Apr 29 2018

la leggedel più forte-ottocentosessantatre 29 04 2018

Published by at 9:36 pm under costume,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – OTTOCENTOSESSANTATRE Da www.errorigiudiziari.com; i casi di violenza sessuale sono spesso parola contro parola: a chi deve credere il giudice prudente? La legge prevede qualcosa più di una semplice parola………
—Don Elvio Re ha 67 anni, è originario di Civitanova (in provincia di Macerata), ma oggi fa il viceparroco di Maria Santissima Annunziata di Giulianova Lido (Teramo). Cinque anni fa, nel settembre 2013, viene arrestato con una delle accuse più gravi possibili per un sacerdote: violenza sessuale. Secondo l’accusa, il religioso avrebbe commesso uno stupro nei confronti di una donna marchigiana cinquantenne nella sua abitazione di Santa Maria degli Angeli (in provincia di Perugia): una volta entrato, le sarebbe saltato addosso, strappandole i vestiti e la biancheria intima. I due si conoscono perché la figlia ventenne della donna è stata ospite per qualche tempo della parrocchia di don Elvio. Ed è stata proprio la figlia a denunciare l’accaduto ai carabinieri di Assisi. Don Elvio Re non fa che ripetere di essere innocente, ma finisce comunque in carcere. Vi passerà un mese e mezzo, prima di ottenere gli arresti domiciliari da scontare in una struttura religiosa. Nel 2014 arriva la sentenza di primo grado: dopo un giudizio abbreviato, il Giudice dell’udienza preliminare lo condanna a 2 anni di reclusione, nonostante il Pm ne abbia chiesti 4. I suoi legali, gli avvocati Simone Pillon e Sara Napoleoni, ricorrono in appello. E qui l’esito viene fuori la verità: sono state proprio le due donne, madre e figlia, a inventarsi tutto per incastrare don Elvio. I giudici di secondo grado si rendono conto dell’innocenza di don Elvio Re. Lo stesso procuratore generale della Corte d’appello di Perugia, Giuliano Mignini, sollecita l’assoluzione dell’imputato. E così è: il 20 aprile 2018 il sacerdote viene assolto perché il fatto non sussiste. “Il nostro cliente è stato infamato e trascinato in una trappola che ha rischiato di comprometterne definitivamente l’autorevolezza. Speriamo che con il tempo ritrovi la giusta serenità. Sospeso subito dopo i fatti, non ha più potuto nemmeno celebrare la messa in pubblico”, ha commentato l’avvocato Pillon, che ha anche annunciato la presentazione dell’istanza di riparazione per ingiusta detenzione. “Sentenze come queste ci ricordano che ciascuno di noi può essere vittima di errori giudiziari e perdere tutto quello che ha, lavoreremo affinché episodi come questo non si verifichino più”. (fonti: Il Resto del Carlino, Umbria24, Quotidiano dell’Umbria) Ultimo aggiornamento: 21 aprile 2018

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