CLIMA:
COLDIRETTI, DA INVASIONE ALIENI 1 MLD DI DANNI NEI CAMPI
L’invasione
di insetti e organismi alieni portati nelle campagne italiane dai
cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi ha causato
danni per oltre un miliardo nel 2019 con gravissimi effetti sul piano
ambientale, paesaggistico ed economico. E’ quanto emerge dal
Rapporto Coldiretti su “Clima: la strage provocata dalle specie
aliene nelle campagne italiane” diffuso all’inaugurazione della
Fieragricola dove è stata mostrata la teca degli orrori con le
specie aliene arrivate in Italia con il surriscaldamento che hanno
fatto strage nei campi coltivati, in occasione della prima
mobilitazione di migliaia di agricoltori italiani con i trattori per
fermare la strage senza precedenti provocata dalla cimice killer
arrivata dall’Oriente che mettendo in ginocchio interi settori
produttivi senza che siano state attivate misure di sostegno
comunitarie adeguate a fronteggiare una vera calamità naturale.
Dalla
cimice asiatica al batterio della Xylella, dalla Popillia japonica
alla Drosophila suzukii, dal cinipide galligeno che ha fatto strage
di castagni al punteruolo rosso che ha decimato le palme o il
coleottero Aethina tumida, sono sempre di più le specie aliene che
distruggono i raccolti, favorite dai cambiamenti climatici evidenti
anche in un inverno caldo anche nei giorni della merla che
smentiscono addirittura la tradizione di essere i più freddi
dell’anno con lo smog nelle città e danni nelle campagne. L’ultima
ad invadere l’Italia è la “cimice marmorata asiatica” arrivata
dalla Cina che – sostiene la Coldiretti – è particolarmente
pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito
delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla
volta. Un autentico flagello è il batterio della Xylella che è
stato introdotto con molta probabilità dal Costa Rica attraverso le
rotte commerciali di Rotterdam ed ha devastato gli uliveti del
Salento dove quest’anno sono andate perse quasi 3 olive su 4 in
provincia di Lecce con il crollo del 73% della produzione di olio di
oliva che non sarà certamente recuperata nell’annata 2019 –
2020, secondo un’analisi elaborata da Coldiretti Puglia sulla base
dei dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN).
Dall’autunno 2013, anno in cui è stata accertata su un
appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua
Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia
efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli
ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e
Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, in provincia di Bari.
E
danni sta facendo anche la Drosophila suzukii il moscerino killer
molto difficile da sconfiggere che ha attaccato ciliegie, mirtilli e
uva dal Veneto alla Puglia. Le castagne hanno invece pagato un conto
salatissimo per colpa – precisa la Coldiretti – del cinipide
galligeno del castagno, il Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla
Cina che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè
ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni contro il quale
è stata avviata con successo una capillare guerra biologica
attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell’insetto Torymus
sinensis, che è un antagonista naturale, anche se ci vorrà ancora
tempo per ottenere un adeguato contenimento.
La
produzione Made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e
mille fiori – sostiene la Coldiretti – è invece minacciata da
due insetti killer, il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il
coleottero africano (Aethina tumida) che mangiano e rovinano il
miele, il polline e, soprattutto, la covata annientando la
popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare.
Ma
c’è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario
dell’Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in
Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un
vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in
Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.
“Con
il cambiamento climatico sotto accusa è il sistema di controllo
dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – denuncia il
Presidente della Coldiretti Ettore Prandini – che ha lasciato
passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica
europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti
agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate
le cautele e le quarantene che – continua Prandini – devono
invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con
estenuanti negoziati e dossier che durano anni. Per effetto dei
cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo
di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provocano stragi
nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure
di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che
nazionale – conclude Prandini – anche con l’avvio di una
apposita task force”.
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