Archive for Febbraio, 2022

Feb 26 2022

i più eguali-trecentoundici 26 02 2022

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I PIU’ EGUALI – trecentoundici

Dalle mie 70 cartelle sui processi Iori, senza editore.

Francoforte 26 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —E’ l’esaltazione della forza della parola, vera arma da guerra nel mondo civile che risolve le contese senza usare le armi classiche: in apparenza le parole han lo stesso valore, ma in guerra no, di colpo si trasformano come i pezzi degli scacchi, c’è chi resta pedone, chi invece è promosso a Regina! Adesso una scelta di atti processuali che, non bastasse il già scritto, fa capire quanto la condanna, definitiva, sia basata sul quasi nulla. Da cui viene, obbligatorio, il sospetto: i giudici dei tre gradi del povero Iori sono tutti, senza eccezione, giudici normali: quanti altri processi, in Italia, sono decisi come il nostro, sul quasi nulla?

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Feb 26 2022

cremonesità-duecentocinquantanove 26 02 2022

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CREMONESITA’ – duecentocinquantanove

E Tamoil continua a inquinare, come scrive www.cremonasera.it; il normale articolo di Federico Centenari, puntuale e preciso.

Francoforte 26 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —Idrocarburi in un’area di centinaia di metri: le indagini alla Bissolati confermano il quadro denunciato dalla società. Ecco i prossimi passaggi

Una novità? Non per me. Quanto accertato ieri (venerdì; ndr) non è certo una novità, ma la conferma di quanto sosteniamo da qualche anno”. Vale a dire, che la Tamoil inquina ancora, inquina eccome (qui uno dei nostri articoli). E non inquina i terreni in un raggio limitato a ridosso dello stabilimento. “L’area interessata (dalla fuoriuscita di surnatante, ossia idrocarburi; ndr) è di centinaia di metri e va dal Flora fin quasi ai campi di tennis della Bissolati. Non è, in altre parole, concentrata in un solo punto”.

A 24 ore di distanza dalle indagini effettuate nei terreni della Bissolati a seguito dell’apertura della nuova conferenza dei servizi sull’inquinamento, il dottor Gianni Porto non canta vittoria, ma pare soddisfatto. I rilievi effettuati alla presenza degli enti, della Tamoil stessa e dell’Arpa hanno confermato quanto la Bissolati, attraverso i suoi legali e attraverso il suo consulente, lo stesso geologo Porto, va dicendo da settimane: l’inquinamento non si è arrestato e la barriera idraulica, evidentemente, non fa ciò che dovrebbe fare.

Due settimane fa – spiega il dottor Porto -, attraverso alcune indagini specifiche abbiamo rilevato alcune anomalie anche a carico della piscina da 50 metri”.

Di cosa si tratta in particolare?

Sono anomalie strutturali che potrebbero essere collegate all’azione della barriera idraulica, alle attività di messa in sicurezza”.

Il danno è ancora più esteso di quello che sembrava in un primo momento?

Non mi esprimo sul collegamento, mi limito a rilevare che vi sono anomalie a carico della piscina grande della Bissolati. Per il resto il quadro è quello che abbiamo descritto da tempo”.

Vale a dire?

L’area interessata è molto estesa. Centinaia di metri. A suo tempo, mentre facevamo le indagini, ci siamo resi conto che al pelo della falda, ossia a circa otto metri e mezzo, si riscontrava la presenza di surnatante. A quel punto sono stati fatti altri tre piezometri e i terreni sono risultati sporchi”.

A quale area si riferisce di preciso?

A quella che va dal Flora fin quasi ai campi da tennis della Bissolati. Questo quadro è stato confermato dalle indagini di ieri”.

Cosa succede a questo punto?

Noi, in conferenza di servizi, abbiamo avanzato richieste precise. Abbiamo chiesto di accorpare i procedimenti amministrativi (bonifica della Bissolati e messa in sicurezza della Tamoil; ndr) e abbiamo detto che il prodotto, il surnatante, deve essere rimosso al più presto. Per fare questo è necessario mettere mano alla barriera idraulica”.

Crede che questa sia la volta buona?

Diciamo che stavolta sono ottimista. Ho visto gli enti più interessati… non diamo niente per scontato, ma ho visto un atteggiamento di disponibilità soprattutto dalla Provincia e dal direttore dell’Arpa”.

Dal punto di vista tecnico cosa succederà adesso?

La conferenza dei servizi non è stata chiusa: quello fatto ieri è un sopralluogo nell’ambito del primo passaggio di questa conferenza. Adesso si tratta di aggiornare l’iter e capire cosa intende fare la Tamoil. Noi confidiamo nel fatto che la conferenza dei servizi adesso chieda un nuovo progetto di bonifica… anzi, che la conferenza chieda un progetto di bonifica, perché fino ad ora…”.

Fino ad ora è stato fatto ben poco…

Non si ha un cronoprogramma e manca una fidejussione per i lavori nell’area della Bissolati, mi dica lei… Ma, ripeto, sono ottimista. Devo essere ottimista”.

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Feb 26 2022

trovato, immagino per caso 26 02 2022

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TROVATO, IMMAGINO PER CASO

Egidio Bandini, il trovatutto di www.cremonasera.it Francoforte 26 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Dopo “Il compagno don Camillo” in Russia, Guareschi voleva scrivere del sindaco e del parroco negli Usa. Trovati gli appunti in un quaderno

Stati Uniti, Russia, blocchi contrapposti, cortina di ferro. Tutti termini riproposti drammaticamente in queste ore dall’invasione dell’Ucraina che ci riporta indietro nel tempo. Guardate cosa ha trovato il nostro Egidio Bandini, custode delle memorie di Giovannino Guareschi, in un vecchio quaderno dello scrittore a Roncole di Busseto.

Ricordate l’ultima scena del film “Il compagno don Camillo”, quella in cui Peppone, travestito da prete, si accingeva a partire per l’America assieme al suo eterno rivale, appena tornato dalla scampagnata clandestina in Unione Sovietica? Il quadro è sempre stato considerato una sorta di tradimento della vicenda narrata da Guareschi, che non prevedeva affatto, alla fine dell’avventura russa, una nemesi statunitense del compagno Giuseppe Bottazzi nei confronti del parroco. Perciò molti ritennero si potesse trattare di null’altro che una forzatura degli sceneggiatori, per applicare l’antichissima norma del “colpo al cerchio ed alla botte” al fine di non urtare la suscettibilità di una parte politica che, negli anni ’60, certamente non gradiva la satira pungente sul mondo sovietico, soprattutto dal lato culturale e delle libertà individuali, che permeava il racconto guareschiano.

Ebbene, niente di più fuorviante: Giovannino Guareschi aveva pensato proprio all’Avventura in USA! La nuova serie di racconti sul Mondo piccolo che si affaccia sul Mondo grande è, sfortunatamente, solo abbozzata in uno dei tantissimi quaderni della serie “spunti e idee” conservati nell’archivio di Guareschi a Roncole Verdi. Il titolo della serie di note è, appunto Avventura in USA e prende le mosse da un invito, rivolto ad un gruppo di agricoltori cattolici italiani di varie province, da colleghi statunitensi. Scrive Giovannino: «I viaggiatori saranno guidati da Monsignor don Camillo». La premessa sembra molto simile a quella del “Compagno don Camillo”, con l’inevitabile ricatto, stavolta ad opera di Peppone, per poter partire in abito simulato. Invece, Guareschi spariglia le carte: infatti, scrive negli appunti: «uno degli agricoltori italiani, all’ultimo, emigra in Australia. Don Camillo ha pronti tutti i documenti collettivi. L’uomo emigrato assomiglia a Peppone. Don Camillo invita Peppone in USA». Proprio così, l’inizio di questa nuova vicenda appare come una riconciliazione fra i due rivali, con il battagliero parroco che, deposte apparentemente le armi, addirittura arriva ad invitare il sindaco a seguirlo nel viaggio oltreoceano. L’illusione dura poco. Già la prima battuta che Giovannino mette in bocca a don Camillo è al pepe: «Ah, ecco il compagno Struzzo che, per non vedere la realtà, nasconde la testa nella sabbia». Si presume, dunque, che i due siano già arrivati a destinazione, dal momento che Guareschi annota: tomba di Kennedy c’è ancora in USA. Tomba di Stalin non c’è più in URSS. Poi annota: “Disoccupati che prendono più di chi lavora.” Poi inizia il vero fulcro della storia: come nel “Compagno don Camillo” emerge il contatto con gli emigrati. In Russia era il militare italiano disperso, in USA è un vecchio ottantacinquenne, arrivato in america nel 1919, dopo la grande guerra. A questo punto sappiamo anche dove sono giunti i viaggiatori, visto che il vecchio, con la sua grande famiglia, vive a Little Italy, ma pensa continuamente all’Italia lontana. Chiede il vecchio ai compatrioti: «Come sta il Re?» Davanti alla perplessità di Peppone e don Camillo i figli dell’emigrato intervengono: «Non bisogna dirgli come l’hanno sistemato, se no muore.» Implicita, quindi, la risposta dei due: «Il Re sta benissimo!» Qui si comincia a raccontare la storia di questa sterminata famiglia arrivata dall’Italia 45 anni prima e Giovannino procede come per tutte le sue storie: puntigliosamente traccia tabelle con date e progredire dell’età dei protagonisti. Il vecchio aveva 40 anni, quando è sbarcato a New York, con cinque figli, rispettivamente di 5, 4, 3, 2 e 1 anno di età, tutti nati in Italia. Altri cinque nasceranno negli anni dal 1920 al 1924 e questi, fa dire Guareschi al vecchio, sono americani. Tutti e dieci hanno fatto la guerra, ma, mentre i cinque italiani sono tornati tutti, dei cinque americani ne sono tornati solo quattro. «Uno è rimasto laggiù e ci farà compagnia – dice il vecchio – abbiamo già la tomba di famiglia al paese.» Mostra la foto della cappella e dice: «È bellissima, comoda, c’è posto per tutti e poi ne avanza per i nipoti. Paghiamo le rate all’agenzia, così, in qualunque momento uno di noi muore, viene trasportato al paese.» Poi l’emigrante si entusiasma: «Ho visto Umberto in USA!» E mostra la cartolina con la Regina Elena e Umberto vestiti da boy scout.

Giovannino salta qualche passaggio, aggiustando un dialogo fondamentale nell’economia del racconto. Dopo qualche pagina con cancellature e stesure diverse, disegna Peppone e don Camillo davanti ad un Crocifisso, in canonica, scrive. Evidentemente ospiti di un sacerdote cattolico. Una volta soli, don Camillo apostrofa Peppone: «Compagno, perché non stracci la tua tessera ora che hai visto come vivono gli americani e come vivono i tuoi compagni russi?» Peppone risponde: «E poi quale tessera dovrei prendere? Siate sincero se ci riuscite!» «Ci riesco – replica don Camillo – nessuna.» Peppone ribatte:«E com’è possibile? Bisogna pur credere in qualcosa.» «Basta credere in Dio.» risponde don Camillo. «No – dice Peppone – bisogna anche credere negli uomini. Altrimenti perché sarebbero morti tutti i milioni di uomini che si sono sacrificati per migliorare le condizioni umane?» Peppone, evidentemente esce di scena, perché, a questo punto, Giovannino fa parlare don Camillo con il Cristo: «Signore, cosa devo rispondere a quest’uomo?» «Anch’io – dice Gesù – ho creduto negli uomini e, per migliorare la loro condizione, ho voluto soffrire e morire come uomo.» E qui Guareschi cancella la frase di don Camillo: «Signore, anche Voi avete aperto a sinistra!» Purtroppo, si arriva difilato al termine della storia. Don Camillo saluta: «Addio, compagno sindaco!» e Peppone risponde: «Ognuno faccia la sua strada, compagno prete!» Giovannino scrive: «Si avviano in direzioni opposte. Poi la strada si unisce – in un ampio cerchio che Giovannino disegna sul foglio – e, come sempre, si riuniscono anche loro.»

Possiamo solo immaginare come Guareschi avrebbe raccontato tutto il resto della storia, ma anche questi pochi appunti sparsi, i piccoli disegni, i dialoghi e le situazioni, la descrizione dei personaggi, bastano a farci capire come si sarebbe svolta la vicenda: nella solita atmosfera da Mondo piccolo, che funziona sempre benissimo, in tutti e cinque i continenti. America, Russia, Australia o Scandinavia che sia, Peppone e don Camillo sono decisamente due personaggi da era globale, adattabili a qualsiasi latitudine, eterni amici-nemici, destinati, comunque, a ritrovarsi insieme, come diceva Guareschi, verso il traguardo della vita.

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Feb 26 2022

il gran cuore di noi cremonesi 26 02 2022

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IL GRAN CUORE DI NOI CREMONESI è magistralmente diffuso da Gilberto Bazoli in www.cremonasera.it; quel che mi impressiona non sono i doni ma l’ospitalità. Francoforte 26 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Il web chiama, Cremona si mobilita per un aiuto agli ucraini. In tanti offrono posti letto per i profughi. Alimenti e beni di prima necessità alle Acli

La generosità di Cremona con l’Ucraina corre sul web. In queste ore drammatiche di guerra sono molti i cittadini che si affidano a Internet per offrire la loro disponibilità ad aiutare, assistere, accogliere i profughi in fuga da Kiev e dalle altre città assediate o bombardate dall’esercito russo.

I messaggi sul gruppo on line ‘Non sei cremonese se…’ sono il segno, uno dei tanti, del grande cuore, anche stavolta, della nostra città e del nostro territorio. “Per ospitare due ucraini per qualche mese dove posso rivolgermi?”, chiede Angie. “Alla Caritas cremonese”, le risponde Elisabetta. Anche Maria Angela si fa avanti: “Vorrei far venire a casa mia tre ucraini che ho conosciuto qualche anno fa. Ma esistono corridoi umanitari per farli transitare?”. Mano tesa pure da Teresa, che si dichiara pronta “a ospitare ragazze” dall’Ucraina. Sempre Angie pubblica l’indirizzo di “un gruppo Facebook per aiutare le famiglie” specificando: “Però mi devo informare come si può fare legalmente in Italia. Questo gruppo funziona per le persone della Romania che vogliono ospitare profughi”. Anche Francesca si prepara a fare la sua parte: “C’è un’associazione qui a Cremona che raccoglie alimenti, vestiti e altro per la popolazione ucraina?”. Desiderosa di scendere in campo pure BarbaraSerafina non ha dubbi: “Penso che parecchie persone si metteranno a disposizione”Michele osserva questo fermento e commenta soddisfatto: “Cominciamo, qualcosa di concreto”.

Qualcosa di molto concreto, e coraggioso, ha intenzione di fare, annunciandolo dal suo profilo Facebook, Fabio Bruno: “Urgente, vorrei partire oggi. Prego condividere: Cerco furgone che porti almeno otto persone per andare a recuperare profughi al confine con l’Ucraina”. Segue numero di telefono.

Si muovono anche associazioni ed enti. Le Acli di Cremona e i Pellegrini con gioia hanno lanciato d’intesa una raccolta alimentari e di beni di prima necessità in favore delle famiglie ucraine che saranno assistite. Il pacco potrà essere recapitato alla sede delle Acli, in via Cardinal Massaia, e a quella della onlus, a San Bassano. Federico, dei Pellegrini con gioia, spiega: “L’iniziativa è stata organizzata allo scopo di non essere impreparati all’arrivo dei profughi. La gente si è presa a cuore questo progetto e sta rispondendo massicciamente. In settimana prenderanno il via le prime consegne dei pacchi. Ci siamo anche offerti per partire e recuperare gli sfollati ucraini al confine con l’Ungheria”. Così come sta  scaldando i motori la Caritas diocesana. “Abbiamo dato, come sempre, la nostra disponibilità di massima – dice il direttore, don Pier Codazzi -. Probabilmente la Prefettura ci chiederà qualcosa di concreto, poi vedremo di rispondere in modo generoso”.

Anche stavolta. Come sta facendo un po’ tutta Cremona, su o giù dal web.

La foto in alto è tratta da Tg com 24

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Feb 26 2022

il traditore 26 02 2022

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IL TRADITORE Mai arrendersi, dice mamma Tonina, convinta che qualcuno truccò il prelievo; Stefano Mauri scrive bene, per sommi capi, sulla brutta storia del Pirata che ci fece sognare in tanti, e durata solo cinque anni; dal Fronte del Blog di Edoardo Montolli.

Francoforte 26 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Sono passati 18 anni da quando, il 14 febbraio del 2004, Marco Pantani fu trovato morto nel residence Le Rose di Rimini. La terza inchiesta sulla morte del Pirata prosegue e la mamma del campione, Tonina, in un’intervista ad Andrea Purgatori, pubblicata nel numero di Oggi in edicola, dice: “A me purtroppo sembra sempre il primo giorno. Vado a letto e il pensiero è quello, mi sveglio e il pensiero è quello. Io i primi due anni non ho capito più niente. Poi mi sono messa alla ricerca della verità. E adesso la voglio, questa verità. Non aiuterà me, perché Marco non me lo restituisce più nessuno. Ma sulla tomba gli ho fatto una promessa. Perché da quando fu squalificato nel 1999 fino a che è morto, lui ha lottato per scoprire chi lo aveva tradito. E non c’è riuscito. Quindi, adesso tocca a me continuare”.

Mamma Tonina, nell’intervista a Oggi, ha inoltre raccontato scorci del Pantani privato, di come il campione era cambiato dopo la squalifica per doping e del presentimento che l’aveva assalita prima della sua morte.

Le rivelazioni choc del pusher Fabio Miradossa: “Marco Pantani è stato ucciso” – GUARDA

E la mente inevitabilmente va pure a una vecchia intervista, rilasciata tanti anni fa da Giancarlo Ceruti, ex patron della Federazione Italiana Ciclistica, alla guida della Federciclo proprio in quella maledetta estate che vide arrivare la squalifica del Pirata.

I misteri sulla morte di Marco Pantani

Ceruti, purtroppo morto di Covid nel 2020, nel novembre 2004, durante un convegno dichiarò: Incontrai Marco Pantani dopo i fatti di Madonna di Campiglio,voleva chiedere alla federazione che presiedevo di avvalorare la tesi nel complotto nei suoi confronti. Con Marco parlai per ore”.

Archiviato il caso Marco Pantani: secondo gli investigatori il Pirata non fu ucciso – GUARDA


Pantani/ “E ora ridate la dignità a mio figlio” – GUARDA

Sì, Mamma Tonina fa bene a chiedere chiarezza e a non arrendersi, tra il 1999 (che strana estate fu per il ciclismo italico che da lì iniziò a soffrire) e quel febbraio maledetto del 2004, tra i monti e il mare di Rimini, qualcosa è successo a Marco Pantani. Ed è ora e tempo della luce su quel periodo cupo.

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Feb 26 2022

giulio sapelli 26 02 2022

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GIULIO SAPELLI lapidario, sul Dubbio. Francoforte 26 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Ha senso continuare a parlare di sanzioni contro Putin sapendo che, come ha spiegato Draghi, dal gas russo siamo dipendenti per il 45 per cento del nostro fabbisogno?

È quasi ridicolo che dalle sanzioni contro Mosca sia stata esclusa l’energia. L’unica sanzione che poteva avere un elemento disgregativo nel piano diabolico di Putin era proprio un intervento mirato sull’energia, ma questo non può essere fatto. In un mondo globalizzato, essenzialmente interconnesso, le sanzioni non sono più possibili. La globalizzazione si fonda sulla interscambiabilità, tanto che se c’è una cosa che continua a funzionare anche durante la guerra sono gli scambi energetici. Farli continuare è interesse sia di colui che vende che di colui che acquista. Il mondo che crede nell’impostazione basata sul mercato non può aspettarsi uno scenario come quello attuale.

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Feb 26 2022

la nostra storia 26 02 2022

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LA NOSTRA STORIA è inzuppata di guerra, l’unico merito di Hitler è di averla condotta in modo tanto crudele che non ci siamo più armati, noi dell’Europa; titolo di www.cremonasera.it Francoforte 26 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Le bandiere dell’Ucraina e i colori dell’arcobaleno riempiono i giardini di piazza Roma: in centinaia al flash mob contro la guerra

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Feb 26 2022

lo sporco che 26 02 2022

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LO SPORCO CHE fa notizia è solo Lercio! Francoforte 26 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Putin: “Disponibili a soluzione diplomatica dopo aver raso al suolo Kiev”

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Feb 26 2022

fine inverno 26 02 2022

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IL CIBO GIUSTO DI CAMPAGNA AMICA

PREPARA IL TUO ORTO

ORTO, COSA PIANTARE A FINE INVERNO

Dopo il primo periodo in semenzaio, basilico, melanzana, peperone, pomodoro potranno essere trapiantati a metà marzo nella sede definitiva. Ecco i consigli del tutor del verde

Siete pronti? Siamo a fine febbraio e le attività di semina e trapianto iniziano a entrare nel vivo soprattutto nei territori caratterizzati da clima mite.

Per prima cosa vediamo cosa piantare in semenzaio in condizioni riscaldate (ad esempio in casa). Possiamo iniziare certamente con basilicomelanzanapeperonepomodoro.

Queste piante potranno essere trapiantate poi a metà marzo nella sede definitiva. Nel caso in cui facesse ancora freddo potremo usufruire di una micro serra.
Siccome i semi sono piccoli, per favorire il successo della semina, andranno seminati nel semenzaio semplicemente spargendoli in modo omogeneo sulla sua superficie e poi attraverso la ripicchettatura, una volta che avranno emesso le prime due vere foglie, le piantine che ci sembrano più vitali potranno essere immesse nell’alveolo dove continueranno nella crescita prima del trapianto vero e proprio.

Per specie come anguriacetriolomelonezucchina, i cui semi sono più grandi si possono utilizzare i classici alveoli mettendo un paio di semi per panetto e nel caso eliminando una delle due piantine germinate. Anche per queste specie, dopo la metà di marzo, sotto ampi tunnel (serra), si possono trapiantare in sede definitiva le nostre piante. Se il clima lo consente, possiamo anche evitare la protezione della serra sperando che non avvengano gelate improvvise.

In pieno campo, possiamo piantare agrettibarbabietolebietolacarotepiselloravanello e rucola. Si consiglia naturalmente di effettuare le semine in file ordinate e distanziate 20 cm l’una dall’altra. Se il clima è rigido nel primo periodo si può stendere del tessuto non tessuto lungo le file per facilitare la germinazione e proteggere le piantine.

Il terreno in tutti i casi dovrà essere umido e mai allagato.

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Feb 26 2022

da mariastella gelmini 26 02 2022

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DA MARIASTELLA GELMINI

Cari amici,

sono ore difficili per l’Ucraina e per l’Europa. La guerra scatenata dalla Russia non ha giustificazione alcuna. L’Italia ha condannato immediatamente questa disumana aggressione che cambia purtroppo la storia, quella storia che con troppo ottimismo pensavamo fosse ‘finita’ con il ‘900.

Questa mattina, prima alla Camera dei deputati poi al Senato, abbiamo ascoltato le dichiarazioni del Presidente Draghi: il suo equilibrio, la sua fermezza, nelle sue parole la posizione di tutto il Paese e di tutte le forze democratiche italiane.

L’unità del Paese in uno dei momenti più tragici della storia europea, è la necessaria premessa per l’unità dell’Unione Europea, della Nato, del consesso democratico internazionale. 

Da Forza Italia c’è e ci sarà il pieno sostegno a tutti i provvedimenti che la gravità della situazione impone, a cominciare dall’impegno militare e dalle sanzioni che saranno adottate d’intesa con i nostri alleati. 

In una fase così complessa, che vede l’Italia uscire faticosamente da due anni di crisi sanitaria, economica e sociale, non possiamo ignorare l’impatto che tutto ciò avrà anche sul nostro Paese. Penso alla situazione degli approvvigionamenti energetici, alle preoccupazioni della comunità ucraina presente in Italia o dei nostri connazionali rimasti sul campo. 

Le immagini e le testimonianze che arrivano da Kiev e da tutto il territorio ucraino lasciano il segno.
In questo secondo giorno di guerra, mentre si intensificano i combattimenti intorno alle principali città del Paese, il mio pensiero va al popolo ucraino. 

Donne, uomini, bambini, anziani in fuga, alla ricerca di un posto sicuro prima che la guerra arrivi anche nelle loro case.

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