MIMMO
LUCANO
Ci son tanti modi diversi di
giudicare fatti e persone; per i media di sinistra il sindaco di
Riace è un modello da imitare, www.affaritaliani.it
pensa un poco diverso……. —Un nuovo tassello per il
soprannominato “sindaco dell’accoglienza”. Lucano
è stato descritto dai magistrati nell’inchiesta per la quale è
rinviato a giudizio come un uomo ossessionato dal potere e
dalla visibilità. I giudici la chiamano
“delirio di onnipotenza”, alimentata dalla visibilità
internazionale
data da articoli, film e documentari che raccontano l’epopea di Riace
e sua, come quando la rivista Fortune lo inserì tra i 50 uomini più
influenti del pianeta, insieme a Obama e il Papa. Un sistema, Riace,
che è tutt’altro che un modello, “opaco e inverminato da mille
illegalità al suo interno”, hanno scritto i giudici della Libertà
che hanno preso sotto esame il suo caso.
Raggiunto dalla notizia del nuovo avviso di garanzia l’ex
sindaco ha dichiarato all’agenzia Adnkronos di sentirsi
“amareggiato”. La
sua versione dei fatti fa riferimento ad un singolo caso di una donna
eritrea e a suo figlio di pochi mesi, che erano inseriti in un
progetto di accoglienza al Cas a Riace.
Lucano: “la prefettura ci aveva chiesto l’inserimento per la
madre e il bambino e noi avevamo detto di sì perché c’era la
disponibilità”. In seguito “fu fatta l’iscrizione al
registro anagrafico e poi fu richiesta la carta d’identità perché
il bambino aveva necessità di vedersi assegnato un pediatra”.
Per l’ex sindaco la contestazione nascerebbe dalla carta d’identità
rilasciata nonostante la donna e il bimbo “non avessero il
permesso di soggiorno”. Questa la sua versione. Il caso va
inserito nel contesto di Riace. Nell’indagine Xenia che l’ha
portato a processo i magistrati facevano capire che le motivazioni
che muovevano l’ex sindaco erano differenti: “La
fa da padrone il tornaconto politico-elettorale del Lucano che in più
di un’occasione fa la conta dei voti che gli sarebbero derivati dalle
persone impiegate presso le associazioni e o destinatarie di borse
lavoro e prestazioni occasionali, persone molte delle quali inutili a
fini lavorativi
o addirittura non espletanti l’incarico loro affidato, sovrabbondanti
rispetto ai bisogni eppure assunte o remunerate anche in via
occasionale per il ritorno politico-elettorale”. Una
rete di voti e di economia, quella cittadina, che 10 milioni di euro,
arrivati dallo Stato, permette di alimentare. Si
trovano strutture, teoricamente dedicate agli immigrati, ma
inesistenti, personale assunto e che come sa bene lo stesso Lucano,
intercettato, finge di lavorare, denaro speso per concerti o per
alimentare il mito “Riace” e manipolazioni nelle rendicontazioni.
“Tutto questo sistema di associazioni sul territorio è stato,
peraltro, realizzato da Lucano”, scrivono i giudici, “senza
nessuna osservanza dei principi di economicità, efficacia e
trasparenza procedendo direttamente alla selezione degli operatori
economici (enti gestori) senza far ricorso alle prescritte procedure
di evidenza pubblica. In tal modo ha gestito l’accoglienza,
avvalendosi di diversi enti gestori da lui scelti e composti da
persone a lui legate da intensi rapporti, nell’ambito dei progetti
Sprar e Cas di: n°468 stranieri nel 2014; n°512 stranieri nel 2015;
n°557 stranieri nel 2016; n°268 stranieri nel 2017 (fino al mese di
settembre). Sono stati quindi veicolati a queste associazioni dal
ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria somme di
denaro per un ammontare di € 10.227.494,60”
In
riferimento al nuovo avviso di garanzia Lucano ha dichiarato: “Io
lo rifarei… la Costituzione prevede il diritto alla salute, il
diritto alla salute è inviolabile e fondamentale”.
Formulazione quest’ultima che a sinistra lo fa rappresentare come
un perseguitato.
—Un
pesante black out ha interessato nel pomeriggio di sabato 28 dicembre
ampie porzioni di città nella zona sud: corso Vittorio Emanuele II (
da porta Po a piazza Stradivari), via Cadore (da via Belfuso a via
Porta Po Vecchia, quest’ultima inclusa), via dei Tribunali, primo
tratto di via Ruggero Manna fino a via Jacini, che pure è al
buio. Il guasto è di competenza Citelum, il gestore
dell’illuminazione pubblica. Accese, invece, le luminarie presenti
in corso Vittorio Emanuele. Una situazione che non è nuova, ma che
questo pomeriggio si è protratta più a lungo del solito, dalle
17,40 circa fino alle 19) creando disagio e pericoli per la
circolazione—
La
Provincia fin che c’è, diretta dal Bencivenga fin che appare,
sceglie altre notizie:
—«Gli
auguri di Natale del sindaco Roberto
Lazzari
sono la fotocopia di quelli pubblicati su internet dal sindaco di
Genova Marco
Bucci».
Chi in questi giorni a Spinadesco sta mettendo in giro questa voce ha
spedito al giornale anche i due testi che messi a confronto, in
effetti si assomigliano molto a partire dalle prime righe, dove
l’unica parola cambiata è città (rivolta a Genova) sostituita con
paese (per Spinadesco)—
Al
lettore tipo della Provincia fin che c’è, diretta dal Bencivenga fin
che appare, è necessario spiegare che città è riferito a Genova,
paese a Spinadesco: dev’esser per questo motivo che il Prefetto Vito
Danilo Gagliardi considera il giornale “la testata di
riferimento”…..
Dopo
2mila anni, quasi come nell’Islam; quando ero giovane, le donne in
chiesa dovevano coprirsi il capo col velo; dall’Avvenire, il giornale
dei Vescovi italiani.
—Il
supplemento si chiude con una paginetta dal titolo forte: “Rompere
il muro della diseguaglianza”. In essa tre fondatrici
dell’Associazione Donne in Vaticano – Romilda Ferrauto, Adriana
Masotti, Gudrun Sailer – sostengono
che “anche in Vaticano le donne sono a volte viste, da uomini,
ma anche da altre donne, come persone di minor valore intellettuale e
professionale, sempre disponibili al servizio, sempre docili ai
comandi superiori”. Di qui l’urgenza appunto di “rompere
il muro della diseguaglianza fra donne e uomini nella Chiesa”.
PARITA’
COMPLETA
Che dire, la gelosia non
ha confini e lo conferma l’articolo 3 della Costituzione: “tutti i
cittadini sono eguali di fronte alla legge, senza distinzione di
sesso eccetera eccetera”; dal Corriere della Sera.
—Maltrattamenti in una coppia gay, applicato il «codice rosso» al
marito violento. I due uomini si erano conosciuti in carcere e uniti
civilmente. Una volta a casa però sono iniziate le liti per gelosia,
le botte e la segregazione. La polizia chiamata dai vicini di casa.
LA
LEGGE DEL PIU’ FORTE – millequattrocentocinquantotto
Guido Neppi Modona sul Dubbio, cui sfugge un
principio fondamentale a tutela del cittadino: e se l’imputato, dopo
dieci anni, fosse riconosciuto innocente?
—Stupisce che persino la prescrizione sia divenuta oggetto di
scontro politico tra le stesse forze della maggioranza di governo. La
prescrizione è infatti un istituto che coinvolge fondamentali
principi costituzionali in tema di funzionamento della giustizia e
diritti dei cittadini, segnatamente il principio del giusto processo
e il corollario della sua ragionevole durata, entrambi enunciati
dall’articolo 111 della Costituzione. Principi sulla cui attuazione
sarebbe ragionevole aspettarsi un sostanziale accordo tra tutte le
forze politiche, ferme restando eventuali marginali discordanze tra
maggioranza e opposizione.
Si tratta cioè di trovare un punto di
equilibrio capace di conciliare contrastanti esigenze. Da un lato la
pretesa punitiva dello Stato, volta ad applicare la sanzione penale a
chi ha commesso il reato e a rispondere alle aspettative di giustizia
della vittima del reato e di sicurezza della collettività;
dall’altro il cosiddetto “diritto all’oblio” a favore
dell’autore del reato, cioè l’esigenza di evitare che la
sanzione penale intervenga in un momento eccessivamente lontano dal
reato, cioè quando il processo non è più “giusto”, perché le
aspettative di giustizia della vittima sono ormai deluse e l’imputato
è persona ormai diversa da chi allora aveva commesso il reato.
Eccetera eccetera.
si
rivela sempre, è l’unica religione sbeffeggiata, e spesso in modo
greve; dall’Agenzia Agi.
—In
Brasile è bufera su una controversa commedia diffusa su Netflix
per Natale, nella quale Gesù è gay e porta a casa il fidanzato
Orlando per presentarlo ai genitori.
Dalla
Provincia fin che c’è, diretta dal Bencivenga fin che appare, il
Prefetto Vito Danilo Gagliardi racconta l’inizio della sua giornata
di lavoro:
—Ogni
mattina, alle 5, leggo la versione digitale de La Provincia. Prima
gli articoli, poi le lettere al direttore. È un modo per capire che
cosa accade sul territorio. Oggi sono venuto a fare gli auguri e a
ringraziare chi realizza la testata di riferimento della provincia:
dal direttore ai giornalisti a chi, ogni giorno, la confeziona e la
stampa.
-Giornale:
Sondaggio, Borgonzoni in risalita ormai tallona Bonaccini. Secondo
l’ultima rilevazione di Opinio Italia il governatore uscente si
attesta al 48,5%. La leghista appena dietro al 45,5%