Archive for Settembre, 2018

Set 28 2018

oggi a iori, domani a te 28 09 2018

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Chi volesse, gratis, il libretto via mail, una settantina di cartelle, mi dia il suo indirizzo; i miei sono flcozzaglio@gmail.com cozzaglio.flaminio@alice.it
339 3599879 0372 431727 ———————————————
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Set 28 2018

la legge del più forte-milledodici 27 09 2018

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLEDODICI Dal Dubbio; ma più che nelle dichiarazioni di principio, che valgono il tempo di pronunciarle, come si comporteranno i giudici nei processi?
—L’avvocato è un baluardo di diritti. Ma non solo individuali, non solo del singolo che accede alla giustizia e si avvale della tutela prevista dalla Costituzione all’articolo 24, ossia il diritto inviolabile alla difesa in giudizio: l’avvocato è per l’intero sistema democratico garanzia che il diritto prevalga sui conflitti. E quindi, sulla pretesa di ridurre la giustizia a mero «fattore di crescita dell’economia», sull’idea – respinta due giorni fa dal presidente Mattarella nel discorso ai neoconsiglieri Csm – che l’esito della dialettica processuale debba accordarsi con «le pressioni mediatiche o le opinioni correnti». No, la giurisdizione dev’essere autonoma e indipendente dalle esigenze di “velocità della macchina” come dagli umori della piazza. Può essere così, può essere garantito questo equilibrio essenziale per la democrazia solo a condizione che un intervento sulla Costituzione «riconosca e, anzi, rafforzi l’autonomia e l’indipendenza della giurisdizione e dell’avvocato in particolare», come ricorda il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin in un’intervista pubblicata ieri dal Sole– 24Ore. Tutta la giurisdizione, non solo la magistratura: va assicurata anche all’avvocatura, osserva Mascherin, la «non condizionabilità» da «fattori esterni, sociali, politici, economici». Ed è per questo che l’avvocatura stessa ha scelto di dedicare il 34esimo Congresso nazionale forense alla proposta di rafforzare nella Carta il riconoscimento del “ruolo e della funzione dell’avvocato”. Un progetto ambizioso, come viene fatto notare dal quotidiano economico. Persino insolito per le assise forensi, eppure indispensabile: mai come in questo momento è necessario tutelare non semplicemente una figura professionale ma l’intangibilità delle garanzie, del processo come dialettica non condizionabile, della giustizia come architrave democratica. Un’urgenza che il Cnf, massimo organismo dell’avvocatura, ha incorniciato in fondo alla prospettiva dei lavori svolti esattamente un anno fa in un altro appuntamento di grande rilievo, il primo G7 delle istituzioni forensi, rivolto ai rischi del linguaggio d’odio. È proprio l’abolizione del confronto inteso come scambio, a insidiare la giustizia, e a richiedere che lo Stato riaffermi come quel bene primario sia intangibile e uno dei suoi due custodi, l’avvocato, meriti per questo di essere rafforzato nella sua indipendenza e libertà.

Cremona 27 09 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Set 28 2018

se un giorno d’autunno un viaggiatore, 27 09 2018

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SE UN GIORNO D’AUTUNNO UN VIAGGIATORE,
che l’acqua la usa per lavarsi e bollire la pasta, e null’altro! decidesse di fare un salto in Langa per la scorta di vini rossi, perché gli han detto che lì trova i migliori, che il paesaggio eccetera; le colline di Langa sono da tempo una monocultura, al posto del mais, la vite, che i più arditi piantano fin in cortile; ci sono anche vini buoni a prezzi ragionevoli, ma bisogna darsi da fare.
Basta invece spostarsi di qualche Km, dove regnano la Barbera e il Moscato e le colline conservano ancora i boschi, e i prezzi son tanto ragionevoli da far sorgere il dubbio: saran bottiglie buone? Un paio di nomi:
Il patriarca, prediletto di Luigi Veronelli: Nino Bronda, Nizza Monferrato, la sera al 0141 72 6028.
Il giovane, di grande talento, qualche anno in più di Cristiano Ronaldo: Paolo Laiolo, Vinchio d’Asti, 0141 950311 950139
All’ora di pranzo il ristorante di cucina tradizionale, se mangi proprio tutto spendi 40 euro, altissima qualità compresa: La Violetta, Calamandrana, frazione Valle San Giovanni, 0141 769011.
I giochi sono fatti, partite e divertitevi!

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Set 27 2018

qui cremona-cinquantatre 27 09 2018

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QUI CREMONA – cinquantatre
—In estrema sintesi è bene sottolineare alcune circostanze puntuali. In primo luogo, malgrado la pressante richiesta di ascolto da parte dei cittadini e della minoranza per non eliminare la previsione delle Strada Sud dal Piano, l’amministrazione ha tirato dritto sulla base di presupposti politici ed ideologici, senza uno straccio di soluzione per i problemi di via Giordano e, soprattutto, calpestando qualunque diritto democratico dei cremonesi. Si poteva benissimo mantenere nel documento di piano la previsione, sino al momento della risoluzione dei problemi di quel comparto di città. Questo non avrebbe causato nessun danno mentre avere cancellato l’unica possibilità attualmente conosciuta, comporterà danni in termini di tempo e di denaro. Dopo avere “tenuto a bada” i cittadini con la promessa secondo la quale era pronto un progetto viabilistico per risolvere i problemi della zona sud della città, scopriamo solo ora che tutto è rinviato alla stesura del Piano Urbano della Mobilità, piano che, tuttavia, arriverà comodamente pochi giorni prima delle elezioni. Una vera presa in giro—
Stralcio e copio dalla risposta di Federico Fasani al Piano regolatore della Giunta Cilecca; di quel che respirano i cittadini della zona Giordano, Cilecca e compagni se ne infischiano, se però serve, per qualche voto in più, promettere in campagna elettorale la chiusura dell’inceneritore, che inquina l’intera città, lo si promette pur sapendo di non poterlo mantenere; veder poi l’assessore Andrea Virgilio, cambiato argomento, fare un salto da olimpiade vengono i brividi; da www.cremonaoggi.it:
—“A differenza di altre città dove il colore politico è stato messo in secondo piano, qui c’è tutta la vergogna di Lega e Forza Italia che votano contro Cremona. Mentre a Roma Forza Italia attacca lo scippo, in Lombardia cerca di attaccarsi alla poltrona”—
La Giunta Cilecca s’è limitata a votare contro un solo quartiere.

Cremona 27 09 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Set 27 2018

ridano pure degli italiani 27 09 2018

RIDANO PURE DEGLI ITALIANI
Il comico di un Paese civile che abbia ancora un re; dove i cittadini si stupiscono se uno della famiglia reale apre da sé la portiera dell’auto…..

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Set 27 2018

lezione di stile 27 09 2018

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LEZIONE DI STILE
Dalla rubrica fake news della Provincia fin che c’è:
–Il primo dettaglio che dovrebbe insospettire qualsiasi utente è l’italiano presente nei messaggi. Può, una multinazionale, rischiare una figura barbina quando lancia un’iniziativa?–
Ecco la figura barbina:
–Kinder premia tutti con un scatola pieno di prodotti per festeggiare il suo 50° anniversario–
Il lettore della Provincia fin che c’è potrà mai credere che la Ferrero per festeggiare Kinder scriva “un scatola pieno di prodotti”? Andiamo, di questo passo potrebbe credere esistano ristoranti dove il pesce altro che fresco, lo servono in tavola vivo, e a temperatura ambiente…….

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Set 27 2018

no commissione prezzi 27 09 2018

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IL CASO DEGLI INDUSTRIALI CHE BOICOTTANO LA COMMISSIONE PREZZI
I suinicoltori di Coldiretti Cremona: “Pretendiamo rispetto dagli industriali della macellazione. Un’offesa anche per le istituzioni che ora devono intervenire”
“Purtroppo una parte della filiera italiana della carne suina sembra fare di tutto per demolire il settore e le buone pratiche che stanno alla base di un corretto rapporto fra chi produce e chi trasforma. Personalmente consegno i miei suini a una cooperativa, una scelta che mi ha messo al riparo dalla difficoltà che purtroppo oggi tanti altri suinicoltori affrontano, dovendosi rapportare con macellatori privati che hanno l’abitudine di non rispettare né i contratti, né gli accordi ed i prezzi fissati dalla Cun, la Commissione Unica Nazionale”. Giannenrico Spoldi, suinicoltore di Trigolo, componente di giunta di Coldiretti Cremona, interviene con queste parole, commentando la vicenda che ha visto gli industriali macellatori, nei giorni scorsi, non presentarsi deliberatamente alla commissione per il prezzo dei suini che si svolge settimanalmente a Mantova, con lo scopo malcelato di evitare aumenti nelle quotazioni dei maiali italiani che sono in questo momento dovuti.
Coldiretti ha denunciato tale comportamento, definendolo “offensivo nei riguardi di migliaia di allevatori che in altri tempi hanno subito veri e propri tracolli del prezzo, ma sempre si sono presentati al confronto con gli industriali dei macelli”. Le commissioni prezzi nazionali – sottolinea la Coldiretti – sono state istituite per rendere trasparenti gli accordi sui prezzi e il fatto di sottrarsi a questo obiettivo deve essere disapprovato con fermezza dagli stessi ministeri sotto la cui egida sono state costituite le stesse commissioni.
“Le istituzioni devono intervenire con decisione in questa vicenda, a garanzia che i rapporti tra diversi soggetti della filiera siano improntati a lealtà e rispetto reciproco – sottolinea Serena Antonioli, allevatrice di Vescovato e vicepresidente di Coldiretti Cremona –. E’ certamente importante e positivo il fatto che l’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi abbia convocato un tavolo tecnico regionale, per affrontare anche questa delicata questione”.

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Set 27 2018

non son sicuro sia tutto esatto 27 09 2018

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NON SON SICURO SIA TUTTO ESATTO, ma Angela Mauro, di Huffpost, lo racconta bene! —Per la prima volta nella storia della Repubblica il plenum del Csm, presieduto dal presidente della Repubblica, elegge alla vicepresidenza un esponente proveniente dalle fila dell’opposizione. David Ermini, 58 anni, toscano di Figline Vardarno, arrivato in Parlamento nella scorsa legislatura per l’area di Matteo Renzi, ex responsabile giustizia del Pd, si ritrova alla guida del Consiglio Superiore della Magistratura. Anche un po’ a sua insaputa, come spiegheremo. E’ il fronte moderato dei togati che lo porta lì, a dispetto della maggioranza di governo gialloverde che subisce anche una certa reazione istituzionale, evidentemente. Infatti, in terza votazione, per Ermini risultano determinanti i voti dei due membri di diritto del Csm: il procuratore generale della Cassazione e il primo presidente della Cassazione, che si schierano contro il candidato indicato dal M5s, Alberto Maria Benedetti, espressione della maggioranza di governo.
Quella di Ermini è un’elezione che spacca il plenum. Ma soprattutto lo ridisegna al suo interno senza che siano rispecchiati gli equilibri di maggioranza e opposizione in Parlamento. Di fatto disallinea il governo, da un lato, e la magistratura, dall’alto. Un fatto inedito che cade però in un’epoca del tutto inedita a livello politico-istituzionale.
La spinta iniziale alla candidatura di Ermini viene garantita dal pacchetto di ben 10 voti delle correnti moderate e di centrodestra del plenum: Magistratura Indipendente (5 voti) e Unicost (altri 5). Un bottino sicuro per il neoeletto vicepresidente, bottino noto da tempo. Ma oggi, in terza votazione, a questi 10 voti si sono aggiunti i due membri di diritto, più naturalmente il voto dello stesso Ermini. E i membri di diritto hanno fatto la differenza, facendo pendere la bilancia su un consigliere laico indicato dall’opposizione piuttosto che su quello indicato dal M5s, forza di governo.
In terza votazione, quella risultata utile all’elezione, Benedetti, professore di diritto indicato dai cinquestelle, si ferma a 11 voti. Dentro, c’è il suo più i 2 degli altri consiglieri di area pentastellata, Filippo Donati e Fulvio Gigliotti. Ci sono i voti dei due consiglieri della Lega, Stefano Cavanna ed Emanuele Basile. Ma soprattutto ci sono i voti di tutti e 6 i togati delle correnti di centrosinistra: i 2 dell’area che fa capo a Piercamillo Davigo, ‘Autonomia e indipendenza’, ma anche i 4 di ‘Area’, la corrente di centrosinistra in cui è confluita Magistratura Democratica, anticamente vicina al Pd.
Insomma Ermini viene eletto solo dai togati: i 10 moderati e i due membri di diritto. I due consiglieri di Forza Italia, gli avvocati Alessio Lanzi e Michele Cerabona, scelgono invece scheda bianca. Nei palazzi della politica, si racconta che inizialmente erano anche tentati di votare Benedetti: in fondo, il M5s ha eletto l’azzurra Elisabetta Alberti Casellati alla presidenza del Senato a inizio legislatura. Ma poi Silvio Berlusconi avrebbe imposto la linea di astensione: scheda bianca. Il pentastellato Benedetti infatti è pur sempre allievo di Enzo Ruoppo che ha difeso Carlo De Benedetti contro Berlusconi in tribunale. Ad Arcore questa non può passare. Al Csm dunque passa Ermini, a sua insaputa visto che solo stamattina la sua elezione non veniva data per certa, anzi.
Naturalmente si scatena il putiferio su un organo dello Stato come il Csm, roba di altissimi e pericolosi livelli. Polemica e caos non solo a Palazzo dei Marescialli ma anche tra le forze politiche in Parlamento, a dimostrazione del disallineamento avvenuto.
La corrente di Davigo attacca sulla “diretta provenienza del nuovo vicepresidente dalla politica”, si scatena contro i togati moderati che hanno scelto “un vicepresidente espresso da una forza che, oggi minoritaria, ha governato fino a pochi mesi addietro e per la quale siede in Parlamento un magistrato in aspettativa, ex componente del Csm ed ex segretario generale di Mi”. Un chiaro riferimento al deputato del Pd Cosimo Ferri, in passato leader di
Magistratura indipendente, di cui costituisce ancora un punto di riferimento.
I togati di Area, che per la prima volta hanno voltato le spalle a un consigliere del Pd seguendo i cinquestelle, giustificano così il loro voto su Benedetti: “Lo abbiamo scelto perché è un professore di diritto civile, distante dalle tante polemiche che caratterizzano il dibattito sulla giustizia e più consapevole dei reali problemi e bisogni del sistema giudiziario”.
Un dibattito che evidentemente anticipa un po’ quello che sarà il dibattito nel Pd al congresso ormai vicino. Ma questo oggi passa in secondo piano, in Parlamento. Nel Pd gli anti-renziani – che mettono nel conto alleanze future con il M5s – masticano amaro, ma tacciono. Quando il Parlamento ha eletto i consiglieri laici a luglio, gli orlandiani avevano proposto il nome di Massimo Luciani, non di Ermini che però poi l’ha spuntata anche con i voti del M5s. Ad ogni modo, oggi l’attacco che arriva dal vicepremier Luigi Di Maio e dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è così alto da riuscire a ricompattare i Dem (per ora, ovvio).
“È incredibile! – scrive Di Maio su Facebook – Avete letto? Questo renzianissimo deputato fiorentino del Pd (David Ermini, ndr) è appena stato eletto presidente di fatto del Consiglio Superiore della Magistratura. Lo hanno votato magistrati di ruolo e membri espressi dal Parlamento. Ma dov’è l’indipendenza? E avevano pure il coraggio di accusare noi per Foa che non ha mai militato in nessun partito. È incredibile. Ermini è stato eletto a marzo, si è fatto 5 anni in parlamento con il Pd lottando contro le intercettazioni: la riforma che abbiamo bloccato era proprio la sua. Ora lo fanno pure presidente. Il Sistema è vivo e lotta contro di noi”.
E questo è Bonafede: “I magistrati del Csm hanno deciso di affidare la vice presidenza del loro organo di autonomia ad un esponente di primo piano del Pd, unico politico eletto in questa legislatura tra i laici del Csm. Da deputato mi sono sempre battuto affinché il Parlamento individuasse membri laici non esposti politicamente. Prendo atto che all’interno del Csm, c’è una parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica!”.
“Dichiarazioni gravissime”, risponde il segretario Maurizio Martina, “il governo rispetti la Costituzione e l’organismo di autogoverno della magistratura”. “Irresponsabile mettere in discussione per futili motivi di propaganda l’indipendenza della magistratura e la libertà del Parlamento”, è la nota dei due capigruppo del Pd alla Camera e al Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci.
“Di Maio non è più lucido – scrive Matteo Renzi su Facebook – Ieri mi ha dato dell’assassino, oggi attacca i giudici italiani. Capisco lo stress di lavorare, specie per chi non vi è abituato. Ma Di Maio – prosegue l’ex premier – dovrebbe ricordarsi che le procedure del Csm sono definite da una legge fondamentale che si chiama Costituzione. Continuano ad attaccare le istituzioni, senza pietà. Bisogna reagire. Perché chi tace è complice”.
Restano gli strascichi pesanti di un plenum spaccato e un vicepresidente non allineato al governo. Da parte sua Ermini, che con Renzi non ha più avuto rapporti brillanti dai tempi della polemica sulla legittima difesa, fa ogni sforzo per presentarsi neutrale: “Quando veniamo qui ognuno di noi dismette la casacca che aveva un minuto prima, risponde solo alla legge e alla Costituzione, quindi ho chiesto la sospensione dal partito politico, per avere la libertà di dedicarmi a questo compito. Al presidente della Repubblica, garante della Costituzione, mi rivolgerò in maniera continua durante il mio mandato”.

Cremona 27 09 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Set 27 2018

festival della zucca anche a crema 27 09 2018

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Domenica al Mercato di Campagna Amica a Crema
il “festival della zucca” e “l’oasi dell’uva”
Con gli agricoltori di Coldiretti, uscita a tema dedicata alle “regine dell’autunno”
E’ tradizionalmente dedicata al “Festival della Zucca” l’ultima uscita nel mese di settembre del Mercato di Campagna Amica a Crema, domenica sotto la pensilina di via Verdi. Obiettivo degli agricoltori di Coldiretti è regalare ai cittadini una giornata nel segno dell’eccellenza Made in Italy, in omaggio al prodotto di stagione, con degustazioni e zucche offerte a un prezzo amico.
Portate dagli agricoltori della Coldiretti, domenica 30 settembre numerosissime zucche di ogni forma e colore troveranno posto presso il mercato, regalando un colpo d’occhio notevole: si andrà dalle prelibate (la “delica” e la “bertina piacentina”) a quelle “meno appetibili ma comunque commestibili e particolarmente belle da vedere”, come la zucca “provenzale”, la “napoletana”, la “violina”, per approdare alle zucche puramente ornamentali e alle “giganti”. Fra queste ultime, ci saranno zucche dalle dimensioni record, che come ogni anno diventeranno campionesse di ‘selfie’ e celebrazioni via social. Ci sarà spazio per le degustazioni, dolci e salate, secondo menu e ricette delle nostre campagne, a base di prodotti offerti dagli agricoltori presenti presso il mercato di Campagna Amica (primo ingrediente sarà la zucca, sposata nelle ricette a formaggi di bufala, ma anche salumi).
Domenica il mercato degli agricoltori promette un’altra sorpresa: nel fine settimana tutti i mercati di Campagna Amica d’Italia celebrano la vendemmia e il vino, ed anche presso il mercato di Campagna Amica a Crema sboccerà una piccola “oasi dell’uva, regina dell’autunno, e del vino italiano”, con esposizione e degustazione di vini dell’Oltrepo Pavese. Per i più piccoli ci saranno le marmellate a base d’uva.
“Le feste a tema rappresentano un’occasione per celebrare i prodotti di stagione e sono per noi anche un modo per ringraziare le famiglie del territorio, che ormai da dieci anni, presso il mercato di Campagna Amica a Crema, ci riservano un’accoglienza calda e davvero familiare – spiega Alberto Soragni, produttore di zucche, in prima linea nell’iniziativa –. Diamo dunque appuntamento per domenica in via Verdi, per una mattina dedicata al buono e al bello che nascono dalla vera agricoltura italiana”.

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Set 27 2018

vediamo fino a che punto arrivano 27 09 2018

VEDIAMO FINO A CHE PUNTO ARRIVANO L’origine del pasticcio: FESTIVAL DI SANREMO DUE La prima responsabilità è mia, che so di patire le correnti d’aria e per il caldo notturno più che sopportabile di Ceriana ho dormito con le finestre spalancate; conseguenza, colpo di freddo e stamattina alle sette già dal letto nausea e conati di vomito; mi alzo e la testa gira; aspetto passi ma non succede e così alle 9 in punto entro al Pronto Soccorso dell’ospedale di Sanremo, dove inizia il Festival che descrivo; i cosiddetti parametri, presi già in ambulanza: pressione frequenza ossigeno, sono buoni; mi chiedono i precedenti, le medicine che prendo, do l’elenco dell’ospedale e spiego che in ottobre 2017 mi son tenuto un infarto senza sintomi, di cui non mi sono accorto, per otto giorni, che dal 6 luglio 2018 porto il defibrillatore, e finisco in sala d’attesa: la chiameranno! con un codice ignoro se bianco o trasparente; di nuovo colpa mia, scopro ore e ore più tardi: la testa che gira non è sintomo di infarto, avrei dovuto dichiarare dolori al torace e difficoltà al respiro. Dalle 9; quando mi rendo conto che le ore passano, chiedo; risposta, abbiamo solo 4 medici che prima visitano i casi urgenti; mia replica, ho 71 anni, vi ho detto d’aver avuto 10 mesi fa un infarto senza sintomi, che porto il defibrillatore eccetera, non credo siano tanti i casi più urgenti; lo ripeto spesso ma non voglio annoiare: alle 18 vengo ricevuto da un’infermiera laureata, ma solo perché i piedi si gonfiano, e allora passo! cui ripeto tutto; visitano adesso l’ultimo codice giallo poi è il mio turno. Aspetto ancora, dopo le 19 mi fanno entrare nel corridoio degli studi dei 4 medici, riesco a parlare con due, entrambi la stessa risposta: appena abbiamo finito le urgenze. Urgenze che ho avuto modo di ammirare nelle 11 ore complessive di sosta premiata, le più giovanottoni/e con fisico da olimpiade che uscivano dopo pochi minuti. Alle 20, per fortuna, passa un amico di Ceriana che mi riporta a casa; i 4 medici, spero abbiano i turni, non han trovato il modo di ordinare un elettrocardiogramma all’infermiere, saranno ancora alle prese coi codici gialli dei giovani, i vecchietti malandati guariscono naturalmente, o prima o poi se ne vanno, da soli o male accompagnati da chi non è capace di distinguere, dall’accettazione in poi, un codice rosso da uno trasparente. Mia domanda più che trasparente: all’Ospedale di Sanremo c’è o non un dirigente, manager, la qualifica che si ritenga più adatta, che ogni tanto scenda al Pronto (??) Soccorso per insegnare, dall’accettazione in avanti, quale sia la scala delle malattie urgenti? Ceriana 02 08 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com Il dottor Buone Pratiche risponde: Gentile sig. COZZAGLIO, siamo spiacenti nell’apprendere il disappunto da lei espresso in occasione dell’accesso in Pronto Soccorso dello scorso due agosto e nello specifico, del tempo che ha dovuto attendere. Come spesso accade nel periodo estivo, si è trattata di una giornata particolarmente critica con un iperafflusso di codici gialli e di due codici rossi. Avendo lei un codice di minor gravità (VERDE), il tempo di attesa si è necessariamente prolungato. Ci scusiamo del disagio arrecato e le inviamo i nostri migliori saluti. Il Direttore Dipartimento Buone Pratiche Cliniche e Farmaceutiche La mia replica, che spedisco ai giornali, in Regione Liguria, alla Procura: Dipartimento Buone Pratiche, dio sa quello delle meno Buone; ultimo perché non intendo più scrivere di e a persone di livello Buone Pratiche, dopo aver naturalmente segnalato il fatto a chi avrebbe il dovere di insegnare ai dipendenti, almeno, a scrivere lettere con un pizzico di verità. “Il tempo che ha dovuto attendere”: dalle 09 03 alle 20 15, senza essere visitato nonostante le mie continue richieste, sfociate in un: “se mi viene un accidente io sono il primo a dispiacermi, ma voi dei guai con la Procura”; “avendo lei un codice di minor gravità”: me lo son dato io o me l’ha attribuito l’accettazione? a cui ho consegnato, dietro richiesta, l’elenco delle otto pastiglie quotidiane, la cartella clinica, detto del recente infarto, del defibrillatore, che non mi reggevo in piedi dalle vertigini, oltre ai miei 71 anni; ben “due codici rossi e iperafflusso di codici gialli, come spesso accade nel periodo estivo” a Sanremo, città da evitare, dunque, almeno nei mesi caldi; io ho una laurea in legge, non in medicina, ma gli occhi e la testa per capire se le almeno cinquanta persone visitate eran da codice giallo, tanti giovani con fisico da olimpiade, li ho; 34 giorni per concludere, ci dispiace, ma abbiamo ragione noi: allora che rispondete a fare, tenetevi la vostra ragione e pregate che prima o poi i vostri comportamenti non vi consegnino al Tribunale! Di due giorni fa la risposta dell’Assessore regionale: Gentile Signor Flaminio Cozzaglio, ho letto con molta attenzione la Sua segnalazione. Ho, quindi inoltrato la Sua richiesta agli uffici competenti che Le risponderanno. La ringrazio e Le porgo cordiali saluti. Sonia Viale
Cremona 27 09 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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