Ott 06 2017

la legge del più forte-seicentosessantasei 06 10 2017

Published by at 9:27 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – SEICENTOSESSANTASEI Oggi concludo la trilogia del Fatto Quotidiano dedicata a Davigo Piercamillo; Ilaria D’Amico para come Buffon; Cacciari ripete le solite banalità di sinistra; Davigo si dichiara d’accordo con le banalità di Cacciari. Il lato comico: Cacciari fa il filosofo e capisce di processi come io di baseball, quindi nulla di sorprendente che se ne esca con un “la magistratura qualche volta sbaglia, qualche volta ha ragione”; ma si parla di penale, dove lo sbaglio, se il giudice rispetta la legge, è quasi impossibile, da che il giudice può condannare solo se la colpa è certa al di là di ogni ragionevole dubbio, altrimenti deve assolvere; Davigo condivide “quello che dice il professor Cacciari”: complimenti, è la giustificazione perfetta delle troppe sfere di cristallo dei processi Iori!
—“Mi dispiace essere realista: sopportare qualche corrotto è meglio che avere lo Stato rotto. Io non sono più purista come un tempo”. Così a Dimartedì (La7) la giornalista sportiva Ilaria D’Amico replica al magistrato Piercamillo Davigo per il quale l’essere onesto è la condizione prioritaria per ricoprire qualsiasi carica pubblica. Dissentono dalla conduttrice televisiva sia il giornalista di Repubblica, Massimo Giannini, sia il filosofo Massimo Cacciari, che osserva: “Non è che sia meglio o peggio. Dal punto di vista politico, il problema essenziale è la corruzione dello Stato, che, come una macchina rotta, è incapace di muoversi velocemente. La magistratura non può nulla, ma può solo perseguire reati. E se i politici commettono reati, la magistratura li persegue. Qualche volta sbaglia, qualche volta ha ragione, ma il problema” – continua – “non è la magistratura. E’ evidente che è del tutto impotente coi suoi mezzi a impedire alcunché di ciò che avviene in questo Paese, tanto è vero che dopo 25 anni c’è ancora Berlusconi come leader indiscusso e come potenziale padre nobile del futuro primo ministro”. “Condivido quello che dice il professor Cacciari” – commenta Davigo – “il nostro mestiere non decidere chi deve fare il premier o essere un leader politico, ma accertare se uno ha fatto o non ha fatto quello di cui è accusato”— Ma lo scandalo di un Davigo Piercamillo che vada continuamente a concionare per Tv, e accetti senza fiatare gli applausi imposti a macchinetta al pubblico, comincia a dar fastidio a tanti; ecco Giovanni Legnini su Repubblica: — “In nessun Paese europeo è consentito passare con tanta facilità dai talk show o dalle prime pagine dei giornali a funzioni requirenti e giudicanti, fino alla presidenza di collegi di merito o della Cassazione”, ha detto il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, al congresso dei penalisti. Legnini non ha fatto riferimenti diretti a Piercamillo Davigo, sottolineando che “non ci sono norme per arginare questo fenomeno”.
“Risolvere questo problema – ha spiegato – è un dovere che spetta a tutti i protagonisti che tengono al rispetto, sacrosanto, dell’indipendenza della magistratura che anche i cittadini devono percepire. Non è in discussione la libertà d’espressione, ma – ha chiarito il vicepresidente del Csm – c’è bisogno di recuperare senso di responsabilità e un esercizio equilibrato delle funzioni”— Sono d’accordo.
Cremona 06 10 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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