Dic 02 2016

perché voto un deciso sì-diciotto 02 12 2016

Published by at 8:54 am under costume,cronaca nazionale

PERCHE’ VOTO UN DECISO SI’ – DICIOTTO
L’ampio brano sotto, da Repubblica on line, è di Gustavo Zagrebelsky, già presidente della Corte Costituzionale, quindi emerito. Com’è tipico della sua parte di sinistrissimo alla Dio lo vuole, l’altro, in questo caso il SI’, non solo sbaglia nella professione, “pessimo tessuto normativo”, ma è un disonesto che mira a “interessi finanziario-speculativi”. L’articolo 11, che lo Zagrebelsky cita con tanta sicumera, è nei principi fondamentali della Costituzione, definita la più bella del mondo:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”
Come si vede i Padri Fondatori, scrivendolo, avevano in mente tutto fuor che l’attuale Unione Europea, che l’articolo alla lettera non consente nemmeno, ma gli Zagrebelsky, dall’alto della loro dottrina, son padroni anche della lingua che parliamo e scriviamo tra noi, da secoli, lingua che non han creato certamente loro; l’altro è sempre in malafede, ma non c’è bisogno d’esser giuristi per capire la lettura dell’articolo 11 data dal presidente emerito.
Zagrebelsky dà solo una piacevole conferma alla mia tesi: la Corte Costituzionale è un cimitero degli elefanti della sottopolitica, con la pretesa, a furia di interpretazioni come sopra, di legiferare al posto del Parlamento che, bene o male, è scelto da noi cittadini. Il tessuto normativo della riforma Renzi sarà pessimo, Zagrebelsky è un professorone, ma il SI’ potrebbe esser l’occasione di liberarci di professoroni come lui!
—C’è nella nostra Costituzione, nella sua prima parte che tutti omaggiano e dicono di non voler toccare, un articolo che, forse, tra tutti è il più ignorato ed è uno dei più importanti, l’articolo 11. Dice che l’Italia consente limitazioni alla propria sovranità quando – solo quando – siano necessarie ad assicurare la pace e la giustizia tra le Nazioni. Lo spirito di Ventotene soffia in queste parole. Guardiamo che cosa è successo. Ci pare che pace e giustizia siano i caratteri del nostro tempo? Io vedo il contrario. Per promuovere l’una e l’altra occorre la politica, e a me pare di vedere che la rete dei condizionamenti in cui anche l’Italia è caduta impedisce proprio questo, a vantaggio d’interessi finanziario-speculativi che tutto hanno in mente, meno che la pace e la giustizia. Guardo certi sostegni alla riforma che provengono da soggetti che non sanno nemmeno che cosa sia il bicameralismo perfetto, il senato delle autonomie, la legislazione a data certa, ecc. eppure si sbracciano a favore della “stabilità”. Che cosa significhi stabilità, lo vediamo tutti i giorni: perdurante conformità alle loro aspettative, a pena delle “destabilizzazioni” – chiamiamoli ricatti – che proprio da loro provengono.
Proprio questo è il punto essenziale, al di là del pessimo tessuto normativo che ci viene proposto che, per me, sarebbe di per sé più che sufficiente per votare No. La posta in gioco è grande, molto più grande dei 47 articoli da modificare, e ciò spiega l’enorme, altrimenti sproporzionato spiegamento propagandistico messo in campo da mesi da parte dei fautori del Sì.
L’alternativa, per me, è tra subire un’imposizione e un’espropriazione di sovranità a favore d’un governo che ne uscirebbe come il pulcino sotto le ali della chioccia, e affermare l’autonomia del nostro Paese, non per contestare l’apertura all’Europa e alle altre forme di cooperazione internazionale, ma al contrario per ricominciare con le nostre forze, secondo lo spirito della Costituzione.

Cremona 02 12 2016 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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