Lug 21 2017

modesta proposta! 21 07 2017

Published by at 3:54 pm under costume,cronaca nazionale,Giudici

Ricevo da Guido Salvini, e pubblico molto volentieri, la sua “modesta” proposta, tutt’altro che banale!

CSM E NOMINE : UNA MODESTA PROPOSTA PER NEUTRALIZZARE IL CORRENTISMO

Le nomine dei magistrati destinati a ricoprire gli incarichi direttivi dei più importanti uffici giudiziari continuano ad accendere polemiche e aspettative Le divisioni tra i gruppi che sostengono i singoli candidati sono rilanciate quasi quotidianamente dalla stampa, del resto quella giudiziaria è ormai da tempo la cronaca per eccellenza. Le decisioni del CSM si riflettono sulla politica dato che giustizia, stampa e politica sono in una osmosi senza soluzione di continuità che influisce più che mai sulla vita dell’intero paese.
Scelte che dovrebbero essere tecniche sono percepite come incarichi politici, talvolta più importanti di quello di un ministro. La ragione è semplice : un’indagine anche se destinata a finire nel nulla può far cadere un governo o una grossa amministrazione comunale. E alcuni incarichi giudiziari direttivi sembrano addirittura in prospettiva l’anticamera di incarichi di governo.
Per uscire da questo meccanismo c’è chi ha proposto di riprendere il semplice criterio dell’anzianità senza controindicazioni cioè la nomina del candidato più anziano sempre che non sia incorso durante la sua carriera in qualche guaio. In una mailing-list di una delle correnti è stata avanzata addirittura la proposta secondo cui nei concorsi per gli incarichi direttivi si dovrebbe attribuire a ogni corrente un numero di posti proporzionato alla sua forza elettorale lasciando poi che ciascuna corrente scelga al suo interno discrezionalmente quelli che ritiene i più meritevoli.
Quest’ultima è certamente una idea esposta in forma provocatoria, un po’ come quella di Jonathan Swift che nel pamphlet “Una modesta proposta” suggeriva ai più poveri, per risolvere la sovrappopolazione e la disoccupazione in Irlanda, di allevare i bambini per mangiarli. Ma come tutte le proposte provocatorie nasce da una parte di verità e forse da molta.
Avanzo invece una mia proposta in concreto realizzabile, se qualcuno lo vuole.
Nei concorsi per i posti direttivi di regola i magistrati che presentano domanda sono tra i 10 e i 20. Tutti sappiamo per esperienza, basta in genere solo scorrere gli elenchi dei candidati, che tra di essi ve ne è un certo numero che effettivamente possiede i requisiti per ricoprire il posto cui aspira mentre ve ne sono altri, spesso più della metà, che, per varie ragioni, presentano una domanda prematura, azzardata oppure velleitaria ma fondata sulla forte appartenenza ad un gruppo correntizio.
In sostanza in ogni concorso, al di là delle appartenenze, ci sono gli idonei e i non idonei.
Dovrebbe quindi essere affidata alla competente Commissione del CSM e poi al plenum l’effettuazione di una prima selezione con l’indicazione di una rosa di idonei superiore al numero dei posti messi a concorso e sufficientemente ampia. Ad esempio per un singolo posto direttivo potrebbe essere prevista l’indicazione di 4, 6 o anche 8 idonei mentre per i concorsi con più posti quella di un numero proporzionalmente maggiore.
Tra gli idonei dovrebbe poi essere individuato per sorteggio il vincitore o i vincitori.
Questo sistema di scelta avrebbe molti vantaggi e nessuna controindicazione seria, forse qualche controindicazione rispetto alle personalissime aspettative ma nessun effetto negativo rispetto all’efficienza del sistema giustizia.
Non vi sarebbe alcuna caduta di efficienza perché tutti ci accorgiamo che, tolte le domande pretestuose, le differenze di capacità tra i candidati rimanenti sono in realtà minime e quindi sarebbe nominato comunque un buon candidato.
Cadrebbero invece le nomine rese possibili solo dai rapporti di forza tra le correnti e i consiglieri di nomina politica, cadrebbero gli accordi sottobanco, cadrebbero le differenze di valutazione artificiose e i sorpassi resi possibili dal peso della propria corrente, dal peso del singolo candidato nel proprio gruppo, dalle relazioni politiche e dei precedenti incarichi istituzionali. Si veda in proposito la recente violenta polemica sulla candidatura a Presidente del Tribunale di Pordenone di un magistrato ex- parlamentare per due legislature, polemica che ha portato alle dimissioni di Davigo dalla giunta dell’ANM.
Non vi sarebbe credo alcuna violazione del dettato costituzionale mentre vi sarebbero certo una ripresa di credibilità da tempo danneggiata dai continui scontri interni percepiti come un’aperta politicizzazione della magistratura e anche una più veloce definizione dei concorsi.
Con il “sorteggio tra gli idonei” sparirebbe d’incanto la “militanza” finalizzata ad ottenere vantaggi per sé e per i propri amici.
Non varrebbe infatti più la pena di seguire per anni un dispendioso cursus honorum all’interno di una corrente che potrebbe rimanere improduttivo in presenza di un “sorteggio filtrato” affidato alle scelte del caso.
E la scelta di impegnarsi in un gruppo ritornerebbe ad essere motivata solo da ragioni ideali
Non c’è nessuna ragione seria per non provarci, salvo deludere qualche cordata e chi grazie ad essa è in attesa da tempo che venga il proprio turno per farsi attribuire il posto cui agogna

Guido Salvini
magistrato

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