Set 07 2009

Marc Tibaldi 19 07 2004

Published by at 6:10 am under golosità

A Marc Tibaldi

 

Non so se inebetito o felice dopo due pasti , luglio , a base di 8 filari california . Scritto proprio così sull’etichetta , su carta da pacchi , una presa in giro , invecchiato in barrique , auguri , poi una descrizione un po’ più scientifica , i dati catastali , indicazione d’uso , età del vigneto , trattamento ( inesistente , almeno sui canoni d’oggi ) . E’ quasi tutto barbera , di Nizza , forse altre centinaia d’acini di bonarda , del 1999 , ancora frizzante . Anarchico ? sarebbe un complimento , frizza se vuole , sennò è queto , ha spesso la mandorla , a volte dolce , a volte no , i suoi cambiamenti sono imprevedibili , fa quello che gli gira , rispetta i gradi , quattordici , in punta di piedi , uno li nota se vuota la bottiglia . Ho scritto di un vino di Nino Bronda , proprietario di tre ettari in Tessitora , campagna sulla strada per Asti , appena fuori Nizza Monferrato . Una delle tante scoperte , intendo per averlo indicato a noi lettori perché i Bronda lavorano la vigna da due secoli , di Luigi Veronelli , Sognatore senza piedi . Che ha cercato di sistemare la materia immensa del vino , vigneto cultura contadino cantina e adesso vuol dire la sua pure sul prezzo , dandoci un sacco di criteri che a volte confliggono . Il peggior vino contadino è meglio del miglior industriale , nato nelle più belle barriques . Che sono lo strumento unico per l’elevazione del gran vino . Del tutto ignorate da Bruno Giacosa , da sempre stimato il grande affinatore delle Langhe . Che Nino Bronda , appunto , usa vecchissime per contenitori del suo campione e si diverte alle spalle dei sapienti . Che credono a un solo sistema , la moda .

Veronelli . Contro i sistemi . Ma è stato il primo , per tanti anni l’unico , a fare i cataloghi . Con un po’ d’anarchia , uscivano quando voleva . Ma siccome vive guardando il cielo ha dato l’idea agli imitatori più pratici , che l’hanno fatto tutti gli anni . E l’hanno obbligato a seguirli . E a dare , lui che si era sempre proclamato antisistema , una valutazione matematica , anno per anno , a tanti produttori poeti . Che non gliene fregava niente né delle classifiche né dell’uscita delle loro bottiglie sui tempi delle riviste anziché su quelli della natura . Contento dello sconquasso , Sognatore senza piedi ? e non dire che i tuoi ex discepoli hanno usato solo l’immagine e perso l’anima : non volevano altro . Vendono un sacco di copie più di te e hanno stabilito cosa deve essere un vino , almeno quello che vince le gare . Tu , Sognatore , di san Martino hai voluto esaltare l’immortalità quando avevi sotto il naso un mantello rovinato . E adesso come rimedi i guai che hai combinato ? il mondo che sognavi da poeta chiede gli organizzatori , ti ha sorpassato e dovunque ti giri non vede l’ora di essere messo come un programma di computer . Vai a convincere la gente che il vino ha un’anima . Fanno corsi e imparano assaggiando i maestri e i loro libri , che hanno un gran successo , da quel che costano . Vai a parlare di cosa a uno che dopo una fiutata seguita da un gorgoglio distingue intenso profumo di frutti rossi molto maturi , frutti di bosco e amarena , con note di legni tostati , quasi balsamici , che sembrano un ampliamento delle note di camino e di goudron ; più leggero il floreale che ricorda la viola mentre la speziatura , molto fitta e fine , crea una trama serrata e morbida , come di buon vigore domato . Al gusto si ha subito una grande dolcezza con ribes e ciliegia , spezie dolci confortevoli e calde , bella trama tannica con tannini minuti, fini , fitti e dolci . C’è una generosità gustativa molto appagante , morbida e continua , concentrata , balsamica e calda . Anni fa ci toccò subire un ricordo di “straccio bagnato” .

E hanno pure la forza di scriverlo , altro che capitani coraggiosi .

Leggo abbastanza e faccio scoperte . Hanno reinventato l’Uvalino : non succederà mai a Bronda , non ha mai smesso di produrlo . Scrive sulle etichette , non le aggiorna , che le sue viti hanno 80 o 90 anni . Gli chiedo di qualcuna , non ho mai visto ceppi così grossi , sembrano alberi , mi risponde (è del 1933) che non lo sa , le ha sempre viste .

Quando ti parla è difficile smetta , il vino è una cosa naturale , si fa così , vede quella costa ? l’hanno spiantata tre volte , prenderanno i contributi , ma se è da moscato è inutile insistere sulla barbera . Se uno si abitua alle cantine cliniche da Nino Bronda si spaventa . Lui stesso chiama la sua cascina scomoda ed è un eufemismo . Vende sfuso e in bottiglia , fatemi il piacere di prendere lo sfuso , mi evitate un lavoro . Nessuno creda che sotto la stessa etichetta ci sia sempre il medesimo vino . Non lo troverete mai sulle riviste da 30 euro la bottiglia in su . Credo sia l’unico a vendere la medesima qualità sfusa e in bottiglia , quando l’annata è grama lo dice che lo capisce anche un astemio , una sola bottiglia , la più cara , costa 5 euro , qualcuna 3 , la maggior parte compresa l’immensa Barbera di Nizza 2,60 . Si capisce perché abbia una vita tanto scomoda . Da qualche parte spuntano bottiglie di ottimo aceto , se ne trova una dimenticata da anni la vende come le altre ma è ben migliore . Se ha tempo fa la grappa .

Ho descritto un uomo che non esiste più e solo vedendolo in carne e ossa si crede esista . Antisistema cento Veronelli . Lui la campagna (ha qualche gallina , di compagnia , immagino) il vino e la cantina , perché è impossibile farlo in mezzo a un prato . Lui o gli altri ? paragone insensato , se leggiamo Veronelli . All’incirca come quando anni fa si arrabbiava alla domanda , meglio Champagne o Spumante ? Bestia , rispondeva giovane e feroce , non hai capito niente . Si possono amare tranquillamente i lussureggianti barricati internazionali e i Nino Bronda . Ma bisogna saper accettare tutte le facce del vino . Mi permetto una bestemmia . Per quanta discrezione abbia , la barrique cede qualcosa al vino ed è questo il motivo del suo uso . Ma se è il principio non amareggiamoci per la nascita di uno chardonnay estivo alla foglia di menta . Dov’è la verità ?

Chiacchierone , scrivevo , Nino , e discreto nello stesso tempo . Vado da qualche anno in giugno a fare il pieno , e ogni volta è un segno d’affetto aggiunto . Compro magnifica Barbera anche da un suo amico di Vinchio , Lajolo , che continuo a confondere in Davide e invece è Guido , detto Reginin , anche lui fuori dalle vetrine , altro tipo di produzione . Fuori dal coro dei produttori omologati , ma rispetto a Bronda , scientifico . In parole povere i suoi vini cambiano davvero secondo l’anno . Non come quei produttori che scegliendo accuratamente i grappoli fanno grandi vini nel 1972 1992 2002 . Per raggiungerlo si possono fare stradine nascoste . Questa volta Nino mi ha accompagnato con la sua auto . E con un sorriso .

 

Saluti , Flaminio Cozzaglio , 339 3599879 , 0372 431727 , Inps 0372 481246

 

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