Archive for Dicembre, 2021

Dic 30 2021

ovvio 30 12 2021

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OVVIO Titolo del Dubbio, non c’è bisogno d’esser avvocati Francoforte 30 12 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Inappellabilità, parla Pecorella: «Se un giudice assolve e l’altro condanna c’è già il ragionevole dubbio»

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Dic 30 2021

fatturato record 30 12 2021

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Il Consorzio Agrario Cremona festeggia il 125esimo anniversario con fatturato record

In un 2021 segnato dalla ripresa ma ancora caratterizzato dall’incertezza legata alla pandemia, il Consorzio Agrario di Cremona chiude superando i 250 milioni di euro di fatturato (nel 2020 il fatturato era di 208 mln, nel 2015 di 174 mln). Un consuntivo storico, al di là di ogni aspettativa per la cooperativa che proprio lo scorso ottobre ha compiuto 125 anni. “E’ un risultato record di cui andiamo orgogliosi – spiega il presidente Paolo Voltini – . Rappresenta il frutto dell’avvicinamento di soci e clienti e del grande lavoro svolto quotidianamente al Consorzio da tutte le sue componenti. E’ però anche un obiettivo che sarebbe stato impossibile centrare senza gli investimenti fatti e senza le strategie intraprese con coraggio negli ultimi anni, sulla base di una chiara visione aziendale. Scelte che hanno interessato l’organizzazione, le logiche commerciali, il digitale e l’intera struttura produttiva.

Nel 2021 il Consorzio Agrario ha visto completate diverse opere realizzate nell’ambito del PSR 2014-2020 (PIF, Piano Integrato di Filiera). Interventi rilevanti hanno interessato il mangimificio e il servizio macchine a Cremona, nonché i siti di Casalmaggiore, Castelponzone e Malagnino. All’inizio di quest’anno poi è stata aperta la nuova agenzia di Verolanuova in provincia di Brescia (un polo moderno, funzionale, con annessa officina) e completata la filiale di Isola Rizza nel veronese. Infine, due settimane fa a Cremona, si è registrata la riapertura dello storico supermercato di piazza Marconi, che ha contribuito a rivitalizzare ulteriormente il palazzo della sede, dopo l’apertura del ristorante due anni fa.

“Abbiamo fatto sacrifici – prosegue il Presidente Paolo Voltini – ma il tempo ci ha dato ragione. Non è solo il dato relativo al fatturato ad essere estremamente positivo, è l’andamento della cooperativa nel suo complesso. Il 2021 del Consorzio – continua – è stato un anno positivo per tutti i comparti, nessuno escluso. Dal quello zootecnico trainato ovviamente dai nostri mangimi “Lattogeno” a quello agronomico fino alla meccanizzazione, ogni settore ha migliorato le proprie performance commerciali e innalzato ancora i propri standard qualitativi, sia a livello di prodotti che di servizi. Esprimo quindi gratitudine e stima a tutte le persone che lavorano ogni giorno con professionalità e senso di appartenenza, per confermare il Consorzio tra le aziende leader nel settore agricolo, in un raggio d’azione che è sempre più ampio. In particolare il mio pensiero va ai tanti giovani che lavorano da noi: puntiamo molto su di loro per un’ulteriore svolta propulsiva e per affrontare sfide importanti, come quelle della sostenibilità e dell’innovazione digitale”. Il rammarico per questo 2021 è uno solo. A causa dell’andamento della pandemia non siamo riusciti infatti a vivere il nostro 125esimo anniversario come avremmo voluto, con un grande evento, con i nostri “porte aperte”, con incontri divulgativi in presenza. Detto questo, anche per il 2022 ci siamo già rimboccati le maniche, per proseguire sul cammino di crescita intrapreso ed essere sempre più vicino ai nostri soci con iniziative concrete. Nonostante il protrarsi dell’emergenza sanitaria, la speculazione dei prezzi e l’aumento dei costi, assicuriamo nuovamente il nostro impegno per sostenere agricoltori e allevatori calmierando l’impatto negativo dei rincari e offrendo condizioni vantaggiose. Nella speranza di tornare al più presto a ritrovarci insieme – conclude il Presidente Voltini – colgo l’occasione per rivolgere a tutti i soci, a nome mio, del Consiglio d’Amministrazione e della Direzione, i migliori auguri per il nuovo anno, che ci vedrà ancora protagonisti nel dare risposte alle esigenze delle aziende che credono nel nostro progetto”.

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Dic 29 2021

i più eguali-duecentosessanta 29 12 2021

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I PIU’ EGUALI – duecentosessanta

Dalle mie 70 cartelle sui processi Iori, senza editore, irrompe la sfera di cristallo….

Francoforte 29 12 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —La sfera di cristallo in una sentenza da ergastolo! Com’è possibile usare parole tanto leggere in un atto così grave? E peggio ancora della sfera il tremendo “né è necessario”: non è necessario, rifilando un ergastolo, descrivere come l’assassino avrebbe ucciso? Parole che per me non sono il segno dell’arroganza, c’è anche quella, naturalmente, ma della disperazione; sotto l’impulso dell’ambiente, della moda che vede femminicidi in ogni dove, del distacco antipatico dell’imputato, la Corte ha deciso la condanna; ma poi, quando si è trattato di scrivere i motivi, i problemi sono giunti in folla.

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Dic 29 2021

cremonesità-duecentotto 29 12 2021

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CREMONESITA’ – duecentotto

Anche www.cremonasera.it scrive del covid, la peste dei nostri anni.

Francoforte 29 12 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —Risalita del Covid inarrestabile: in Lombardia picco di 32.696 nuovi casi. In provincia di Cremona 891. Critici i 5 Stelle: “Pazienti rispediti a casa”

REMONESITA’ – duecentotto

Anche www.cremonasera.it scrive del covid, la peste dei nostri anni.

Francoforte 29 12 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —Risalita del Covid inarrestabile: in Lombardia picco di 32.696 nuovi casi. In provincia di Cremona 891. Critici i 5 Stelle: “Pazienti rispediti a casa”

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Dic 29 2021

lo sfogo 29 12 2021

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LO SFOGO di Lupi raccolto da www.cremonasera.it dovrebbe far pensare…. Francoforte 29 12 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Covid e rincari, almeno il 30% dei locali pubblici sarà chiuso per Capodanno. E il Comune rimborsa l’AEM per gli stalli di sosta tolti a favore dei plateatici

Almeno il 30% dei ristoranti e dei locali di Cremona chiuderà per Capodanno. La stuazione nel comparto dei pubblici esercizi è difficile da due anni a questa parte, ma oggi si fa “allarmante”. La definizione è di Alessandro Lupi, presidente della FIPE – Confcommercio di Cremona, che guarda a quello che dovrebbe essere uno dei periodi più importanti dal punto di vista lavorativo ed economico con grande apprensione. Con lui tutti gli esercenti cremonesi. “Probabilmente la Lombardia entrerà in zona gialla da lunedì – commenta Lupi – e i dati relativi al nostro comparto sono allarmanti. Abbiamo tantissimi ristoranti che a fronte delle disdette hanno deciso di tenere chiuso per Capodanno. Non possono sostenere i costi della merce e dell’apertura a fronte di un calo drastico della clientela e tra oggi e domani molti di noi dovranno decidere cosa fare“.

Complici anche le restrizioni riguardo assembramenti, balli e festeggiamenti, ai ristoratori non resta scelta: “La cosa paradossale è che molti faranno il Capodanno nelle case – osserva Lupi – in condizioni meno sicure di quelle che si potrebbero avere in un ristorante e senza alcun controllo. Due anni non hanno insegnato niente, non sono serviti e siamo arrivati a questo punto del tutto impreparati“.

Su Cremona città, dice Lupi, “prevediamo che almeno il 30% dei locali resteranno chiusi per la fine dell’anno. Probabilmente anche più del 30%. E chi resterà aperto lo farà correndo qualche rischio perché è chiaro che chi vuole festeggiare non si aspetta una cena ‘ingessata’ al tavolo“.

La mazzata di fine anno va ad aggravare un trend in continuo peggioramento. “Già adesso stiamo vivendo una sorta di lockdown – argomenta il presidente della Fipe -, la gente non esce, non si muove più. Il calo del giro nei locali in questi giorni è già attorno al 50% e come ho detto è destinato ad aumentare“. Non solo: “I rincari di bollette e materie prime pesano ulteriormente e oggi come oggi un ristoratore è costretto davvero a fare i conti al centesimo per capire se gli convenga restare aperto o chiudere e mettere in ferie il personale“.

Quella delle ferie, tiene a precisare Lupi, “non è una scelta di comodo: si tratta dell’unico modo per far fronte alla situazione che stiamo vivendo. Purtroppo spesso la gente non lo capisce e ci accusa di chiudere anche quando potremmo restare aperti. Ma il punto è che, conti alla mano, in molti casi costa meno tenere chiuso che restare aperti. Anche questo clima ha contribuito a deteriorare il rapporto con le persone, e quello che era un lavoro basato sulla convivialità, sulla socialità e l’aggregazione, è diventata una lotta. E’ un brutto lavorare, ecco“.

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Dic 29 2021

una miniera 29 12 2021

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UNA MINIERA

di suggerimenti è De Rica su www.cremonasera.it

Francoforte 29 12 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—INGREDIENTI

  • 400 gr Lenticchie al naturale 400 g
  • 1 Coniglio disossato
  • q.b. Olio EVO
  • 100 g Pancetta a fette
  • q.b. Pepe
  • q.b. Rosmarino
  • q.b. Sale
  • 250-300 g Salsiccia
  • q.b. Senape
  • 2 Spicchi d’aglio

PREPARAZIONE

  1. Iniziate dal coniglio. Spalmatelo con la senape, ricopritelo con fette di pancetta e infine aggiungete la salsiccia nella parte centrale. Poi arrotolate il tutto e legate con lo spago (questa preparazione può anche essere eseguita il giorno prima, avvolgendo il rollè con la pellicola trasparente in modo che si mantenga in forma).
  2. Sigillate e rosolate il rollè in una padella calda, insieme a un filo d’olio EVO e rosmarino. 
  3. Trasferite il rollè di coniglio in forno ventilato già caldo e cuocetelo a 180° per 20/30 min (a seconda delle dimensioni). 
  4. Passate ora alle lenticchie. In un pentolino fate soffriggere uno spicchio d’aglio in camicia con il rosmarino, quindi versate le lenticchie De Rica. Lasciate cuocere per 20 minuti a fuoco medio. 
  5. Una volta cotte, passate le lenticchie con un mixer ad immersione, tenendo da parte due o tre cucchiaiate di lenticchie intere. 
  6. Sfornate il coniglio, togliete lo spago e tagliatelo a fette.
  7. Impiattate adagiando il rollè di coniglio sulla crema di lenticchie e aggiungendo lenticchie intere, pepe e olio EVO. 

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Dic 29 2021

le salva auto 29 12 2021

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LE SALVA AUTO

Pioggia ghiaccio nebbia permettendo, da www.cremonasera.it Francoforte 29 12 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Pioggia di critiche sulle nuove “isole salvapedone” in via Giuseppina. Visibili dalle auto solo all’ultimo minuto, sono più pericolose che utili

Tecnicamente si chiamano “isole salvapedone”. Servono, come è evidente anche dalle foto, a tutelare i pedoni nell’attraversamento di un’arteria importante in corrispondenza delle strisce pedonali. Servono insomma per passare da un lato all’altro con maggiore sicurezza.

Le isole salvapedone sono obbligatorie, secondo quanto prevede la normativa italiana, nelle strade con almeno quattro corsie. Quelle realizzate nelle scorse settimane in via Giuseppina, strada a due corsie, non erano dunque necessarie per legge, ma potrebbero essere senza dubbio utili. Il problema è che per come sono state realizzate, si stanno rivelando più pericolose che altro. Grigie come l’asfalto, squadrate, basse, sembrano quasi mimetizzarsi con la carreggiata.

Moltissimi cittadini si stanno lamentando per la novità comparsa in via Giuseppina: le isole sono infatti poco visibili, in particolare nelle ore serali e notturne e nei giorni di nebbia e in molti hanno già rischiato di finirci contro.

D’altra parte, la singola corsia di via Giuseppina non è in stile “highway” losangelina, non è larghissima, ed è sufficiente qualche auto in sosta a lato strada, nei pressi delle nuove isole salvapedone, per far sì che l’auto in arrivo veda l’ostacolo solo all’ultimo secondo.

C’è da augurarsi che l’intervento non sia del tutto completo e che le isole realizzate in queste settimane vengano dipinte e rese più visibili anche da lontano, così da evitare incidenti e rivelarsi più pericolose che utili.

Nelle immagini in alto a scorrimento, le isole salvapedone in via Giuseppina. Foto Gianpaolo Guarneri – Studio B12

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Dic 29 2021

le ciclabili 29 12 2021

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LE CICLABILI Devono costruirne molti Km, prima di riparare i danni causati dalla scomparsa dei filobus; da www.cremonasera.it Francoforte 29 12 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —Vent’anni fa l’addio al filobus, mezzo ecologico, silenzioso ed economico. Un grave errore in una città che soffoca d’inquinamento

2022, un brutto compleanno per il trasporto pubblico cittadino. Ricorrono infatti i vent’anni dal pensionamento dei filobus elettrici, mezzo ecologico per eccellenza a cui tante città europee sono tornate a guardare per ridurre inquinamento e costi. Una decisione della Giunta Bodini che all’inizio lasciò di sasso la città e gli addetti i lavori. Pensionare i filobus 1-2 che collegavano Ospedale-San Sigismondo con centro e stazione e Viale Po con centro e stazione, con possibilità di scambio? In un primo momento la notizia non venne presa sul serio, tanto più incredibile in quanto giungeva in un momento di forte rilancio mondiale delle filovie, con i significativi esempi italiani di Genova e Bologna che abbandonavano i mezzi a gasolio per l’elettrico.

Ed invece era proprio vero: la nuova SpA di gestione del trasporto pubblico (KM) aveva deciso per la soppressione delle filovie. In quel momento – era il giugno del 2002 – erano passati poco più di  sessant’anni dalla loro prima corsa, avvenuta il 1° dicembre 1940. In quegli anni il filobus, a differenza degli altri mezzi pubblici a nafta, aveva dalla sua il vantaggio di rispondere in pieno alle esigenze autarchiche di quegli anni, procurandosi l’alimentazione direttamente dallo sfruttamento dell’energia idroelettrica allora in piena espansione. Oggi sarebbe invece preferibile dal punto di vista ambientale e dell’economicità di gestione. Ma il danno è stato fatto. Il trasporto pubblico locale è lì da vedere: con poco appeal, quindi con un utilizzo molto basso, con mezzi enormi per gli spazi cittadini. Oggi con una situazione ambientale disastrosa (siamo la seconda città europea per inquinamento), ripensare al trasporto pubblico solo elettrico (ma alimentati direttamente dalla rete non già facendo accumulare dalla dotazione di batterie, in grado di ‘stoccare’  più di 350 kWh di elettricità) potrebbe essere una bella sfida per chi vuole rinnovare Cremona. 

D’altra parte anche la Ville Lumière ha detto sì al passato. Per le strade parigine, è tornato il vecchio tram, che è oramai divenuto più moderno di metrò, bus e auto. Più ecologico, più economico, persino più veloce. E una serie di grandi filobus raccordano la grande periferia parigina. Che tram e filobus fossero mezzi più ecologici, silenziosi ed economici, per la verità, lo si sapeva anche nel 2002, quando Cremona – in controtendenza rispetto al rilancio mondiale delle filovie cui si stava assistendo – decise di mandare i filobus in pensione. “Non in pensione, ma in aspettativa”,  si fece premura di avvertire Annarita Polacchini, consigliere delegato di Km, la società che allora gestiva il trasporto pubblico locale. Purtroppo l’aspettativa diventò pensione definitiva. 

Il sindaco Corada nel 2006 aveva provato a rilanciare l’idea di rimettere i filobus su strada. Tre anni prima, uno studio commissionato dal Comune dimostrava che sarebbe stato consigliabile reintrodurre i filobus: si proponeva la riduzione delle percorrenze del bus navetta e il riutilizzo dei vecchi mezzi magari togliendoli da corso Campi diventato pedonale ma con la possibilità di utilizzare via Manzoni. Vecchi si fa per dire: avevano pochi anni di vita quando si decise di metterli a riposo del deposito di via Postumia.

Nel 2006 poi Km riconobbe:: “Onestamente non siamo pronti, né dal punto di vista teorico, né da quello pratico”. E chiarisce, Polacchini, i motivi per i quali il ritorno dei filobus in città “non può avere una soluzione rapida”.

Il problema sta non solo nei mezzi, fermi da quattro anni e dunque necessitanti di manutenzione: da ripristinare vi sarebbero anche tratti della rete filoviaria. “Innanzitutto – spiegava Polacchini – in occasione di lavori effettuati in via Giuseppina una parte della rete era stata tolta e non fu ripristinata. Sarebbe poi da costruire l’anello alla stazione ferroviaria o a Porta Milano. Infine vi sarebbe da risolvere il problema dell’attraversamento del centro città, non essendo possibile attraversare Corso Campi”. 

Il centro era un tempo attraversato dai filobus che coprivano la tratta della linea 2, ovvero quella che collegava la stazione con barriera Po e copriva la zona dello shopping e dei servizi. “E per avere un reale beneficio ecologico-ambientale – conclude Polacchini – non si potrebbe infatti escludere l’attra- versamento del centro dalle tratte dei filobus.

Negli anni Ottanta, il Comune di Cremona aveva speso parecchi miliardi delle vecchie lire per realizzare la rete aerea, che divenne poi un vanto ed un esempio per altre città. E in molti auspicavano che Cremona potesse trarre esempio da altre città che puntano ad un ritorno al passato. C’è chi sostiene che solo le grandi città tuttavia, riescono a metterlo in atto: la filosofia del trasporto pubblico, soprattutto in città dalle medie e piccole dimensioni, predilige oggi mezzi flessibili, poco ingombranti, adatti al servizio a chiamata. Sembrano però smentire questa tesi città come Parma (una nuova flotta di filobus silenziosi ed ecologici collega ogni parte della città con il centro e con il quartiere universitario), Chieti, Modena e Rimini.

Il sistema filoviario appare comunque, fra quelli a trazione elettrica, quello più dinamico e foriero di possibili sviluppi nell’immediato futuro. Il filobus si presenta in definitiva come ideale ‘ponte’ fra reti di trasporto basate sugli onnipresenti autobus e sistemi più complessi in cui la trazione elettrica potrà svolgere un ruolo preponderante, grazie ai costi d’impianto non proibitivi ed all’esistenza di progetti collaudati. 

Nella foto uno degli ultimi filobus in funzione nel 2002 prima della soppressione delle linee e quindi la cartina con il servizio fornito dalle linee prima della chiusura

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Dic 29 2021

mezzo milione 29 12 2021

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NATALE, MEZZO MILIONE DI KG DI CIBO MADE IN ITALY AI NUOVI POVERI

Al via la distribuzione di cibi e bevande per i nuovi poveri nella settimana di Natale per offrire a tutti la possibilità di mettere in tavola i migliori prodotti agroalimentari Made in Italy

Al via la distribuzione di circa mezzo milione di chili di cibi e bevande gourmet per i nuovi poveri nella settimana di Natale per offrire a tutti la possibilità di mettere in tavola i migliori prodotti agroalimentari Made in Italy e passare delle feste più serene. L’iniziativa, promossa da Coldiretti, Filiera Italia, Campagna Amica e Codacons con la partecipazione delle più rilevanti realtà economiche e sociali del Paese, è stata presentata insieme al Ministro della Salute Roberto Speranza con la partenza del primo carico di aiuti alimentari dal cortile di Palazzo Rospigliosi, sede della Coldiretti. In questo momento di nuovi timori per il futuro con la pandemia che torna a fare paura per la variante Omicron è importante dare un segnale di speranza alle fasce più deboli della società con una grande alleanza di solidarietà lungo tutta la Penisola.

L’obiettivo è dare la possibilità anche ai più poveri di gustare il meglio della gastronomia nazionale per ricordare che insieme all’emergenza sanitaria bisogna combattere quella economica e occupazionale. Decine di mezzi sono stati organizzati per le consegne lungo tutta la Penisola per procedere alla distribuzione a nuclei familiari in stato di bisogno individuati da Coldiretti/Campagna Amica insieme ai servizi sociali dei comuni e alle parrocchie. Ogni famiglia è destinataria di un pacco di oltre 50 chili con prodotti 100% Made in Italy dalla pasta ai legumi, dalla passata di pomodoro al cotechino, dal prosciutto crudo alla farina, dal Grana Padano al Parmigiano Reggiano, dal Provolone al latte UHT, dal panettone al pandoro, dall’olio extra vergine di oliva alla mortadella, dalla carne in scatola al mascarpone, dai biscotti per bambini agli omogeneizzati.

Un’operazione che vuole essere un segnale di speranza per il Paese e per tutti coloro che in questi mesi hanno pagato più di altri le conseguenze economiche e sociali dell’emergenza sanitaria. Ma anche evidenziare le grandi eccellenze alimentari del Paese che hanno contribuito a fare grande il Made in Italy in Italia e all’estero e rappresentano un risorsa determinante da cui ripartire. Un sistema dove lavorano oltre tre milioni di persone che operano nella filiera alimentare, dalle campagne alle industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione.

L’approvvigionamento alimentare è assicurato in Italia grazie al lavoro di 740mila aziende agricole e stalle, 70mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione con 230mila punti vendita tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica che non hanno mai dimenticato la solidarietà.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati oltre 6 milioni i chili di prodotti tipici Made in Italy, a chilometro zero e di altissima qualità, distribuiti dagli agricoltori di Campagna Amica per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi. Un impegno reso possibile dalla partecipazione volontaria dei cittadini al programma della “Spesa sospesa” nei mercati di Campagna Amica e dal contributo determinante di importanti realtà economiche e sociali del Paese.  “Di fronte a un’emergenza senza precedenti serve responsabilità di imprese e lavoratori per allargare il fronte della solidarietà e dare la possibilità di trascorrere un Natale sereno a tutti i cittadini” ha spiegato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il nostro obiettivo è far sì che questa esperienza diventi un impegno strutturale che aggiunge valore etico alla spesa quotidiana degli italiani”.


L’iniziativa di Natale è stata resa possibile dalla partecipazione di: Conad, Enel, Intesa San Paolo, Philip Morris Italia, Snam, Eni, Grana Padano, Granarolo, Generali, Rigamonti, Poste Italiane, Parmigiano Reggiano, Montana, Casillo, Le Stagioni d’Italia, Virgilio, Plasmon, Casa Modena, Ferrovie Italiane, Terna, Novamont, Pomì, Gardalatte, Banco BPM, Unioncamere e Codacons.

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Dic 29 2021

contraddizioni evidenti 29 12 2021

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CONTRADDIZIONI EVIDENTI Il libero convincimento deve regnare sovrano, se il fattore umano è fondamentale; solo sulle spalle della magistratura, come fossero altri a fare i processi. Sul Dubbio. Francoforte 29 12 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—«È chiaro che non è giusto un processo che dura 8 anni», dichiara a La Stampa il presidente vicario del Tribunale di Milano Fabio Roia in merito alla riforma della giustizia e a proposito del dibattito suscitato dal suicidio dell’ex consigliere regionale del Piemonte Angelo Burzi. L’ex membro del Csm è d’accordo sul fatto che otto anni di procedimento «sono una sofferenza». Ma ritiene anche che «non è giusto scaricare le cause di un sistema che funziona male solo sulle spalle della magistratura». Roia diffida anche da chi ha dubbi sull’esistenza del giudizio d’appello in caso di assoluzione in primo grado. «Non si può ragionare in questo modo», afferma. «Nella valutazione della prova il fattore umano è fondamentale». «Per amministrare bene la giustizia ci vuole tempo», dichiara. Il problema sta nel fatto che «il sistema non regge più il carico delle notizie di reato che arrivano nelle procure», afferma il presidente vicario. E poi in magistratura c’è attualmente «una scopertura d’organico di quasi il 15 per cento»

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