Feb 26 2018

la legge del più forte-ottocentouno 26 02 2018

Published by at 11:14 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – OTTOCENTOUNO
Fonte Dagospia; insisterò sempre: nel processo penale è ben difficile l’errore del giudice, che in caso di dubbio ha l’obbligo di legge, 533cpp, di assolvere; se, come nei processi Iori, trasforma le pastiglie di Xanax in gocce, e poi le riduce di quantità, senza la benché minima prova, è un preciso atto di volontà, che va esaminato con sistemi diversi da quelli che cercano l’errore.
—Toghe che sbagliano. Nel 2017 sono aumentati i casi di «ingiusta detenzione», cioè quelli che hanno mandato dietro le sbarre cittadini e indagati che alla fine, guarda un po’, sono usciti dal tribunale con la fedina penale più pulita di prima. Della serie, anche i giudici prendono delle cantonate. E pure belle grosse. Basti pensare che, da Palermo a Torino, la somma complessiva degli indennizzi in questione ha superato, in dodici mesi appena, i 34 milioni di euro (34.319.865,10 euro, per essere precisi al centesimo).
I procedimenti che gli «ex galeotti» dello Stivale hanno intentato nei confronti dello Stato, e quindi della sua magistratura, sono stati la bellezza di 1013: oltre venti in più rispetto a quelli registrati l’ anno prima (quando toccavano quota 989). E niente. Già la giustizia ha i tempi da bradipo che siamo abituati a conoscere, già il calvario di passare per avvocati, scartoffie e udienze infinite rischia di impantanare chi ci si trova di mezzo a ragion veduta, ma se tra il verdetto finale e le pieghe dell’iter forense ci si mettono persino gli equivoci la frittata è bella che servita. A stillare la classifica delle manette un po’ troppo facili è il sito Errorigiudiziari, un database sterminato di processi e incartamenti giuridici da far impallidire il portale del ministro Orlando. È a Catanzaro che si registrano gli abbagli bollati più clamorosi: in un solo anno nella cittadina calabrese ne sono avvenuti 158, cinque volte tanti rispetto a quelli ammessi a Lecce e quattro in confronto a quelli elencati dalle corti messinesi. Tra l’ altro Catanzaro tiene la testa di questo (impietoso) elenco dal 2012, seguita a ruota da Roma (134 errori accertati al dicembre passato) e da Napoli (113). Sarà forse un caso di «recidiva», per usare un termine tanto caro agli azzeccagarbugli di casa nostra, ma (al di là dell’ ovvia distinzione tra sbaglio e reato che non va messa in discussione) la situazione non sembra proprio delle più floride. Anzi. I primi dieci tribunali d’ Italia che incappano sempre più spesso in errori e in sviste «alla sbarra» sono quasi tutti del Sud: con le uniche eccezioni della Capitale e del foro di Milano, infatti, la geografia dei verdetti ribaltati tocca luoghi come Bari, Catania, Salerno e Lecce. «Vuole farsi una vacanza a Poggioreale?», pare abbia detto recentemente il pm Woodcock per incalzare un testimone chiave nel procedimento Consip. Ecco, di vacanza nel carcere partenopeo di Poggioreale non c’ è proprio nulla. In compenso c’ è un sovraffollamento preoccupante, ci sono celle minuscole dove i detenuti vengono stipati e c’ è pure il rischio (concreto) di finirci per qualche inghippo. Intendiamoci, di granchi nella vita ne prendiamo tutti. Ma quelli che incidono sulle libertà altrui dovrebbero pesare un po’ di più. Anche a livello economico perché questo resta il Paese in cui per non mettere mano alle riforme (come quella sulla responsabilità diretta dei magistrati o quella sulle condizioni penitenziarie) le mettiamo al portafoglio. Pagando noi prima e poi rivalendoci su chi ha firmato il certificato sbagliato.
Cremona 26 02 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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