IN ATTESA DI UNA GIUSTIZIA PIU’ ESATTA- QUARANTOTTO
Ce l’ha confermato anche Franco Coppi, quindi mi sento più sicuro: la sentenza è l’obbligo che lo Stato ha nei nostri confronti di chiudere le dispute; se possibile, con giustizia. Ma è un nostro prodotto, della stessa qualità intellettuale del fatto soggetto a verifica, con le stesse probabilità di errore, quindi va rispettato l’ordine e le conseguenze che ne derivano, pena la fine della società, ma non può certo esser tenuta come un punto d’arrivo del pensiero umano. Sarebbe come dire che dopo quella poesia, quella medicina, quel castello, non è lecito andare oltre per non mancare di rispetto.
Il rispetto poi si conquista da sé, mica per imposizione, che lo trasformerebbe in una specie di autoritarismo da servizio militare dei tempi andati; Berlusconi è senza dubbio colpevole di frode fiscale, l’hanno stabilito a tutta velocità ben tre Giudici in successione, cui è sfuggito per un pelo il suo primo fedele esecutore, Confalonieri, chè son mancate le prove che nessuno ha cercato.
Certo, anche in Tribunale regnano le sfumature, mica tutto è bianco o nero; come nel resto delle cosa umane domina il grigio, più o meno accentuato. Tranne in pochi casi, ad esempio sfido il più amico, ma di quelli con pazienza alla Giobbe, della premiata coppia Massa&Beluzzi, a trovare qualcosa che stia in piedi nelle 97 pagine che hanno spiegato la condanna all’ergastolo per Maurizio Iori, tranne che Iori esiste.
Hai un bel convincere al rispetto alle sentenze invece di ritirarti sul sicuro dell’obbligo di eseguirle, se ne vai a leggere i momenti del parto; esaurito l’esame della motivazione, adesso comincio a mettere in piazza i verbali d’udienza: ieri la creazione delle chiavi, che rispondono all’appello secondo la volontà del Giudice, anche contro il loro stato, l’altro giorno come addirittura il presidente Massa si sia frapposto tra il difensore Marco Giusto e il teste Ornesi, il teste ha l’obbligo di dire la verità, tutta la verità, perché non saltasse fuori l’evidente bugia d’Aula sulla conoscenza del secondo matrimonio di Maurizio Iori. Poi su queste bugie trasformate in verità si formano le prove che danno forza alla motivazione che spiega la sentenza che deve essere rispettata, come ripetono spesso i Napolitano eccetera.
Torniamo alla chiave, una storia davvero spassosa, o grave, ciascuno faccia come crede, per come è stata gestita, vista la sua importanza: se Iori non l’ha, non può essere l’assassino, e lui insiste, mai avuta, che me ne facevo poi, andavo là solo se c’era Claudia. Spiegazione inoppugnabile, ma non per tutti, come ora vediamo. Gli Ornesi, la sorella Paola in testa, assicurano: noi avevamo le copie. Solo che i difensori si difendono, e convocando il costruttore salta fuori la balla, recitata in Aula! i tre originali sono in mano agli Ornesi, che non mentono mai, pagina 70 della motivazione, scritto in grossetto: “In realtà gli Ornesi hanno sempre riferito pacatamente i fatti a loro conoscenza ed ogni volta che vi è stato contrasto con le affermazioni dell’imputato si è dimostrato che era questo a mentire.”
Dal verbale d’udienza del 20 dicembre ecco Massa Pio all’opera; per evitare che Paola Ornesi si confonda ancora, conduce lui l’esame, pagina 13: “Adesso noi vogliamo approfondire, che lei chiarisca nei limiti in cui c’è da chiarire invece, un piccolissimo aspetto che è quello delle chiavi della casa che erano in suo possesso eccetera, quando la interrogammo lei ci disse di aver fatto un duplicato di queste chiavi da una chiave eccetera.” Immaginate già il chiarimento: le chiavi si somigliano tutte, mi sarò confusa, del resto non le usavo mai perché, pagina 18 del verbale, “io andavo a trovare Claudia quando c’era lei, e quindi, non avevo bisogno delle chiavi”. Proprio quel che sostiene Iori per non aver la chiave, ma lui è un bugiardo e gli Ornesi sinceri. Che volete che faccia la Difesa, oltre il massimo concesso dalla legge, cioè che la Corte prenda atto che la teste ha mentito?
L’avvocato Giusto: volevo contestare questa circostanza.
Presidente Massa: non c’è niente da contestare, perché se abbiamo chiamato, se la Corte ha chiamato la testimone è giusto chiarire quell’aspetto…
L’avvocato Giusto, irridente nei fatti: se chiamiamo tutti i testi altre dieci volte….
Credete che la Corte abbia rinviato Paola Ornesi per falsa testimonianza? Figuriamoci, una donna vale l’altra, ha preferito farlo con Michela Groppelli, teste a difesa, per aver detto una verità non conforme.
Quando sento critiche sui difensori Giusto e Gualazzini, non sono stati abbastanza cattivi, dovevano “mordere”, rispondo sempre, il mordere è escluso dalla legge e comunque non avrebbe effetti pratici, almeno per la salvezza di un innocente, ma provate voi a difendervi non solo dall’Accusa, anche da un Giudice imparziale di questo tipo!
Cremona 26 11 2013 www.flaminiocozzaglio.info