Dic 31 2020

area omogenea 31 12 2020

Published by at 12:02 pm under Pubblica Amm.ne

Stavolta l’amico Antonio Grassi, che scrive per l’Eco del Popolo di Enrico Vidali e io volentieri diffondo, mi sembra picchiare più sui modi della politica che sui contenuti: o sbaglio? Flaminio Cozzaglio.

Area omogenea ….terra di pecoroni, pecorelle e Gallinate!?

Cosa significa “Gallinata”, neologismo coniato da Alessandro Pandini?

Potrebbe essere una variante di covata, oppure di grigliata. Ma di galline. O, una cotognata con mele galline Dop della valle dell’Oglio, variante locale di quelle cotogne. Perché scartare il nome di un nuovo brand per prodotti di nicchia, must esclusivo del nostro territorio? E se fosse una specialità gastronomica locale da aggiungere a tortelli, bertolina, torrone? E se fosse una bibita energetica? Una Gallinata e vai che sei un missile. Meglio della Red Bull, che, si sa, mette le ali.

Poi ci sono le interpretazioni più malevole e allora Gallinata potrebbe intendersi come cavolata, cazzata, minchiata e, se si analizza il contesto che ha originato il neologismo, viene il dubbio che il significato più aderente alla realtà sia quest’ultimo.

Come nei feuilleton, un passo indietro.

Martedì 29 dicembre alle 17,45 è convocata una video-assemblea dei sindaci dell’Area omogenea. Tra gli argomenti all’ordine del giorno figura la questione della sanità nel nostro territorio.

Il 28, giorno precedente, alle 16,29 viene inviata ai sindaci «la bozza di documento da discutere ed approvare domani, affinchè chi lo desidera possa approfondirne sin d’ora i contenuti».

Alle 17 di martedì, Gabriele Gallina, sindaco di Soncino posta sul gruppo WhatsApp dell’Area omeogena alcune osservazioni sul documento in questione.

I toni sono pacati, stile da vecchio democristiano. Niente ultimatum, niente sgommate, niente demagogia. Semplici riflessioni che raccolgono l’approvazione di alcuni colleghi. Stefania Bonaldi, sindaco di Crema, molto concreta, scrive: «Se ne parla in assemblea». Non fa una grinza. Sono le 17,10.

Un minuto dopo irrompe nella discussione il neologismo di Pandini che scrive: «Esatto…mi sembra la solita Gallinata sulla chat…e le pecorelle al seguito…» Letterale, compresi i puntini di sospensione. È uno tsunami.

L’autore si scusa, ma quando le uova sono rotte non si posso ricomporre.

Pandini è sindaco di Montodine. Sicuro e deciso, ricorda l’uomo che non deve chiedere mai, quello di Denim, il dopobarba per il super macho. Invece ha l’aspetto dell’uomo tranquillo. Del buono. La sua gentilezza è esemplare. Si potrebbe dire squisita, se non si rischiasse d’essere tacciati di lecchinaggio. Il suo grazie, seguito dal nome contratto – come si usa tra amici di lunga data – della destinataria o destinatario è noto ai colleghi sindaci della chat dell’Area Omogenea. È una dimostrazione di stile e buona creanza che gli fa onore. Dalle 17, 11 di marted1 29 dicembre si scopre che ha una vena creativa. Gallinata, non male. Chissà perché l’ha fatto?

Alle 17,45 inizia la video-assemblea. Il terremoto non viene citato. Già, i sindaci posseggono classe da vendere, ma la Gallinata è il convitato di pietra.

Aldo Casorati, presidente dell’Area Omogenea, introduce i lavori e illustra il documento. La Bonaldi completa la presentazione. Si apre il dibattitto e tra gli interventi spiccano quelli di Fabio Calvi, Gianni Rossoni, Paolo Aiolfi, Piergiacomo Bonaventi, rispettivamente sindaci di Rivolta d’Adda, Offanengo, Bagnolo, Pandino.

Gallina ribadisce e precisa, ça va sans dire, le Gallinate. Sottolinea che nel documento manca totalmente una accenno alla mozione approvata da 16 consigli comunali, uno dei quali con a capo Mirko Signoroni, presidente della provincia. La mozione chiede la revisione dei confini dell’Ats e lo spostamento della sede a Cremona. Al contrario, nel documento presentato da Casorati si dà ampio spazio alla mozione dei consiglieri regionali Matteo Piloni, Marco degli Angeli, e Federica Lena con l’invito a Milano di attivare un PreSST a Crema. PreSST sul quale tutti concordano, ma che incontra perplessità sull’ubicazione nell’ex tribunale cittadino. I sindaci, sostengono i dubbiosi, devono fornire un’indicazione politica e non tecnica.

La conclusione è salomonica: il documento va rivisto. Il compito è affidato a Bonaldi, Rossoni, Gallina, Calvi e Bonaventi. Casorati chiede di essere esonerato dal compito perché, afferma, potrebbe creagli delle difficoltà modificare un documento che ha contribuito a scrivere.

La chat di Pandini e la rinuncia di Casorati a partecipare al gruppo che partorirà il nuovo documento sono segnali poco incoraggianti per Cremasco.

La Gallinata di Pandini è la punta dell’iceberg di una intolleranza strisciante verso chi non è allineato al pensiero unico.

Dimenticare la mozione dei 16 comun (Casale Cremasco Vidolasco, Genivolta, Ricengo, Credera, Sergnano, Torlino, Bagnolo, Salvirola, Campagnola, Dovera, Volongo, Romanengo, Palazzo Pignano, Ticengo, Vaiano, Casaletto di Sopra), può essere intesa una discriminazione tra chi è allineato e chi è più autonomo. Se così non fosse, si spieghi il motivo dell’amnesia.

La scelta di Casorati di non partecipare alla revisione del documento, segnala una incapacità del presidente dell’Area omogena di accettare con serenità e spirito costruttivo le critiche ad un lavoro nel quale credeva, ma che non ha trovato consensi unanimi. È un peccato e una sorpresa. È politico di lungo corso e dovrebbe sapere che la strada non sempre è priva di ostacoli.

Se questo è lo stato dell’arte, mala tempora currunt per il Cremasco. E non solo per il covid-19.

La Repubblica del Tortello è piena di pecoroni, pecorelle e chissà quanti animali e anche di Gallinate, ma non si intravedono aquile imperiali. Però in tanti pensano di esserlo. È un guaio.

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