Archive for the 'Giudici' Category

Ago 10 2019

oggi a iori, domani a te 10 08 2019

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Ago 09 2019

la legge del più forte-milletrecentoventotto 09 08 2019

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOVENTOTTO Dal Fatto Quotidiano, che attribuisce ai leader della destra italiana, tanto per cambiare, una sorta di malessere quando trattano coi giudici; io spero Matteo Salvini, oltre ai progetti che gli attribuisce il giornale, non dimentichi il referendum del 1987 sulla responsabilità civile dei giudici, elettori il 60%, a favore della responsabilità la percentuale storica dell’80%; referendum annullato dal Parlamento sei mesi dopo, per una sorta di riverenza dovuta a una casta che ancora oggi sostiene di rispondere a una richiesta di “giustizia” che verrebbe da noi cittadini!

—I giudici come nemico e la giustizia da riformare a ogni costo. Matteo Salvini, a meno di 24 ore dall’apertura via comizio della crisi di governo seguita alla presentazione della mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte, sembra ripercorrere strade già attraversate da Silvio Berlusconi. A scatenare l’ennesima sfuriata la decisione del Tribunale di Bologna di dichiarare inammissibileil ricorso del Viminale contro l’iscrizione all’anagrafe di una migrante armena. “Dai giudici di Bologna altra sentenza a favore degli immigrati, nonostante il ricorso del mio ministero – dice il vicepremier – il prossimo governo dovrà fare una vera riforma della Giustizia, non viviamo in una ‘repubblica giudiziaria”.

I nodi: prescrizione, intercettazioni, separazione delle carriere – Quella riforma della giustizia – che dopo limature incontri con magistrati e avvocati – era arrivata in cdm e proprio la Lega ha bloccato con una serie di veti sul penale. Con il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che intravedeva nella riforma della prescrizione, che dovrebbe entrare in vigore nel gennaio 2020, il vero problema per il Carroccio.Che vorrebbe includere nella riforma una nuova legge sulle intercettazioni e la separazione delle carriere dei magistrati, già cavallo di battaglia del leader di Forza Italia.

Ceriana 09 08 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Ago 09 2019

oggi a iori, domani a te 09 08 2019

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Ago 08 2019

la legge del più forte-milletrecentoventisette 08 08 2019

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOVENTISETTE Dal Dubbio; qualche giudice occupa spazi che la legge non concede, se poi la legge li concede è facile immaginare il seguito….

—È il reato da sempre nel mirino di Matteo Salvini: l’abuso d’ufficio, articolo 323 del codice penale. Anche questa settimana il leader della Lega è tornato a chiederne a gran voce l’abolizione.

SALVINI VUOLE LA DEPENALIZZAZIONE
«Metà degli interventi si sono soffermati sui tempi della giustizia. In tanti operatori, sia del pubblico che del privato, hanno chiesto il superamento di alcune fattispecie come l’abuso d’ufficio e il danno erariale», ha dichiarato a margine del maxi incontro di lunedì pomeriggio al Viminale con le parti sociali.

«Su questo la posizione della Lega è nota – ha poi aggiunto Salvini -, queste sono cose che stanno ingessando sia il pubblico che il privato». Già lo scorso maggio il vice premier, in piena bagarre sulla riforma della giustizia, aveva infatti proposto di cancellare l’abuso d’ufficio dal codice penale, preoccupato dal fatto «che ci sono 8mila sindaci bloccati che non firmano nulla per paura di essere indagati».

M5S CONTRARIO
I grillini, per bocca di Luigi Di Maio, avevano però subito stroncato la proposta: «Se qualcuno pensa di poter aiutare qualche governatore abolendo il reato, allora troverà non un muro, ma un argine da parte del M5s».

Raffaele Cantone, fino al prossimo mese presidente dell’Anac, chiamato in causa si era mostrato possibilista su una modifica della fattispecie, affermando che «la norma non funziona» .

Il reato di abuso di ufficio si verifica quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio nello svolgimento delle sue funzioni procura «a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale» oppure «arreca ad altri un danno ingiusto». Per commettere il reato di abuso di ufficio è necessario agire «in violazione di norme di legge o di regolamento» oppure «omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti».

L’abuso d’ufficio è punito con la reclusione da uno a quattro anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità.

DIBATTITO FRA GIURISTI
Tralasciando l’opinione di Salvini, la discussione fra i giuristi su questo reato è da sempre particolarmente accesa. La norma è stata modifica prima nel 1990 e poi nel 1997. Nel 2012, la legge Severino ha inasprito il trattamento sanzionatorio, inizialmente della reclusione «da sei mesi a tre anni».

Il problema di fondo è la possibilità data al pm di sindacare l’attività, per sua natura connotata di discrezionalità, della pubblica amministrazione.

«L’Italia è un Paese che ha 200mila leggi, decine di migliaia di regolamenti di attuazione, decine di migliaia di altre regole applicative delle leggi approvate. Ha un tasso di cambiamento vertiginoso che si aggiunge all’inflazione legislativa», affermò tempo fa il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, più volte indagato dalla Procura proprio per il reato di abuso d’ufficio.

«Bisogna mettersi nei panni di un dirigente di un ufficio appalti di un Ente pubblico e cercate di capire come sia possibile muoversi in questo ginepraio, nel quale il reato di abuso d’ufficio diventa uno di quelli che io chiamo inevitabili», aggiunse il governatore campano.

Lo “spauracchio”, infatti, è determinato dalla famigerata legge Severino che consente di sospendere dall’incarico i politici che vengono condannati anche solo in primo grado per reati contro la pubblica amministrazione.

«Un funzionario o un amministratore che venga condannato in primo grado, si vede il dimezzamento dello stipendio, il demansionamento e lo spostamento a settori non operativi. Si rovina la vita», sottolineò sempre De Luca. Di questo reato “inevitabile” le vittime sono quanto mai trasversali.

LA VICENDA RAGGI
È sufficiente ricordare la vicenda del sindaco di Roma, la grillina Virginia Raggi, per l’assunzione di Raffaele Marra, il suo ex capo di gabinetto, o quella del presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana, per la nomina di un componente del Nucleo investimenti pubblici. Complice una giurisprudenza non sempre chiara sul punto, per evitare di rimanere anni in balia della magistratura, “l’autotutela” per il pubblico amministratore è, dunque, il non fare nulla.

A pagarne le conseguenze, però, non sono i magistrati ma i cittadini.

Ceriana 08 08 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Ago 08 2019

oggi a iori, domani a te 08 08 2019

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Ago 07 2019

la legge del più forte-milletrecentoventisei 07 08 2019

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOVENTISEI

Salvini che pensa di cambiare le regole della giurisdizione senza prima cambiare la testa di chi rappresenta e guida i giudici, sia con le cariche, sia con la fama guadagnata ai processi, va incontro a un disastro sicuro: le regole le leggeranno sempre loro, a modo loro. Esemplare Spataro Armando che, come ha smesso la toga di Procuratore capo di Torino, non ha perso tempo e pochi giorni dopo ha cominciato a scrivere su Repubblica, il “giornale di partito preso” per definizione; oggi bastona l’appena promosso decreto di sicurezza bis:

—I magistrati non sono obiettori di coscienza, non possono rifiutarsi di ottemperare ai loro doveri ma è auspicabile che, ricorrendo alla Corte costituzionale appena ciò sia possibile, procedendo contro condotte illegali e disponendone l’interruzione, continuino a ignorare le aspettative di chi governa, qualunque ne sia il colore politico. Deve essere questa la risposta al decreto sicurezza bis voluto da Salvini—

Poche righe e, ammesso ce ne fosse bisogno, Spataro si dichiara: lui rappresenta tutti i colleghi, che mai rifiutano applicare la legge, spiacevole che sia l’occasione, e li invita a rivolgersi alla Corte Costituzionale, che senz’altro sarà del suo avviso e scaccerà dall’ordinamento giuridico il decreto voluto da Salvini, cui evidentemente Spataro si sostituisce, e può farlo perché in pensione, e non corre il rischio del giudice che fa politica.

Il resto è del medesimo livello, norme costituzionali e convenzioni internazionali obbligano l’Italia ad aprire i porti ai naufraghi e ai richiedenti protezione, non alla Francia o alla Spagna.

Io continuo a ripeterlo, annoio i lettori, ma dopo lo scandalo Csm e le cariche direttive assegnate come si sapeva, ma in silenzio, perfino il ministro Bonafede vuol riformare, a suo modo, la “Giustizia”; ma prima delle riforme, sia lui che Salvini, rispondano alla semplice domanda: si sentono la forza di mettere regole, e farle eseguire, che obblighino i giudici alla Tortora a pagare, almeno sul piano della carriera, per i processi mal fatti?

Ceriana 07 08 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Ago 07 2019

oggi a iori, domani a te 07 08 2019

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Ago 06 2019

la legge del più forte-milletrecentoventicinque 06 08 2019

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOVENTICINQUE

Dal Dubbio; l’Associazione nazionale magistrati non discute i soldi, perché tanto paga lo Stato, cioè alla fine noi, ma l’azione disciplinare, che poi è applicata sempre dal Csm, quello di Palamara e delle nomine alle cariche direttive, perché esiste “una inevitabile complessità del procedimento penale”; lo confermano, ormai è una bandiera, il caso Tortora, e lo sconosciuto caso Iori, quello delle sfere di cristallo di cui non fanno cenno, come non avessero letto, né Corte d’Appello né Cassazione……..

—La norma sull’azione disciplinare a carico dei magistrati in caso di ingiusta detenzione potrebbe, a questo punto, essere inserita all’interno della riforma della giustizia. Ad affermarlo al Dubbio è l’onorevole Enrico Costa, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia a Montecitorio e promotore della proposta di legge bocciata il mese scorso dal Parlamento.

I maliziosi ricordano, 36 ore dopo il voto all’unanimità in commissione, un lungo comunicato dell’Associazione nazionale magistrati con cui veniva annichilita la riforma voluta da Costa. Le ragioni poste alla base della proposta, spiegavano i magistrati, «laddove suggeriscono un accostamento non accettabile tra provvedimento giurisdizionale non confermato nei gradi successivi e grave violazione di legge da parte dei magistrati, tradiscono la mancanza di consapevolezza della inevitabile complessità del procedimento penale». «La modifica proposta – secondo l’Anm – è inutile e può costituire un rischio di condizionamento nell’adozione di iniziative cautelari in palese contrasto con l’invocata necessità di un maggiore severità a tutela della sicurezza dei cittadini. Il nostro ordinamento – sottolineavano infine le toghe – già prevede efficaci strumenti per l’accertamento di eventuali errori e un rigoroso sistema di responsabilità civile e disciplinare». Parole che, evidentemente, hanno fatto presa sulla maggioranza parlamentare. Voci contrarie, ma per motivi diversi, si erano però levate anche da parte di chi quotidianamente si occupa di risarcimenti per ingiusta detenzione.

Ceriana 06 08 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Ago 06 2019

oggi a iori, domani a te 06 08 2019

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Ago 06 2019

la legge del più forte-milletrecentoventiquattro 05 08 2019

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTOVENTIQUATTRO Dal Dubbio un articolo beffardo, ai giudici tocca ringraziare Salvini: non lo faranno mai, ché Salvini in realtà s’è posto di traverso per impedire la prescrizione sparisse dopo il primo grado, il loro sogno dichiarato. E io non mi scollo dal principio che continuo a ripetere, sorteggio e Csm eccetera sono argomenti che interessano le loro signorie, a noi 60 milioni di cittadini interessano i processi veri: non rivedere più, lo posso scrivere perché lo scrivono tutti da trent’anni, processi alla Tortora con giudici promossi per continuar la carriera! —Giustizia, riforma ai box. E l’Anm “ringrazia” Salvini. La riforma della giustizia voluta dal Guadasigilli Alfonso Bonafede, che presentava agli occhi dei magistrati molti punti assai discutibili, per il momento va in soffitta. Sereni per il pericolo scampato. È questo l’umore prevalente dei vertici dell’Associazione nazionale magistrati all’indomani della decisione di mandare per il momento in soffitta la riforma della giustizia voluta dal Guadasigilli Alfonso Bonafede. Per ironia della sorte, il “salvatore” delle toghe è Matteo Salvini, il politico che nell’ultimo periodo ha più di tutti polemizzato con i magistrati, non condividendone, spesso, alcune decisioni prese in materia di migranti e diritti civili. Nonostante a via Arenula sieda un ministro sulla carta tutt’altro che ostile, la riforma presentava agli occhi dei magistrati molti punti assai discutibili. Primo fra tutti il sorteggio per l’elezione dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura. Su questo aspetto le correnti della magistratura che, normalmente, non tirano indietro la gamba se devono fare qualche sgambetto al collega – vedasi la vicenda Palamara e la battaglia che si sta consumando per la nomina del procuratore di Roma – hanno immediatamente fatto quadrato, ricompattandosi. Scorrendo le agenzie degli ultimi mesi, infatti, non esiste alcuna dichiarazione di qualsiasi esponente dell’Anm che abbia espresso apprezzamento per il sorteggio, anche temperato, come nell’ultima versione proposta da Bonafede. «Non era neppure ipotizzabile affidare alla dea bendata la scelta dei membri del nostro organo di autogoverno», dichiara al Dubbio un componente dell’attuale Comitato direttivo centrale che preferisce restare anonimo. «Noi magistrati prosegue – non siamo tutti uguali, dobbiamo finirla con questa ipocrisia. Non si possono mandare a Roma colleghi che non abbiano un minimo di capacità “politica”: gestire la carriera di un magistrato non è la stessa cosa che scrivere una sentenza. Non è sufficiente essere dei bravi giuristi per far parte del Csm», puntualizza il rappresentante dell’Anm. E poi i tempi del processo. In particolare modo quelli relativi alle indagini preliminari. E le sanzioni per i ritardatari. Su questo aspetto la “lobby” dei pm, molto forte nell’Anm, ha fatto sentire fin da subito la sua voce. Cosa succederà ora nessuno è in grado di dirlo. Modificare il Csm, va comunque detto, è un sogno irrealizzabile per qualsiasi governo. Anche Renzi quando provò solamente a toccare la composizione della sezione disciplinare, prevedendo una netta separazione con chi effettuava le nomine, fini impallinato.

Ceriana 05 08 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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