Archive for the 'cronaca internazionale' Category

Mag 07 2019

abbiamo il petrolio ma non lo sappiamo usare 07 05 2019

ABBIAMO IL PETROLIO MA NON LO SAPPIAMO USARE

COMUNICATO CONGIUNTO

CONTE: AGROALIMENTARE VALE 205 MLD (12%PIL), ECCO PRIORITA’
Presentate da Coldiretti e Filiera Italia al Presidente del Consiglio

L’agroalimentare nazionale vale 205 miliardi e rappresenta il 12% del Pil ma è soprattutto un elemento di traino per l’intera economia all’estero dove rappresenta il vero simbolo del Made in Italy. E’ quanto è emerso all’incontro al primo Forum dell’agroalimentare italiano organizzato da Filiera Italia e Coldiretti a TUTTOFOOD alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. All’evento hanno partecipato insieme al presidente di Coldiretti Ettore Prandini e a quello di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, l’Assessore agricoltura e alimentazione della regione Lombardia Fabio Rolfi, il Presidente Fondazione Fiera Milano Giovanni Gorno Tempini, il Presidente dell’ICE Carlo Ferro, il Presidente Confindustria Lombardia Marco Bonometti, Nunzio Tartaglia responsabile direzione CDP imprese e Paolo De Castro Presidente Comitato Scientifico Filiera Italia. Con 1,3 milioni di addetti, +33,3% in 5 anni, 41,8 miliardi di euro di esportazioni con un incremento del 47,8% dal 2008, le imprese agricole di eccellenza italiane rappresentate da Coldiretti e i principali marchi dell’industria alimentare nazionale, riuniti in una storica alleanza, hanno presentano al presidente del Consiglio Conte una realtà da primato del Made in Italy nel mondo e le aspettative che il settore ha per il futuro. Una realtà eccezionale fotografata dal primo studio su “Il valore della filiera italiana del cibo” illustrato durante il convegno dal presidente del Censis Giuseppe De Rita. Ma la potenza del Made in Italy del cibo non sta solo nella grandezza dei suoi numeri aggregati che mostrano un settore in decisa controtendenza che cresce più e meglio degli altri e che in poco tempo è stato capace di diventare un traino per l’economia italiana. A fare la differenza è proprio il modello che oggi la produzione agricola nazionale e la parte migliore dell’industria alimentare condividono a pieno e difendono. Va proprio nel senso di promuovere e valorizzare un modello di sviluppo unico e distintivo e una strategia unitaria di internazionalizzazione la partnership tra Filiera Italia e Fiere di Milano che punta a sostenere Milano come porta del cibo italiano verso il mondo. “Con questa iniziativa abbiamo ripreso in mano il testimone lasciato da Expo con il suo slogan “no farmers no party” per sostenere il nuovo protagonismo delle imprese agricole che rappresentano il vero valore aggiunto del sistema agroalimentare nazionale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “con Filiera Italia abbiamo promosso una realtà innovativa legata da un tessuto valoriale che rinvia alla tutela dell’origine, alla difesa del patrimonio agroalimentare, alla sostenibilità, all’equità negli scambi e nel mercato”. Un veicolo potentissimo – continua la Coldiretti – per accelerare l’affermazione del vero Made in Italy agroalimentare nel mondo che va difeso in Italia ed in Europa dove la battaglia è quella della difesa delle risorse per l’agricoltura, a partire dalla Pac; l’obbligo dell’origine in etichetta per fermare la concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per Italiani, la revisione degli accordi di libero scambio e la definizione di standard produttivi uguali per tutti in modo che tutti i prodotti sugli scaffali europei rispettino le stesse norme in termini ambientali, di sicurezza alimentare e di rispetto delle norme sul lavoro.

“Quello che con l’eredità di Expo è ormai sempre più riconosciuto a livello globale – ha detto Luigi Scordamaglia Consigliere delegato di Filiera Italia – è che la filiera italiana del cibo viene considerata il modello ideale per vincere la sfida alimentare del futuro a livello globale. Un modello unico e distintivo il cui successo globale non può che poggiare su una strategia unica e condivisa di filiera. Fare filiera vuol dire avere commitment pluriennali e trasparenti tra industria e produzione agricola, vuol dire raccontare insieme sui mercati mondiali il vero storytelling delle nostre eccellenze alimentari, vuol dire fare insieme battaglie senza se e senza ma per la massima trasparenza in etichetta e dei processi produttivi, contrastare chiunque sfrutti l’Italian sounding per rubare valore ed identità. In questo senso oggi abbiamo chiesto con una voce sola al Presidente Conte di mettere la filiera del cibo al centro delle priorità politiche del Paese, di difenderla a livello internazionale da dazi e false imitazioni, di adottare politiche premianti anche di carattere fiscale per chi produce in Italia usando prodotti agricoli nazionali, di completare il percorso sulla trasparenza di origine in etichetta”.

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Apr 30 2019

a sinistra non sanno mai niente, 30 04 2019

A SINISTRA NON SANNO MAI NIENTE,

e a volte lo confessano; l’ex presidente del Brasile Lula a Tgcom24:

—L’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha detto di non essersi pentito di aver concesso asilo a Cesare Battisti, il terrorista dei Pac estradato in Italia a gennaio. Non mi sono pentito perché non sapevo – ha detto Lula nella prima intervista dal carcere – Le informazioni che avevo ricevuto dal ministero della Giustizia, che aveva seguito il processo, indicavano che non aveva commesso i crimini di cui era accusato.

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Apr 26 2019

riflessione sugli attentati in sri lanka 26 04 2019

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Ricevo da Massimiliano Salini e molto volentieri pubblico

RIFLESSIONE SUGLI ATTENTATI IN SRI LANKA

La Domenica di Pasqua si è trasformata in una strage, di turisti e di cristiani. Quello che doveva essere un giorno di pace in cui celebrare l’amore e la fede nel Signore, è diventato un orrifico bagno di sangue. Non ci sono parole per esprimere l’orrore indicibile provato alla vista delle chiese e degli hotel sventrate dalle bombe in Sri Lanka e ai corpi dilaniati delle vittime, colte nell’abbandono della preghiera per festeggiare la Resurrezione di Cristo o nella normalità della prima colazione. Esprimere cordoglio per le oltre 300 vittime e condannare l’odioso attentato, però, non basta. Da una parte dobbiamo renderci conto che il terrorismo di matrice jihadista non è finito con la caduta del sedicente stato islamico, dall’altra che in molte parti del mondo i Cristiani sono perseguitati e uccisi proprio in quanto Cristiani e che gli attentati contro di loro sono anche il frutto di un’ostilità che alligna nei governi e nelle leggi di Paesi dove i cristiani sono una minoranza. Il Parlamento Europeo è sempre stato in prima fila nel condannare gli atti di odio religioso, mandando segnali forti che, come nel caso di Asia Bibi, hanno portato dei risultati. È ora che anche le Nazioni Unite trovino il coraggio di fare la loro parte, esigendo da tutti i Paesi il pieno rispetto della libertà di professione e culto e condizioni di effettiva uguaglianza sociale per le minoranze religiose, così da fare terra bruciata intorno a quei terroristi che profanano il nome di Dio combattendo nel suo nome.

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Apr 26 2019

l’italia liberata 26 04 2019

L’ITALIA LIBERATA

Al lettore la scelta, la mia versione o quella dell’Opinione delle Libertà…………

—-In Germania la resistenza contro Hitler inizia dal suo insediamento, 1933/34, e Hitler non aveva l’abitudine di mandare al confino a Ventotene: fucilazione immediata, ai primi sospetti. I nostri padri, invece, a resistere proprio non ci pensavano, impegnati com’erano a scendere in piazza e ritmare: Du-ce Du-ce! Degli omicidi, da Matteotti ai fratelli Rosselli, se ne infischiavano, della guerra d’Africa applaudirono il successo. Al 10 giugno 1940, bastano i video, piazze gremite a ripetere: Du-ce Du-ce, mentre Mussolini annunciava la guerra vera a Francia e Gran Bretagna. Arrivano le prime bombe sulle maldifese città italiane, ma è sempre un Du-ce Du-ce; le bombe continuano fino al 25 luglio 1943, Gran Consiglio e colpo di Stato contro Mussolini, di resistenza armata neanche l’ombra; 8 settembre, Badoglio e il re, dopo aver messo le chiappe al sicuro, annunciano che l’Italia continua la guerra, ma a fianco degli alleati contro la Germania, e bisogna necessariamente scegliere da che parte stare; la Germania aveva perso la battaglia di Stalingrado e non c’erano ormai dubbi sul vincitore della guerra; e solo dall’8 settembre 1943 inizia la resistenza armata italiana, quella che da allora ha assunto la maiuscola: la Resistenza!

Date e azioni di quel che ho scritto son verificabili su qualsiasi testo, tranne, immagino, gli scritti di Togliatti Palmiro; però dal 1946 in poi l’Italia fu liberata dai partigiani col tifo dell’intero popolo italiano, sostengono i sinistruti (sinistri+trinariciuti), che han la fortuna di trovare anche i Galimberti che lo ripetono nelle piazze, nei momenti esatti.

—-Si è raccontato per decenni, per puri scopi propagandistici, che il contributo dei partigiani sarebbe risultato decisivo ai fini del ripristino del sistema democratico, quando in realtà ciò avvenne solo in virtù della schiacciante superiorità militare e logistica degli Alleati. Inoltre, l’impressionante sequela di errori commessi da un Paese gravemente impreparato per un lungo conflitto bellico, il quale all’inizio del catastrofico azzardo messo in atto da Benito Mussolini era piuttosto compatto nei confronti del fascismo, non potevano ieri e non possono oggi essere certamente cancellati da una ricorrenza puramente simbolica. Una ricorrenza che, all’indomani di una tragedia che l’Italia poteva risparmiarsi semplicemente evitando di pugnalare alle spalle la Francia in quel fatale 10 giugno 1940, è servita per molto tempo a rimuovere dalla memoria collettiva l’imbarazzo di una adesione di massa ad un ventennale regime dittatoriale. In questo senso risulta particolarmente significativa una nota frase di Winston Churchill: “Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno dopo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure, questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti”.

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Apr 25 2019

in gara coi preti 25 04 2019

IN GARA COI PRETI

Ai posteri l’ardua sentenza! Dal Fatto Quotidiano.

—Dodicimila minori abusati da 7.800 boy scout d’America dal 1944. Questi i numeri forniti dall’avvocato Jeff Anderson in una deposizione alla corte di New York. L’avvocato ha citato la testimonianza in un processo nel Minnesota di un esperto dell’Università di Virginia, Janet Warren, che fa riferimento a sua volta ai cosiddetti “file della perversione sessuale” contenenti i nomi dei presunti responsabili.

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Apr 23 2019

ingroia è astemio 23 04 2019

INGROIA E’ ASTEMIO

Nonostante perfino Repubblica abbia scritto il contrario; ecco la sua versione Ansa:

—(ANSA) – ROMA, 23 APR – Con un video pubblicato sul suo profilo Facebook, l’ex pm Antonio Ingroia ha dato ieri sera la sua versione su quanto accaduto il 19 aprile all’aeroporto di Parigi. “Siamo qui per smentire false notizie – afferma Ingroia accanto alla moglie Giselle Oberti -. Uno dei problemi principali che abbiamo nel nostro Paese è quello della disinformazione e delle fake news. Spesso in nome della sicurezza si fanno abusi e poi la stampa fa la sua parte. Sono stato anche io vittima di questo uso pretestuoso della sicurezza. C’è stato un banale litigio per una questione di posti a sedere sull’aereo di Air France, il comandante ha preso ovviamente posizione a favore del membro dell’equipaggio con cui avevo litigato e si è arrivati al punto che ha deciso che io costituissi un pericolo per la sicurezza. Si sono inventati che io fossi ubriaco: tutto falso. Come è falso che sia stato ‘rispedito’ in Italia: ho proseguito poi il mio viaggio e sono qui in America Latina”.

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Apr 23 2019

un guadagno netto 23 04 2019

UN GUADAGNO NETTO

e in pochi giorni; ancora ieri i migranti dalla Libia verso l’Italia erano 800mila, oggi improvvisamente 100mila: che Salvini, armato di mitra, faccia paura?

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Apr 17 2019

puttane felici 17 04 2019

PUTTANE FELICI

Usate, sempre, mai sentito fossero anche felici, e non c’era bisogno di due anni di lavoro e viaggi in tutti i continenti; il film non ha dato alcuna mano a spacciare una falsa verità, al contrario è la storia di una poveretta cui è andata insperabilmente bene, la maggior parte dei “clienti veri” non sono dei Richard Gere; dall’Avvenire, il giornale dei Vescovi italiani.

—I risultati dell’indagine che le è costata due anni di lavoro e decine di viaggi in tutti i continenti sono condensati in Il mito Pretty Woman (Morellini, pagine 318, euro 17,90). Un titolo curioso, che già rivela le conclusioni dell’autrice: la lobby dell’industria del sesso anno dopo anno ha «spacciato» l’immagine falsa della «prostituta felice» – a cui peraltro ha dato una grande mano il celebre film interpretato dal Julia Roberts e Richard Gere –, celando la pura e semplice verità per ragioni di bottega: la prostituzione è sempre abuso e sopraffazione, mai libera scelta, e chi afferma – parte del femminismo compreso – che il «sex work» è un lavoro come gli altri e come tale va garantito, commette una crudele mistificazione alle spalle delle donne più fragili e marginali.

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Apr 17 2019

quando gli estremi si toccano 17 04 2019

QUANDO GLI ESTREMI SI TOCCANO Da HuffPost che prende da Time; metter fianco a fianco Papa Francesco e Matteo Salvini è faccenda da incidente diplomatico, ma al Papa è andata ancora bene, poteva capitargli Beppe Grillo…………… —C’è anche Matteo Salvini nella lista annuale delle 100 persone più influenti al mondo secondo la classifica stilata dal settimanale americano Time. E a presentarlo alla platea americana è Steve Bannon, guru dell’ultradestra con il suo The Movement ed ex stratega della campagna di Donald Trump. Il vicepremier leghista è inserito nella categoria “leader” insieme a d altri, fra cui Papa Francesco, Donald Trump, Xi Jinping, Jair Bolsonaro, Greta Thunberg e Alexandria Ocasio-Cortez. Salvini non è l’unico italiano all’interno della lista. Nella categoria “icone” c’è Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, insieme a Lady Gaga, Michelle Obama e Taylor Swift. Nella categoria “pionieri” c’è invece lo chef di fama internazionale Massimo Bottura.

Francoforte 17 04 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Apr 17 2019

i falsi del vino 16 04 2019

Vinitaly, in mostra i falsi del vino made in Italy

Uno dei settori più colpiti come dimostra la cantina degli orrori aperta in Casa Coldiretti a Verona dove sono stati esposti dal Bordolino argentino nella versione bianco e rosso con tanto di bandiera tricolore al Kressecco

Nel mirino del presidente degli Stati Uniti Donald Trump è finita circa la metà (50%) degli alimentari e delle bevande Made in Italy esportate in Usa dove nel 2018 si è registrato il record per un valore di 4,2 miliardi (+2%). È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti che ha inaugurato al Vinitaly una mostra sugli effetti della black list stilata dall’amministrazione statunitense nei confronti dei prodotti europei dazi annunciati in risposta agli aiuti europei all’Airbus, che danneggiano la Boeing alle prese con la crisi scaturita dagli incidenti di cui è stato protagonista il jet 737 Max.

Si tratta di una lista per un importo complessivo di 11 miliardi di dollari che comprende anche importanti prodotti agroalimentari di interesse nazionale come vini tra i quali il Prosecco ed il Marsala, formaggi come il pecorino, ma anche l’olio di oliva, gli agrumi, l’uva, le marmellate, i succhi di frutta, l’acqua e i superalcolici tra gli alimentari e le bevande colpite.

Con i dazi aumenterebbero i prezzi dei prodotti italiani sul mercato americano e sarebbero più competitive le falsificazioni ottenute sul territorio statunitense e quelle provenienti da Paesi non colpiti dalle misure di Trump. Basti pensare che il 99 per cento dei formaggi di tipo italiano in Usa sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall’Asiago al Gorgonzola fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina. Ma il problema riguarda tutte le categorie merceologiche come l’olio Pompeian made in Usa, i salumi più prestigiosi, dalle imitazioni del Parma e del San Daniele alla mortadella Bologna o al salame Milano, senza dimenticare i pomodori, come il San Marzano che viene prodotto in California e venduto in tutti gli Stati Uniti.

Ma è certamente il vino uno dei settori più colpiti come dimostra la cantina degli orrori aperta dalla Coldiretti al Vinitaly dove sono stati esposti dal Bordolino argentino nella versione bianco e rosso con tanto di bandiera tricolore al Kressecco, ma ci sono anche il Barbera bianco e il Chianti fatto in California, il Marsala sudamericano e quello statunitense che potrebbe sostituire quello Made in italy colpito dai dazi di Trump. Un rischio concreto che riguarda anche per il Prosecco che guida la classifica dei vini italiani più taroccati con le imitazioni diffuse in tutti i continenti dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smascherata le vendita anche del Whitesecco e del Crisecco. A spingere i tarocchi sono anche le opportunità di vendita attraverso la rete dove è possibile acquistare da aziende anglosassoni pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano.

Il valore complessivo delle esportazioni agroalimentari italiane negli Usa è pari a 4,2 miliardi e rappresenta circa il 10% del totale delle esportazioni nazionali che è di 42,4 miliardi nel 2018 secondo una analisi Coldiretti su dati Istat. Il prodotto nazionale più esportato in Usa è il vino con un valore di 1,5 miliardi, con un aumento record del 4% nel 2018. Da sottolineare il continuo incremento delle esportazioni di spumanti italiani che, trainate dal Prosecco, nel 2018 sono ammontate a un valore di 333 milioni con un balzo del 13%. In pericolo ci sono anche altri prodotti simbolo dell’agroalimentare nazionale a partire dall’olio di oliva con le esportazioni che nel 2018 sono state pari a 436 milioni ma ad essere minacciati sono anche i formaggi italiani che valgono 273 milioni.

Le minacce di Trump arrivano in una situazione resa già difficile per l’agroalimentare Made in Italy dalla Brexit dove l’arrivo di dazi e di ostacoli doganali ed amministrativi potrebbe rendere più difficili le consegne dall’Italia e favorire le importazioni da Paesi extracomunitari. Senza accordo sull’uscita della Gran Bretagna dalla Ue si mette tra l’altro a rischio la stessa tutela giuridica dei prodotti a denominazione di origine che, senza protezione europea, rischiano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione. Basti pensare ai casi, smascherati in passato, della vendita di falso prosecco alla spina o in lattina fino ai wine kit. Il cosiddetto Italian sounding vale oggi nel mondo 100 miliardi di euro, con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio.

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