Mag 05 2021
il grande esordio 05 05 2021
IL GRANDE ESORDIO di Enrico Pirondini, inventore di giornali, su www.cremonasera.it! Francoforte 05 05 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com
—Gli
americani e la Nato si ritirano dall’Afghanistan. E con loro 895
soldati italiani. Dopo vent’anni , tutti a casa. La “ guerra
eterna“ è finita. Il primo maggio cominceranno i rientri, l’11
settembre – data iconica dell’ attacco terroristico al World Trade
Center e al Pentagono giusto vent’anni fa ( 11 settembre 2001 ) che
costò la vita a 2.977 civili e 19 attentatori appartenenti ad al
Qaida – la ritirata sarà completata. Restano sul tappeto un Paese
disastrato con i talebani ancora più forti. E 2.400 soldati
americani morti insieme a decine di migliaia di civili afghani.
Sentenzia lo speciale del New York Times : “ È stato un ventennio
inutile “. E giù il lungo elenco degli insuccessi. Biden però ha
già dichiarato che “ anche se non siamo più militarmente
impegnati , il nostro lavoro diplomatico e umanitario proseguirà “.
Avvisati.
L’attacco iniziato da Bush ha dispiegato 800.000 soldati americani
ed è costato oltre 2mila miliardi di dollari. Senza contare le
centinaia di miliardi, già pianificati, da destinare alla assistenza
medica e alla disabilità dei veterani da qui ai prossimi
decenni.
Emergency rincara la dose: “ La guerra in Afghanistan è
uno dei più grandi fallimenti umani e di politica estera dei nostri
tempi “. E Unama ( United Nations Assistance Mission in Afghanistan
) ha calcolato che soltanto l’anno scorso le vittime civili
sono
state 8.820 e il Paese è tutt’altro che normalizzato.
Germano Dottori, analista e consigliere scientifico di Limes (
rivista di geopolitica facente parte del gruppo editoriale Gedi,
fondata nel 1993 da Lucio Caracciolo ) ritiene possibile
“l’insorgenza del movimento estremista talebano”. Occhio al
radicalismo d’esportazione. Gli italiani
lasciano Herat e Kabul a giorni. Anche noi abbiamo avuto i nostri
caduti ( 54 ). In più ci ritiriamo a mani vuote. Non abbiamo saputo
cogliere le opportunità imprenditoriali ed economiche che offriva
l’area più progredita e pacifica del Paese.
Lo sostiene anche
il generale Marco Bertolini, già comandante del Coi, primo italiano
ad aver ricoperto il ruolo di capo di Stato Maggiore della Missione
Isaf tra il 2008 e il 2009. Ha dichiarato all’agenzia Agi “ che
noi avevamo un ruolo importantissimo. Non eravamo uno dei 40 Paesi
che partecipavano alla missione ma uno dei quattro – con USA, Gran
Bretagna e Germania – che avevano di fatto ciascuno il controllo di
un quarto del Paese. L’Afghanistan è di fatto in guerra dal 1979,
dai tempi dell’invasione russa, e noi probabilmente avremmo potuto
fare meglio sotto l’aspetto imprenditoriale “.
Il ritiro dei
nostri soldati non è semplice . Ci sono rischi e pericoli che non
vanno sottovalutati.
Certo, non tanto per il personale. Alla fine si tratta di 800 uomini.
Ne’ possono creare problemi insormontabili il grosso dei mezzi –
carri, materiali pesanti, aerei – perché buona parte è già in
Italia. Si tratta pur sempre di uscire da un Paese che non ha
ferrovie e non ha sbocchi al mare. Quindi ci si dovrà affidare solo
al trasporto aereo e “trovare voli con determinate capacità sul
mercato o chiedendo il supporto della Nato. Parola del generale.
Dobbiamo ricordarci che non ce ne andiamo solo noi. Se ne vanno
tutti. Questa guerra ci è costata una fortuna: 8,5 miliardi. E non
abbiamo solo perso denaro e vite umane. Abbiamo perso vent’anni.
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