Archive for Agosto, 2021

Ago 30 2021

i più eguali-centocinquantacinque 30 08 2021

Published by under Pubblica Amm.ne

I PIU’ EGUALI – centocinquantacinque

Dalle mie 70 cartelle sui processi, senza editore, anche il Dna subisce la sorte delle altre prove, e Iori festeggia il 14 ottobre.

—Il Dna che assolve Iori, è agitato nella maniera più strana, in modo lo accusi; dove non c’è, Iori l’ha cancellato, anche se mancano le tracce della cancellazione, di regola sempre visibili; dove c’è e deve assolverlo, fu trasportato eccetera; per farla breve, il Dna scientifico che in altri processi decide, ultimo Bossetti, qui è una specie di teste ondivago che può essere usato come decide chi ha il potere.

Francoforte 30 08 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

No responses yet

Ago 30 2021

cremonesità-centodue 30 08 2021

Published by under Pubblica Amm.ne

CREMONESITA’ – centodue

La Provincia fin che c’è lancia il 1256mo sondaggio: divorzio tra la Juve e Ronaldo, voi che ne pensate, mentre Cremonaoggi sceglie la via spiccia: i vaccini sono la via da seguire per la normalità. E www.cremonasera.it si occupa del tema a cuore di tanti cittadini, il taglio degli alberi, domanda: perchè uno studio di Piacenza, con Cremona capitale dell’Agricoltura italiana? l’articolo è di Federico Centenari:

—Abbattimenti di piante in città: ecco la relazione trasmessa al Comune con la quale è stato decretato il taglio di 133 alberi: si sapeva da aprile

Ventisette pagine redatte su carta intestata dello studio Miceli Solari, con timbro e firma del dott. Agronomo Giuseppe Miceli Solari. Nella parte alta del frontespizio, vergata a mano, la data di protocollo in Comune della relazione: “PG 24738 del 12/4/2021”. Ecco il testo integrale della relazione dell’agronomo Miceli Solari di Piacenza, in possesso del Comune di Cremona dalla metà di aprile di quest’anno. Cremona Sera è riuscita a procurarsi le carte relative agli abbattimenti delle 133 piante in città, in atto in questi giorni nonostante l’ondata di proteste di cittadini, consiglieri di opposizione e associazioni ambientaliste, Legambiente in testa.

Come si vede dalle foto estratte dal documento e che pubblichiamo qui in alto a scorrimento, la relazione tecnica è relativa ad “esecuzione di analisi strumentali e visive (VTA) sul patrimonio arboreo comunale”. Le vie le cui piante sono state esaminate dall’agronomo sono via Po (sic: viale), Via Serio, via Fulcheria, via Boschetto, via Cimitero, via Aglio, via dei Cipressi, via degli Ippocastani, via Marmolada, Bastioni Porta Mosa, via Adda.

Le 27 pagine dell’analisi partono da alcune premesse, poi affrontano lo “scopo dell’indagine”, la “localizzazione delle aree oggetto d’indagine”, la “descrizione delle procedure d’indagine e di valutazione” per arrivare poi ai “risultati dei rilievi” e, di seguito, affrontare nel dettaglio la situazione in tutte le vie “ispezionate”. Corredano l’indagine una raccolta fotografica, le conclusioni e gli allegati, ossia le schede di campo per l’analisi strumentale, i profili delle prove con Resistograph e “metodologie e materiali”.

Primo dato da rilevare: l’analisi è stata protocollata in Comune a metà aprile e, salvo un comunicato stampa diramato in giugno, nient’altro è stato detto in più dall’amministrazione, che ha passato la “pratica” all’AEM che a sua volta nei giorni scorsi ha cominciato ad effettuare gli abbattimenti.

La relazione non risulta in possesso dei consiglieri comunali (tanto che alcuni, come Marcello Ventura, hanno fatto richiesta di accesso agli atti) e su questo tema non c’è stato alcun confronto in sede di Consiglio o di Commissione, sebbene il tempo ci sarebbe stato eccome, da metà aprile a metà agosto.

LE DATE DELLE ISPEZIONI – Dalla relazione si apprende inoltre che le indagini sulle cui basi è stata poi stilato il documento sono state compiute verso la fine del 2020: le prime analisi risalgono all’11 novembre 2020, per proseguire il 24 novembre, il 25 e il 26 novembre 2020. Altre indagini sono state compiute nel mese di febbraio del 2021, precisamente nei giorni 16, 17, 18, 19. Un’ultima indagine è datata 2 aprile 2021 (in via Adda).

Oggetto dell’indagine, si legge nella relazione, “alberature di varie specie radicate” nelle vie sopra elencate, mentre “scopo dell’indagine” è “verificare la stabilità degli alberi con metodologia VTA, con eventuali indagini strumentali, e prescrivere gli opportuni interventi arboricolturali”.

Le aree oggetto di ispezione, si apprende ancora, sono state individuate a seguito di “indicazioni ricevute dal personale Comunale”.

LE PIANTE ISPEZIONATE – Tra le essenze arboree oggetto di indagine, Tilia Europaea (Tiglio), poi Populus Alba (Pioppo bianco), Populus nigra “Italica” (Pioppo Cipressino), Robinia pseudoacaciaAesculus Hyppocastanum (Ippocastano), Quercus rubra (Quercia rossa), Platanus acerifolia (Platano comune), Celtis australis (Bagolaro), Pinus cembraCedrus libaniCedrus atlantica.

In 133 casi (quelli considerati nella cosiddetta “classe D”) l’intervento consigliato è l’abbattimento. Negli altri casi si va dalla riduzione/diradamento della chioma alla “rimonda del secco”, al consolidamento coassiale, fino alla “eliminazione branca a rischio” o alla “spollonatura”.

Al capitolo 7 le conclusioni. “Complessivamente – si legge nella relazione – sono state analizzate, tramite analisi visiva, 393 alberi radicati sul suolo comunale e in 187 casi è stato ritenuto opportuno approfondire l’analisi mediante esame strumentale. Per 133 alberi è stato prescritto l’abbattimento”.

Ecco quanti e quali sono esattamente gli alberi da abbattere:

  • via Adda: 3
  • via Aglio: 8
  • via Boschetto: 11

via Cimitero: 5

  • via dei Cipressi: 8
  • via Fulcheria: 36
  • via Ippocastani: 5
  • via Marmolada: 9
  • via Serio: 46
  • viale Po: 1
  • Bastioni Porta mosa: 1

Francoforte 30 08 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

No responses yet

Ago 30 2021

dall’opinione delle libertà 30 08 2021

Published by under Pubblica Amm.ne

DALL’OPINIONE DELLE LIBERTA’

Che non si occupa solo di cose che non si mangiano…..

“L’OPINIONE” A… TAVOLA

Per la consueta rubrica di cucina questa settimana vi proponiamo la ricetta di un fresco dessert da gustare a qualsiasi ora della giornata: “Marquise di anguria”.

Tempo di preparazione: 10 minuti.

Ingredienti per 4 persone: una piccola anguria; 2 dl di acqua; 250 grammi di zucchero; un limone; 500 grammi di panna montata; alcune foglie di menta.

Preparazione: versare l’acqua in una casseruola aggiungendo lo zucchero e far bollire per 10 minuti togliendo spesso la schiuma; passare la polpa di anguria al setaccio sino ad ottenere circa 1/2 litro di succo; mescolare il succo con lo sciroppo freddo ed il succo di limone; mettere il composto in una ciotola e lasciarlo in freezer a raffreddare per circa 3 ore; quando sarà sufficientemente solido metterlo in un mixer e frullarlo per qualche secondo; aggiungere la panna montata ed amalgamare bene; riporre nuovamente in freezer ed attendere che si sia ben solidificato; portare in tavola con l’aggiunta di qualche foglia di menta fresca.

Buon appetito!

No responses yet

Ago 30 2021

se i giudici 30 08 2021

Published by under Pubblica Amm.ne

SE I GIUDICI

leggessero don Claudio Rasoli più dei codici e delle leggi, sentenzierebbero molto meglio! da www.cremonasera.it

Francoforte 30 08 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

A Cristo interessa l’essenziale!

Dio e la legge. Il Deuteronomio è uno dei primi cinque libri della Bibbia (Pentateuco): secondo la tradizione ebraica fu scritto dallo stesso Mosè, il grande legislatore d’Israele. Esso contiene una serie di leggi e precetti che nell’intendimento dello scritto sacro dovevano mostrare la fedeltà del popolo a Dio. L’ossessione dei dettagli – che sarà condannata da Gesù perché scaduta in mero formalismo da parte di alcuni farisei – rappresenta, in realtà, l’atteggiamento proprio degli innamorati. Quando si ama si ha attenzione anche alle minime cose, si ha paura di poter ferire l’altro anche nelle facezie, si teme di non corrispondere pienamente all’affetto e alla cura dell’altro anche nei più piccoli aspetti. Ecco spiegato perché, all’inizio, gli ebrei hanno legiferato su tutto, arrivando anche a delle esagerazioni che per noi possono sembrare folli: ma d’altra parte quando si è innamorati non si è un po’ folli? Un po’ sopra le righe? Guai se non fosse così!

Il problema è quando il mezzo – cioè la legge – prende il posto del fine – cioè un rapporto più stretto, più intimo, più vero con il Signore. Eh sì perché l’amore non può essere solo emozione e passione, l’amore ha anche bisogno della ragione e quindi anche della legge. Perché il compito della legge è sempre quello di custodire, preservare, sostenere, far crescere il BENE.

Ai tempi di Gesù la legge ebraica era diventata quasi una sorta di “divinità” fine a sé stessa, molti dei farisei – ma non tutti – la osservavano minuziosamente per tante e svariate ragioni, ma non per il vero e unico motivo: crescere nell’amore di Dio e dei fratelli. Un’osservanza esteriore, superficiale, ma che non arriva al cuore delle persone. Ecco perché Gesù si arrabbia… perché a Lui interessa l’ESSENZIALE. Cristo vuole che la legge torni ad essere un mezzo. Proviamo a pensare alla nostra esperienza: cosa serve a noi digiunare tutti i venerdì di Quaresima, se poi non siamo capace di fare spazio agli altri nella nostra vita, se serbiamo il rancore, se non siamo pronti a perdonare? Il digiuno dovrebbe aiutarci a mortificare il corpo e il cuore, l’orgoglio… a scoprire ciò che davvero è ESSENZIALE.

Gesù poi porta a compimento la legge, la perfezione attraverso l’unico grande comandamento dell’amore. Allora domandiamoci se le leggi e i precetti religiosi mi aiutano ad amare di più, ad amare meglio, ad amare con autenticità… Tutto deve ruotare attorno all’amore, tutto deve portarci all’amore, non quello del mondo, che è inquinato dall’egoismo e dalla ricerca spasmodica del proprio piacere, ma quello che ci insegna Cristo dall’alto della croce.

Altrimenti rischiamo di diventare come i farisei così attenti alle forme, ma per nulla alla sostanza.

Se i precetti e leggi non mi aiutano ad amare di più, ma al contrario mi conducono a giudicare gli altri senza misericordia, ad avere lo stesso atteggiamento del fariseo della parabola che si beava della propria bravura, a divenire spocchioso ed arrogante, a montare in superbia, e soprattutto a non interrogare più il cuore… allora è meglio abbandonarli!

Venga lo Spirito di Dio ed imprima nel nostro cuore la legge dell’amore, perché senza il suo aiuto vano è ogni nostro sforzo.

No responses yet

Ago 30 2021

gloria e vittoria! 30 09 2021

Published by under Pubblica Amm.ne

GLORIA E VITTORIA!

E pensare che quando capitan Voltini prese le redini i maligni sentenziarono che fosse per liquidarlo; non vorrei esser pedante, non è la Provincia, ma www.cremonasera.it… Francoforte 30 08 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Consorzio Casalasco del Pomodoro a Cibus 2021. Dai prodotti Pomì e De Rica al Bilancio di Sostenibilità

Dopo una lunga sosta forzata a causa della pandemia, il Consorzio Casalasco del Pomodoro riprende le attività fieristiche in presenza partecipando alla XX edizione di Cibus, il Salone Internazionale dell’Alimentazione, dal 31 agosto al 3 settembre a Parma.

L’azienda sarà al Padiglione 5 – Stand E014 per presentare le novità dell’ultimo periodo. Negli ultimi mesi, infatti, l’azienda non solo ha lanciato nuovi prodotti sul mercato italiano e internazionale con i suoi due brand Pomì e De Rica, ma ha presentato anche il suo terzo Bilancio di sostenibilità, evidenziando importanti miglioramenti delle performances nei diversi ambiti.

Fondata nel 1977 a Rivarolo del Re, in provincia di Cremona, come organizzazione di produttori di pomodoro, il Consorzio Casalasco del Pomodoro oggi rappresenta la prima filiera italiana integrata per la coltivazione e trasformazione di pomodoro da industria. Attualmente il Consorzio conta circa 550 aziende agricole conferenti che coltivano 7.000 ettari di terreno localizzati tra le province di Piacenza, Cremona, Parma e Mantova, con una capacità produttiva di oltre 560.000 tonnellate. Le lavorazioni e il confezionamento avvengono nei tre stabilimenti in provincia di Cremona, Parma e Piacenza che, grazie alla dotazione di oltre 50 linee di confezionamento, garantiscono un’ampia gamma di prodotti e formati.

No responses yet

Ago 30 2021

fidarsi degli amici 30 08 2021

Published by under Pubblica Amm.ne

FIDARSI DEGLI AMICI

Questa da Renato Crotti non me l’aspettavo, togliere il vino di bocca a Stefano Mauri con la scusa che il sito è suo! Francoforte 30 08 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—QUANDO IL CREMASCO PRODUCEVA VINO DI QUALITÁ. ECCO DOVE SI COLTIVAVA, COME SI CHIAMAVA E COME FINÌ A PARIGI AL BANCHETTO PRESIDENZIALE

Oggi l’uva cremasca da vinificazione non si coltiva più. I pochi pergolati dei giardini, dei frutteti o degli orti hanno la cosiddetta “Uva americana”, più resistente alle malattie, ma utilizzabile, di fatto, per fare la Bertolina o pochi altri usi. Sulle uve cremasche di un tempo, fa testo lo scritto sul folklore cremasco di mons. Francesco Piantelli: una fonte storica insostituibile. “Le nostre uve erano di svariate specie e denominazioni. La più comune e caratteristica era “l quercià”, dai lunghi grappoli ad acini grossi di un colorito bruno chiaro. C’era poi “’l pignòl” a grappoli grevi e acini piccoli e stipati di colore scuro. La “berghemina”, la “s’ciàa”, la “rusèra”, “l’lambrosch”, le cui viti si facevano salire sui rami delle alte querce. Un’uva primaticcia era la “viàdiga”. Dal Piemonte erano state importate altre viti, specialmente coltivate nelle grandi tenute: la fresia (freisa), la barbéra (barbera), “l pinò” e similari”. Madignano e Casale Cremasco erano i centri della migliore produzione vinicola cremasca. Il vino che proveniva da queste zone era considerato “doc”, pur se all’epoca questa denominazione non era ancora stata inventata. “Si narra”, ci racconta ancora Piantelli, “che il parroco di Casale Cremascodon Aschedamini (morto nel 1895), famoso cacciatore e abile pescatore di trote nel Serio, avesse due qualità di vino cremasco: il primo “andava alla testa”, l’altro “alle gambe”. Il reverendo si compiaceva di offrire quest’ultimo quando andavano a fargli visita, ai Carabinieri di Camisano, per il gusto ironico di vederli uscire dalla canonica un poco barcollando e dovendo attraversare a piedi l’intero paese”. Il vino cremasco era comunque un vino leggero, ribattezzato in dialetto cremasco cremaschèlo o pisarèlo, poiché se ne poteva bere in gran quantità senza diventare ubriachi, sapendo che l’abbondante bevuta avrebbe solo avuto un effetto…diuretico. Nelle osterie c’erano vini per tutte le tasche. Dai 60-80 centesimi della bottiglia di “spumante”, al “quinto” da 10 centesimi, dal litro da 50, forte e vigoroso, al “mezzo di Crispi”, un vinello cavato dopo la torchiatura. Numerosi erano anche i vini rossi e spumeggianti provenienti dall’Oltrepo Pavese, che gli osti “allungavano” con acqua o spacciavano per vini locali. Tra questi i più noti erano il “Barbarcarlo”, il “Buttafuoco” e il “Sangue di Giuda”. Nelle cascine qualcuno conservava anche preziose bottiglie di “Rosolio”. Legata al vino cremasco c’è pure un aneddoto, che in realtà parrebbe rispondere a verità. A garantirlo è mons. Piantelli. “Il senatore Luigi Griffini, che lo storico Melzi ricorda come un benemerito per i suoi studi contro la peronospera e la filossera della vite, recatosi a Parigi con una Commissione parlamentare italiana, partecipò ad un pranzo ufficiale all’Eliseo. Nella lista dei vini serviti a tavola ebbe la grata sorpresa di vedere bottiglie con tanto di etichetta “vino Cremasco di Madignano. Un gesto di ospitalità verso il madignanese senatore Griffini, che nelle sue terre coltivava la vite e produceva ottimo vino.

No responses yet

Ago 30 2021

di fronte al museo 30 08 2021

Published by under Pubblica Amm.ne

DI FRONTE AL MUSEO

Ci sono ogni tanto gli splendidi concerti, la piazza non è un granchè ma un biglietto da visita, e solo www.cremonasera.it pubblica, gli altri tacciono….

Francoforte 30 08 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Parco archeologico in piazza Marconi? Macchè. Vetrata sporca, erbacce e incuria sulla villa romana. E non si vede nulla

All’epoca lo si definì come uno degli scavi archeologici più importati avvenuti nel nord Italia. Probabilmente lo sarà stato visti anche la ricchezza dei reperti portati al museo archeologico a San Lorenzo e gli studi che ne sono seguiti. E proprio per questo si pensò a una grande vetrata per dar modo di vedere quel che resta della Cremona romana e della magnifica villa emersi in tanti anni di lavoro per dotare Cremona di un parcheggio sotterraneo in pieno centro (iniziato nel 1992 venne terminato a maggio 2011). Invece degli scavi in piazza Marconi non si vede assolutamente nulla. La grande vetrata che dovrebbe far ammirare lo scavo è sporca, maltenuta, sotto tra le pietre si intravedono solo erbacce, sporcizia, polvere. Persino l’illuminazione è saltata. Oltretutto non esiste un cartello esplicativo, un racconto, un percorso per capire il significato di quelle antiche pietre lasciate sul posto. Eppure di storia da raccontare ne hanno molto, emersa dagli scavi e dai successivi studi merito soprattutto di Lynn Passi Pitcher, al tempo responsabile archeologica di zona. Dagli scavi emerese una casa grandissima, ricca, di dimensioni straordinarie tanto che ha fatto ipotizzare che potesse essere quella del giurista Alfeno Varo. Pensate che forse la domus si estendeva su tre piani, con una quarantina di vani e una superficie di circa 4mila metri. Lynn Passi Pitcher trovò persino le tracce degli incendi e delle devastazioni che nel 69 dc rasero al suolo Cremona dopo la sconfitta di Vitellio. Lo scavo venne definito “un giacimento archeologico favoloso” e senza dubbio è servito a ricostruire storia e vita del mondo romano nell’Italia settentrionale. Purtroppo, museo a parte, in piazza Marconi impossibile vedere, capire, studiare la nostra storia e l’importanza dello scavo.

No responses yet

Ago 30 2021

i miracoli 30 08 2021

Published by under Pubblica Amm.ne

I MIRACOLI

non li compie solo chi è sulla via della santificazione, anche persone comuni, come noi; da Repubblica.
—“Sono vivo”. Un infermiere “di molta esperienza mi ha salvato la vita”. Così Papa Francesco in una intervista alla radio spagnola Cope che andrà in onda mercoledi’, racconta del sua operazione chirurgica al colon del 4 luglio scorso. In un breve estratto dell’intervista alla domanda ‘Come sta?’, il Pontefice afferma di essere ancora vivo e che un infermiere (che aveva notato qualcosa che non andava) gli ha salvato la vita. “E’ la seconda volta nella mia vita che accade. La prima volta fu nel ’57”, ha ricordato il Pontefice riferendosi all’operazione al polmone avuta a 21 anni di età e a una suora italiana che gli cambiò la medicazione che doveva fargli, opponendosi ai medici.

Francoforte 30 08 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

No responses yet

Ago 30 2021

attualità 30 08 2021

Published by under Pubblica Amm.ne

ATTUALITA’

Il grattacielo che brucia a Milano finalmente caccia dai primi titoli l’Afghanistan!

Francoforte 30 08 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

No responses yet

Ago 30 2021

il peperone bianco 30 08 2021

Published by under Pubblica Amm.ne

DIGERIBILE E DELICATO, IL PEPERONE BIANCO MANTOVANO

Croccante e delicato, è un ingrediente strepitoso per le insalate anche consumato crudo e immaturo

Leggi cosa sono “I Sigilli di Campagna Amica”

Il peperone digeribilissimo del mantovano, croccante e delicato è un ingrediente strepitoso per le insalate anche consumato crudo e immaturo. Può essere anche marinato nel vino, aceto e sale. Il peperone Bianco mantovano è una coltivazione che si tramanda nella bassa Pianura Padana, tra Mantova e Piacenza, dai primi anni del XX secolo. Oggi è coltivato soprattutto nell’Oltrepò mantovano. Questo peperone ha una pianta a ciclo annuale che presenta un fusto eretto e alto circa 60 centimetri. Le piantine vengono messe a dimora in piena terra nel mese di maggio e le prime raccolte cominciano dalla metà di giugno. È necessaria una buona concimazione e l’irrigazione deve essere costante. Il frutto che si ottiene, quando immaturo ha la polpa sottile e croccante e la buccia è bianca – citrino salvo virare al rosso mattone nel momento in cui arriva a maturazione.

Benché un tempo fosse coltivato nell’Oltrepò mantovano, nel piacentino e nel parmense è stato fino a qualche anno fa un prodotto poco conosciuto sul mercato. Ad oggi la sua reperibilità è del tutto locale. A San Rocco di Quistello è possibile incontrare un punto vendita di Campagna Amica dove acquistare il peperone. L’azienda che li custodisce è Calciolari Giuliano e Lorenzo S.S.

No responses yet

« Prev - Next »