Archive for Ottobre, 2016

Ott 28 2016

archetipi alfabetici-due 28 10 2016

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ARCHETIPI ALFABETICI – DUE
Dalla lettera A, uno dei tanti richiami di Costanza Bondi, donna che a volte si sente un po’ “costretta” in Perugia:
“Anche l’altare come mensa spirituale ha origini ultramillenarie e lo si ritrova in tutte le culture comparse sulla Terra senza distinzione di religione o di usanze socio-culturali, sia in Oriente che in Occidente: dai mandir induisti alle mense precolombiane e alle are romane, fino a giungere, nell’attualità, all’Altare della Patria dal significato simbolico e celebrativo del sacrificio di ogni milite ignoto morto per i più nobili ideali”.

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Ott 28 2016

il nostro pirondini-cinquanta 28 10 2016

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IL NOSTRO PIRONDINI – CINQUANTA
Ho collezionato molti episodi con Maradona, molti aneddoti. Un giorno mi avvicina il portiere Giuliano Giuliani, al Napoli dall’estate del 1988 dopo tre stagioni al Verona. Ci conoscevamo bene, l’avevo frequentato ai tempi del Como e poi al Bentegodi. Mi dice: “Sono stato con Maradona a trovare in Polinesia Marlon Brando. Ho le foto, fanne l’uso che credi. Ti dico solo che per arrivare nell’isoletta di Brando abbiamo fatto otto ore di barca. Non si arrivava mai. Maradona e Marlon Brando si sono sintonizzati subito. Diego era curioso, voleva sapere dei suoi grandi successi come “Il padrino” e “Ultimo tango a Parigi”. Di quest’ultimo film e della famosa scena Brando gli ha detto che era figlia delle fantasie sessuali personali del regista Bertolucci. Poi si è interessato di Hollywood, del,cachet astronomico che Brando incassava per ogni film. E’ stata un’esperienza bellissima”.

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Ott 28 2016

l’articolo ventuno 28 10 2016

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L’ARTICOLO VENTUNO della Costituzione, un po’ lunghetto, inizia così: “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Il pezzo sotto, dalla Stampa on line, non risolve certo il problema dei migranti ed è, culturalmente e intellettualmente, troppo “piccolo”; come il pensiero, confortato ahinoi già da qualche sentenza, che tutti quelli che dichiarano: ho bisogno! abbiano il diritto di venire in Italia, e restarci a nostre spese. —-«Visto che noi siamo, per voi, infedeli: ma perché non ve ne andate nel vostro califfato di Iraq con il santo Califfo El Bagdadi, il quale vive di armi e uccide a tutto spiano coloro che non sono sunniti?». È il messaggio riportato da un cartello affisso sia all’interno che all’esterno della chiesa di Gorino Ferrarese, al centro delle cronache per aver respinto 12 profughe, erigendo, lunedì scorso, delle barricate per bloccare l’autobus che trasportava le migranti, destinate poi altrove dalla prefettura. A esporre il cartello Don Paolo Paccagnella, da oltre 25 anni è alla guida della parrocchia Beata Vergine della Mercede. «Sono davvero esterrefatto, non ne sapevo nulla. Sono stato avvisato ieri sera della presenza di questo cartello. È stata l’ennesima tegola in testa» ha commentato Diego Viviani il sindaco di Goro (di cui fa parte la frazione di Gorino Ferrarese), deciso ad affrontare il parroco per fargli presente, dopo la rimozione, che «un cartello del genere non trasmette certo un insegnamento di accoglienza degli altri popoli e di fratellanza».
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Ott 28 2016

un vero principio di diritto 28 10 2016

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UN VERO PRINCIPIO DI DIRITTO
Roma, Capodanno 2015: 767 settecentosessantasette vigili urbani non si presentano al lavoro, al loro posto il certificato di malattia!
Multe ai sindacati, tenuti per responsabili d’aver organizzato la “protesta”; ricorso al giudice del lavoro, che le annulla, perché, secondo il Corriere della Sera: “I comportamenti individuali dei dipendenti non possono essere ricondotti ad una astensione collettiva e devono essere oggetto di una valutazione singola, caso per caso”
Scrivo spesso: basta che incroci due parole per spiegare, il giudice italiano ha il diritto, costituzionalmente protetto, di sentenziare come vuole. Alla prima “agitazione collettiva”, in grande: Genova 2001, in piccolo: Cremona 24 gennaio 2015, la Giudiziaria non perda tempo a cercare gli organizzatori, ma valuti persona per persona le eventuali responsabilità.

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Ott 28 2016

andare a fondo 28 10 2016

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ANDARE A FONDO
Il compagno Galletti Roberto, segretario del Pd cremonese, sgomita su www.cremonaoggi.it:
—In moltissime città lombarde la piscina è luogo di sport, ma anche di divertimento e socialità per giovani, bambini, anziani e famiglie. Così non è più a Cremona. Negli anni abbiamo assistito ad un progressivo deterioramento del servizio e delle strutture che ha allontanato molti cittadini; basti pensare che nel periodo estivo i nostri Grest e Centri estivi hanno sempre preferito altre piscine e altri contesti che, seppure più lontani, sono più belli, più attrezzati o “solo” curati meglio—
Ci ha quasi convinti; gli unici a non aver capito, gli atleti del nuoto e pallanuoto delle canottieri cittadine, paralimpici compresi, allenatori&genitori, che martedì han protestato nel Salone dei Quadri contro la decisione della Giunta e del consiglio di affidare a una società privata, per soli 25 venticinque anni, la gestione della piscina comunale.

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Ott 28 2016

non solo demansionato 28 10 2016

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NON SOLO DEMANSIONATO
Avevo scritto a suo tempo: Gigi Sforza è un ottimo comandante e una cara persona, ma il “parliamone” Galimberti non doveva permettersi, uno dei primi atti, di rimuovere brutalmente dall’incarico, unico fra tutti i dirigenti del Comune di Cremona, e senza un mezza parola di spiegazione, Fabio Germanà Ballarino, come fosse l’ufficialetto sorpreso con le dita nel vaso della marmellata: altro che i nove mesi di demansionamento, Germanà Ballarino ha un’immagine pubblica distrutta per sempre, fin che resta in servizio!

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Ott 28 2016

il braccio armato della libera 28 10 2016

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IL BRACCIO ARMATO DELLA LIBERA
Mi affido a internet, cliccando “Fiera del bovino da latte di Cremona”: nelle prime dodici pagine, poi ho smesso, non c’è un giornale che conti che spenda tempo a scriverne, checché ne vanti tale Rossi Alessandro, di Mondo Padano, del gruppo Arvedi, per il quale sarebbe la terza Fiera al mondo, dopo Toronto e Madison; tirando la zappa sui piedi, a lui, il tale Rossi, a Mondo Padano, al cavaliere, quando aggiunge: “in arrivo delegazioni ufficiali da 16 Paesi”, dimenticando che i Paesi riconosciuti, al mondo, sono 200 duecento! I numeri sono materia complicata, a un certo livello, la base no, basta contarli.
Ma questa è l’armata Pivantonio, che poi è l’armata Cremona: nulla cambi, perché nulla corra il rischio di dover cambiare! alla faccia del Rinascimento sventolato di continuo dal “parliamone” Galimberti, sindaco di quelli che pensano e parlano come lui; capitan Voltini e l’armata gialla son degli intrusi, e bisogna impedire contaminino la tranquillità secolare di Cremona; del resto vengono dalla campagna, con tutto quel che ne segue. E votano contro il bilancio della Fiera perché non lo capiscono!
La Storia, cari notabili cremonesi, dal “parliamone” Galimberti al cavalier Arvedi, non è solo quella che si legge sui libri, magari non comprendendola proprio tutta; a volte la si vive, a una condizione: accorgersi che la si sta vivendo.
Col violino una sola certezza: qualcuno più eguale degli altri può girare il mondo gratis. Cremona, se vuole risorgere, non dico rivaleggiare con Milano come nel Medio Evo, almeno un treno veloce per Roma, almeno la vivacità di Piacenza, Brescia, deve togliersi la cappa della consorteria che la opprime, altro che vedere per nemico il primo che pensa e fa diversamente.

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Ott 28 2016

la legge del più forte-trecentoventidue 27 10 2016

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – TRECENTOVENTIDUE E allora mi arrendo, non capisco, la prima Corte scrive felice di sfere di cristallo, la seconda arricchisce coi blister in fila come soldatini, la Cassazione applaude soddisfatta dello spettacolo, e tutti vissero felici e contenti, i giudici, sia chiaro, ma devo pur finire il mio libretto, cari lettori, e lo faccio con un invito ai media che si occupano di Giurisdizione, la Giustizia è altro, e abbiano i mezzi per farsi sentire: chiedano il giudizio dei cittadini; si limitino alle tre sentenze, 250 pagine, ignorino tranquillamente tutto il resto, il mio blog compreso; leggano in pubblico; chi ha orecchie per intendere, intende cosa gli potrebbe succedere, capitasse tra le mani di giudici alla Iori, ben forniti di sfere di cristallo, blister in fila come soldatini, e un Giudice supremo che li approvi; avessero scritto fin dalle prime indagini, i media, fin dal processo di Cremona, quanto era chiaro ai miei occhi come ai loro, invece di avvicinare i giudici a ogni fine udienza per farsi spiegare cos’era successo quel giorno, non sarebbe finita così, non finirebbero così troppi processi in Italia……

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Ott 27 2016

piccolo mondo antico-centodue 27 10 2016

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PICCOLO MONDO ANTICO – CENTODUE
Il Documento salute sicurezza traducibile in: stare meglio è possibile, anzi, doveroso, ogni tanto mi dà da pensare; vediamo assieme che succede, se uno dei 23 dipendenti del Comune di Castelverde beve o sniffa; ops, dovevo scrivere 22, il Vittorio Dotti senz’altro lo fa, oltre al sesso d’ufficio e non so che altro, giamburrasca emerito qual è! Conservo anche i numeri dei paragrafi:
—3.10 Tutela abuso bevande alcoliche
I seguenti lavoratori svolgono mansioni che rientrano eccetera che comportano eccetera: “Divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e
superalcoliche nelle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità e la salute di terzi” :
– Tutti i lavoratori addetti alla guida di veicoli stradali eccetera
– Assistenti alla persona
Il Datore di lavoro ha consegnato a questi lavoratori la circolare informativa e/o opuscolo riportante il divieto di assunzione di bevande alcoliche e superalcoliche durante il lavoro. Può inoltre attivare, se ritenuto necessario, tramite il Medico competente controlli alcolimetrici sul posto di lavoro.—
Chi guida, bicicletta esclusa, e gli assistenti, anche gli spirituali, non devono bere, e se il Datore non si fida li manda al controllo del medico.
—3.11 Tutela uso sostanze stupefacenti e psicotrope
Nessuno dei lavoratori svolge mansioni che rientrano eccetera: “Divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche nelle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità e la salute di terzi”.
Non vi sono quindi obblighi a carico del datore di lavoro relativamente al controllo dell’assunzione e somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche sul posto di lavoro.—
A me il testo del Documento, qui, non pare chiaro; se per la Giunta Locci lo è, o sono molto più colti e intelligenti di me, e sarà così senz’altro, o se ne sbattono le palle e manco l’hanno letto, il Documento……..
O forse non hanno tempo, impegnati come sono a turare le falle di una Giunta che sembra tuttavia molto vicina all’estremo passo….

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Ott 27 2016

il nostro pirondini-quarantanove 27 10 2016

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IL NOSTRO PIRONDINI – QUARANTANOVE
Nel novembre 2012 Roberto viene invitato da Scemma a scrivere un articolo sulla rivista di Studi Breriani -i Quaderni dell’Arcimatto- che Adalberto cura con Alberto Brambilla. Bobo accetta e attacca così: “Devo a Gianni Brera se in qualche modo il mio nome è stato consegnato alla storia del calcio. Mi chiedo ancora oggi quanta importanza possa avere avuto, nel garantirmi una certa popolarità, quel soprannome, Bonimba, che Brera mi ha appioppato ai tempi del Cagliari. All’inizio, confesso, ci ero rimasto male. Perché Bonimba, scriveva Brera, era la sintesi di Boninsegna e Bagonghi. Proprio così: Boninsegna-Bagonghi era diventato prima Bonin-Bagonghi e subito dopo Bonimba, appunto. Bagonghi era una persona reale. Era un nano, agilissimo, che si esibiva nel Circo Togni. Naturalmente aveva la testa grossa e le gambe corte, come tutti i nani che si rispettano e proprio per questo -da permaloso quale ero- mi era venuto in mente che Brera avesse costruito l’accostamento con Bagonghi per le dimensioni, rispettabili, della mia capoccia (di cappello porto almeno il 58). Così un giorno, incontrandolo dopo una partita, mi venne il desiderio di chiedergli il perché e anche il percome di “Bonimba”. Lui mi rispose, guardandomi dal basso all’alto, che il soprannome derivava dal fatto che -pur piccolo di statura- riuscivo sempre a saltare più in alto dei difensori. Lo guardai dall’alto al basso, alzandomi ancora di più sulle punte dei piedi, e gli risposi ridendo che tra noi due il nano non ero certamente io”

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