla Val Camonica a quella dei Templi, e molti di essi sono inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco tenendo conto anche della loro dimensione culturale immateriale. Pur essendo la prima al mondo per numero di beni iscritti, considerando tali intere città come Firenze, Roma, Napoli, Venezia ecc., l’Italia dovrebbe costituire un unico patrimonio dell’umanità da proteggere nella sua interezza. La specifica Convenzione dell’Unesco, firmata a Parigi nel 1972, unisce i concetti di conservazione naturale e preservazione delle opere culturali e nel caso dei centri storici assume particolare rilievo questa dimensione di equilibrio che deve essere considerata tenendo conto dell’interdipendenza tra la dimensione materiale e quella immateriale. Quest’ultima ha dato luogo ad un’altra Convenzione Unesco nel 2003 che fornisce una precisa definizione di patrimonio culturale immateriale. Si considerano come tale “le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, le abilità – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali agli stessi associati – che le comunità, i gruppi, ed in alcuni casi, gli individui, riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità in funzione del loro ambiente, della loro interazione con la natura e la loro storia, e dà loro un senso di identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana”. A prescindere dall’iscrizione nelle liste Unesco è necessario ed urgente fornire strumenti ai territori che devono preservare e valorizzare quella fitta rete di valori culturali legati alla tradizione, agli usi e ai costumi come l’artigianato e altre attività commerciali storiche al servizio del residente. È sempre più viva l’esigenza di una disciplina chiara e completa per consentire a Governo, Regioni ed Enti locali di prevedere adeguate regolamentazioni per assicurare la congruenza delle attività commerciali con l’identità del tessuto storico. Sarebbe una legge che non comporta oneri. Si faccia un appello per proporla!

Cremona 30 05 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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