Archive for Gennaio, 2022

Gen 29 2022

il magnifico via vai 29 01 2022

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IL MAGNIFICO VIA VAI vende anche una sola bottiglia, e che bottiglia! da Sussurrandom, immagino la mano di Stefano Mauri. Francoforte 29 01 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Chef Stefano Fagioli lancia una nuova avventura: i vini selezionati da lui e dalla figlia Delia, in vendita al Via Vai. Si parte con la (bella) cantina La Tosa

Iniziamo oggi un nuovo capitolo della Trattoria Via Vai: l’idea è di proporvi dei vini in offerta al migliore prezzo possibile.
Come funziona? Io e Delia selezioniamo per voi uno o più vini,

voi confrontate i prezzi sul web e se la nostra proposta vi stuzzica li ordinate.
Per ora il ritiro va effettuato solo in trattoria, per le spedizioni ci stiamo organizzando, anche perché inciderebbero non poco sul prezzo finale.

Partiamo con Colli Piacentini DOC Malvasia ” Sorriso di Cielo” 2020 La Tosa:
1 bottiglia da 750 ml euro 14,50.
Cartone con 6 bottiglie da 750 ml euro 81,60 (13,60 cadauna.), 1 bottiglia da 1500 ml euro 29,00.
Cartone con 3 magnum euro 81,60 ( 27,20 cadauno).

Offerta valida fino a martedì 1 Febbraio 2022.Possibilità di ritiro da Sabato 5 febbraioprevio accordi con Stefano allo 0373.268232.

La scheda del vino la potete trovare qui:

http://www.latosa.it/assets/files/wines/sorriso-di-cielo-ita.pdf

Grazie per la fiducia!
Prenotazioni allo 0373.268232 o via WhatsApp al numero 338.3247829.

Stefano Fagioli

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Gen 29 2022

malignità 29 01 2022

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MALIGNITA’ in cui è specialista Repubblica…. Francoforte 29 01 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —Elezione presidente, lo schianto dell’avvocatessa Casellati che si vedeva già al Quirinale

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Gen 29 2022

riusciranno 29 01 2022

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RIUSCIRANNO

a tirare la giacca a Mattarella, che non vedeva l’ora della pensione?

Francoforte 29 01 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Gen 29 2022

prima però 29 01 2022

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PRIMA PERO’ la verifica, pubblica anche www.cremonasera.it! Francoforte 29 01 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —Legambiente: Tamoil renda noti i progetti per la riconversione ecologica ma prima si verifichino i dati dell’inquinamento

Torna in campo il Circolo Vedo Verde di Legambiente dopo l’Osservatorio Tamoil. E lo fa chiedendo di conoscere nel dettaglio i progetti di conversione ecologica della Tamoil ma prima si verifichi la contaminazione.

Dopo aver partecipato all’Osservatorio Tamoil del 26/01/2022, il Circolo Vedo Verde condivide la scelta dell’Assessore Simona Pasquali di convocare la conferenza di servizi per analizzare e approfondire i dati prodotti dalla Società Canottieri Leonida Bissolati. Riguardo il futuro dell’area Tamoil, è necessario avere ulteriori informazioni: se Tamoil ha un piano di nuovi investimenti in prospettiva di una conversione ecologica, questo deve essere illustrato nei particolari e non limitato a una dichiarazione di intenti. Si chiede anche a Tamoil e all’Amministrazione Comunale di rendere pubblici i passaggi urbanistici che sarebbero intercorsi e, prima di qualsiasi decisione, di conoscere lo stato di contaminazione sia delle aree interne dell’area sia di quelle esterne. Infine, il Circolo auspica che l’Amministrazione Comunale svolga un ruolo determinante nelle decisioni del futuro dell’area tutelando i cittadini, la salute e l’ambiente”.

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Gen 29 2022

de rica raccomanda 29 01 2022

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DE RICA RACCOMANDA in www.cremonasera.it la famosa polenta di Storo! Francoforte 29 01 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—DOVE LA VALLE DEL CHIESE SI ALLARGA, PRIMA CHE IL FIUME SI GETTI NEL LAGO D’IDRO, SI TROVA STORO, LUOGO IN CUI VIENE COLTIVATO IL GRANTURCO PREDILETTO DA CHEF E BUONGUSTAI.

Storo e le sue frazioni, Darzo, Lodrone e Riccomassimo, a pochi chilometri dal Lago d’Idro, oltre a essere una meta gettonata per le belle passeggiate e i paesaggi stupendi, racchiude un segreto speciale per la cucina. Stiamo parlando di una farina gialla di pregio, chiamata anche “oro di Storo” prodotta per preparare il piatto tipico di questa località: la polenta trentina, nelle sue declinazioni sfiziose e invitanti.

La Polenta di Storo è un prodotto tipico del Trentino – Alto Adige: la farina gialla da granoturco coltivato seguendo i cicli della natura, prodotta secondo il procedimento antico, è ricavata da pannocchie dalla forma allungata che vengono raccolte ad ottobre e fatte asciugare dai venti secchi di montagna. Vengono poi macinate lentamente al mulino, ottenendo così una farina molto digeribile e priva di glutine, che permette alla polenta di risultare grezza e rustica e al contempo corposa e genuina.

Dipinti murali, corti e ballatoi, stradine selciate, androni, piazze con fontane di granito: passeggiare a Storo è un’affascinante esperienza in un mondo senza tempo. Un centro storico pittoresco con viuzze e piazzette fanno da cornice a questo piatto tipico adorato da locali e forestieri, grazie alle diverse possibilità di condimento: la polenta si adatta bene infatti sia come accompagnamento a salumi, formaggi e carne in umido, ma anche alle sue cinque tipiche preparazioni.

La Polenta Carbonera, ad esempio, è una polenta molto ricca e saporita, condita con pasta di salame e salamelle e formaggi di malga a pasta filata, come la Spressa delle Giudicarie DOP. La Polenta Macafana è un piatto unico di origine povera, preparato con la cicoria raccolta nei campi, burro e Spressa. La Polenta Cucia o Concia è invece un piatto della tradizione contadina, arricchito con burro di malga e formaggio di monte fuso. La Polenta di patate è semplice e sobria ma altrettanto nutriente e gustosa, con cipolle e patate che ne esaltano il gusto. Infine, la Polenta delle streghe preparata con castagne, formaggio di malga e… una pozione magica segreta!

Per la promozione della Farina gialla di Storo, sono nati anche i “Polenter”, un gruppo di volontari che girano l’Italia preparando dal vivo delle gustose polente in grandi paioli. La Polenta di Storo è assolutamente da provare, per assaporare il sapore genuino di montagna del Trentino.

Intanto potete deliziarvi con la ricetta dello Spezzatino con fagioli e polenta

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Gen 29 2022

finalmente il comune 29 01 2022

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FINALMENTE IL COMUNE risponde agli inquilini e a www.cremonasera.it, l’articolo è di Federico Centenari. Francoforte 29 01 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Case popolari in via Litta e Ceccopieri zona di spaccio e abusivismo: gli inquilini esasperati scrivono al Comune, che fissa un incontro per martedì

Scantinati usati come alloggi di fortuna da abusivi, con tanto di branda, sacchetti, indumenti e oggetti sparsi ovunque. Rifiuti ingombranti, pezzi di carta stagnola sulle scale, evidentemente usati per conservare hashish. Mozziconi di sigarette, escrementi e un cucchiaino con il fondo bruciato, usato chiaramente per sciogliere l’eroina.

Siamo nelle case di edilizia residenziale pubblica di via Litta, nelle cantine in comune con gli alloggi popolari di via Ceccopieri. Qui la situazione è al limite. Ce ne siamo occupati alcuni mesi fa, ma da allora non è cambiato niente (qui l’articolo). Anzi, la situazione è drammaticamente peggiorata nonostante gli appelli dei residenti al Comune, che gestisce quelle case e che ha un contatto diretto con queste difficili realtà solo grazie alla figura del tutor condominiale. E’ chiaro però che anche con tutta la buona volontà dei tutor il problema permane e servono interventi più decisi, serve una svolta dal punto di vista della politica abitativa. Eccetera.

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Gen 29 2022

assoluzioni e prescrizioni 29 01 2022

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ASSOLUZIONI E PRESCRIZIONI

Sul Dubbio.

Francoforte 29 01 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Ho letto i dati a cui lei fa riferimento. Per quanto questo tipo di analisi sia cosa delicata, posso dire, in via di prima approssimazione, che, anche sulla scorta degli studi da noi condotti sulla base dei dati ufficiali della Direzione Generale di statistica e analisi organizzativa del Ministero, sono corretti i numeri sui proscioglimenti indicati dal Primo Presidente. E sono numeri sconvolgenti. Se lei aggiunge a quel 50,50% di esiti assolutori da parte del giudice monocratico adito a citazione diretta, i numeri delle prescrizioni, si arriva sicuramente – lo dico a spanne – attorno al 60%, forse di più.

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Gen 29 2022

le arance 29 01 2022

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IL CIBO GIUSTO DI CAMPAGNA AMICA

I CONSIGLI DI GIORGIO CALABRESE

ARANCE, PROTAGONISTE DELLA RICERCA

Gli agrumi, in particolare quelli a polpa rossa, sono diventati le star della ricerca, che ne valuta l’effetto sul metabolismo e il ruolo nella protezione del cuore

Le arance sono gli agrumi più conosciuti e usati nell’alimentazione umana, quelle che portiamo normalmente sulle nostre tavole sono le arance dolci, da non confondere con le arance amare, e senza dimenticare le arance rosse di Sicilia, dalla caratteristica polpa di colore rosso rubino.

Le arance sono considerate dei frutti benefici per la salute soprattutto per la loro ricchezza di Vitamina C che ci aiuterebbe nella prevenzione del raffreddore e dei malanni stagionali, rafforzando il sistema immunitario. Hanno delle proprietà anticancro che aiutano soprattutto a contrastare alcuni tipi di tumori che possono interessare la pelle, i polmoni, il seno, lo stomaco e il colon. Per il loro contenuto di potassio, le arance sono considerate benefiche per il cuore e la circolazione.

Hanno proprietà antiossidanti, rinfrescanti e astringenti. La loro ricchezza di fibre aiuta ad alleviare la stitichezza e inoltre stimola l’apparato digerente per aiutarlo nell’eliminazione delle tossine. Le arance sono ricche di carotenoidi, delle sostanze che contribuiscono a proteggere gli occhi e la vista.

Sono una fonte importante di vitamine e di sali minerali. Le arance con il loro contenuto di vitamina C contribuiscono a favorire l’assorbimento del ferro contenuto nei cibi vegetali. Si tenga presente che 100 grammi di arance forniscono al nostro organismo circa 53,2 mg di vitamina C, le cui dosi regolari, corrispondenti ad almeno un grammo assunto quotidianamente, hanno ridotto la durata media del raffreddore del 18% nei bambini e dell’8% negli adulti.

Le arance, come tutti gli agrumi, sono un frutto poco calorico. Infatti 100 grammi di arance (parte edibile) apportano al nostro organismo soltanto circa 47 calorie. È stato riscontrato un particolare beneficio nelle arance rosse di Sicilia: per via di un particolare gene queste arance risultano utili per prevenire l’obesità e le malattie cardiache. Il merito è delle antocianine che proteggono il nostro Dna dallo stress ossidativo e dunque dai processi degenerativi e dall’invecchiamento precoce. Bere succo d’arancia con costanza contribuirebbe a migliorare le funzioni cognitive degli over 65. I ricercatori hanno valutato soprattutto il potere antiossidante di questi preziosi agrumi. I benefici riguarderebbero soprattutto il miglioramento delle funzionalità cerebrali e cognitive.

Normalmente le arance non hanno particolari controindicazioni, ma potrebbero esserci casi di allergie, intolleranze, problemi di salute, assunzione di farmaci specifici o diete speciali da seguire per cui le arance potrebbero risultare sconsigliate.

A cura di Giorgio e Cinzia Myriam Calabrese

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Gen 28 2022

i più eguali-duecentotrentaquattro 28 01 2022

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I PIU’ EGUALI – duecentottantaquattro

Dalle mie 70 cartelle sui processi Iori senza editore, una riga, una sola riga!

Francoforte 28 01 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —I margini di ambiguità residuati sulle modalità effettive di somministrazione dello Xanax, non essendosi i consulenti medico-legali espressi in termini di certezza,
ma di possibilità, in ordine all’ingestione in forma liquida piuttosto che solida del farmaco” Così, in scioltezza, la “Suprema Corte” passa su un “dettaglio” da nulla!! Bene, la Cassazione, che quando fa comodo ripete d’esser giudice di legittimità e non di merito, qui ha esaminato e confermato tutti i “meriti” delle Corti di merito: c’è una riga, una sola riga, che descriva come Maurizio Iori abbia dato lo Xanax?

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Gen 28 2022

cremonesità-duecentotrentadue 28 01 2022

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CREMONESITA’ – duecentotrentadue

Toccatina di Anna Maramotti Politi al giovane Burgazzi per via del Cittanova in www.cremonasera.it, ma l’Unesco si limita a dire? ovviamente i motivi dell’articolo sono tanti….

Francoforte 28 01 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com Abbiamo il riconoscimento Unesco del violino e non tuteliamo la città di Stradivari e di Guarneri del Gesù?

Vi sono interventi sulle città che non sono paragonabili alle catastrofi naturali né a quelle perpetrate dagli uomini. Sono quegli interventi che le deturpano: risultati  di tecniche avanzate che hanno come effetto un impatto nefasto sull’identità e la memoria cittadina. Sembrerebbero sviste, sembrerebbero inezie, sembrerebbero peccati veniali perché non incidono brutalmente. Per intenderci chi ne è autore appare al cittadino come uno sprovveduto che “non l’ha fatto apposta”. Forse egli stesso è succube di situazioni cui non può sottrarsi. In fine dei conti potremmo definire costui un “bravo ragazzo”, degno di comprensione. Per altro un intervento di ripristino sembra sempre possibile. La tecnologia ci offre certamente tecniche di restauro avanzate, ciò che però non ci restituisce è la cultura di chi aveva realizzato quei beni. Lo si voglia o no il rapporto col passato è interrotto. Le radici sono recise. 

Questi interventi possono essere assimilati alla tradizione dello spargimento del sale sulle città conquistate. La memoria sembra essere affidata alle sole carte d’archivio. Certamente queste costituiscono un bagaglio irrinunciabile per ricostruire gli accadimenti, ma la configurazione della città con i suoi edifici è esperienza che ciascuno di noi vive. Si tratta di una memoria attiva e non differita.  Per questo è doveroso riflettere su quanto è accaduto a Cremona. Anche solo qualche esempio può essere illuminante.

Chi di noi ha una vaga “percezione” di come fosse la città di Cremona prima che venissero distrutte le mura, le porte, il complesso di S.Domenico?. Neppure le stampe ci consentono d’immaginare la ricchezza urbana che per la volontà superficiale degli amministratori di allora è andata totalmente perduta. Eppure, a ben vedere, anche quelle autorità cittadine erano indiscutibilmente “brave persone”.  Le distruzioni sono state considerate segno di progresso: di ammodernamento. Ma veniamo a tempi più recenti, anche se ormai storicizzatisi. Chi di noi ha vagamente nella memoria come era piazza Roma prima dell’edificazione dei complessi abitativi che si affacciano sui giardini?. Piero Gazzola collaborò alla salvaguardia dei tempi di Abu Simbel, ma nulla poté, nonostante fosse Soprintendente, per salvaguardare il centro storico di Cremona: il centro non era vincolato.

Prendo quindi spunto da quanto scritto dall’Assessore Luca Burgazzi perché forse è proprio dalla sua affermazione che è opportuno riprendere l’argomento. L’Assessore scrive: “ben sapendo che la legislazione non aiuta in termini di prevenzione, ma ci si ritrova molto spesso ad agire solo dopo.” Mi chiedo: “un vuoto legislativo può giustificare un atteggiamento fondamentalmente fatalistico da parte di un’amministrazione, oppure è suo compito specifico individuare gli strumenti normativi alternativi che le consentono di salvaguardare il patrimonio culturale di cui essa è responsabile?”. Se non vi fosse altra soluzione che quella di attendere la rovina per poter intervenire, se non vi fosse altra soluzione oltre quella di chiamare la “polizia locale” quando qualcuno contravviene alle disposizioni in vigore, se così fosse ci si chiede se la burocrazia abbia preso il posto della politica. Il sistema innanzi tutto! Sono sconfortata. Necessariamente ci si deve arrendere così facilmente?, necessariamente si deve essere succubi di un malcostume tanto diffuso?. Debbo proprio concludere che su Cremona aleggi la voluntas moriendi?.

   Così non deve essere. Si dice fatta la legge trovato l’inganno; ma si potrebbe anche rovesciare questo detto. Mi spiego: l’Amministrazione è impotente perché non vi è un vincolo a protezione del centro storico; ebbene, lo richieda al Ministero. Non è l’Amministrazione ad istallare sul territorio di propria pertinenza semafori o autovelox dove si ravvisa la possibilità di incidenti? Analogamente, provveda a porre in atto tutte quelle azioni necessarie per ottenere lo strumento essenziale per salvaguardare la città da continue deturpazioni. Solo il vincolo del centro storico evita interventi impropri sulla nostra città. Cremona è forse storicamente meno significativa di Mantova o di Parma?. Le memorie del suo territorio sono forse così prive di valori da ritenerle non degne di attenzione?. Si deve forse ricordare l’importanza della storia per averne coscienza? La storia non è una mera disciplina nata dalla curiosità di sapere come eravamo, ma  costituisce la radice identitaria di un popolo. Non a caso Benedetto Croce, ateo, ha scritto quel mirabile testo che fa riferimento alla civiltà cristiana: Perché non posso non dirmi cristiano

La tutela dei centri storici è disciplinata nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004 e ss. mm. e ii.). Mi limito ad un generico riferimento perché la materia legislativa va affrontata solo da chi per propria formazione ne ha fatto oggetto specifico di studi e di approfondimenti. Per attivare nuove tecnologie (colonnine per la ricarica elettrica delle auto) dobbiamo proprio offendere piazza S. Agata?. Non si tratta di mero rispetto, ma coscienza civica, per altro, condivisa dalla cittadinanza. 

Facendo riferimento proprio alla cittadinanza sento già levarsi obiezioni da parte di chi, non sapendo cosa sia un vincolo, teme che questo costituisca un limite alle proprie libertà, ai propri diritti e alle proprie iniziative.   

Va precisato che il rispetto per i beni che ci provengono dal passato  non comporta  bloccare la città in un tempo che non è coevo ad oggi. Il vincolo porta ad indirizzare le scelte progettuali verso soluzioni congrue che sappiano contemperare le funzioni d’uso (bisogni abitativi d’oggi e una viabilità sostenibile) al rispetto dell’esistente. È questo il compito specifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio: indirizzare le iniziative dei cittadini per raggiungere entrambi gli obiettivi. 

Se sono giustificabili i timori dei singoli cittadini, perché il termine “vincolo” può indurre in errore, non altrettanto è giustificabile la posizione di un’amministrazione che non si attiva per ottenerlo. 

Si è voluto il riconoscimento del violino come espressione della cultura immateriale e non si opera per salvaguardare la città di Stradivari e di Guarneri del Gesù. 

Non si vorrebbe che l’indolenza portasse allo sfacelo. Quando un sito è rovinato nessuno può miracolosamente restituirlo. Per questo la conservazione è doverosa e non il restauro definito inopportunamente “ritorno all’antico splendore”. Il tempo che noi sperimentiamo non è reversibile. È un falso ideologico ritenere di poterlo riprendere: nessuno di noi ringiovanisce, non vi è nessuna cura miracolosa in tal senso!.

Altrettanto, un presente senza memoria è una condizione patologica sia per il singolo sia per la collettività. Si è fatto cenno che l’architettura e l’urbanistica devono saper contemperare le esigenze contemporanee con la salvaguardia della memoria. Un contributo all’interno di tale percorso potrebbe essere favorito dall’apposizione del vincolo di tutela paesaggistica per il centro storico della città che l’Amministrazione potrebbe favorire.

Un’osservazione in questo contesto è d’obbligo. Non è lecito semplicemente scaricare sulle precedenti amministrazioni le colpe. Ciò non significa che non ne abbiano, ma siamo tutti adulti: ognuno assuma le proprie responsabilità. Oggi si tratta di non soccombere all’accidia.  Se una multa impingua l’erario comunale, non serve certo a ricompensare Cremona della sua perduta identità. Non si tratta di condividere semplicemente comuni valori, come è stato scritto dall’Assessore, ma di renderli concreti. Quanto è auspicabile per il cittadino, per l’Amministrazione è un dovere specifico. 

Se nel lontano 26 luglio del 1876 il re Vittorio Emanuele II istituiva con Regio Decreto una commissione conservatrice dei monumenti d’arte e d’antichità per la provincia di Cremona, come si può pensare oggi di disattendere al compito di conservare il nostro patrimonio cittadino di cui noi siamo responsabili?. 

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