Nov 30 2020

la legge del più forte-milleottocentouno 30 11 2020

Published by at 6:38 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – milleottocentouno

Da www.errori giudiziari.com, breve la lezione di oggi: i parenti uno mica se li può scegliere!

—Marzo 2011. Nell’ambito di una maxi operazione antimafia che gli investigatori hanno denominato “Crimine”, viene arrestato Giuseppe Martello. L’accusa: associazione per delinquere di stampo mafioso. In particolare, a Martello si contesta di far parte della cosca di Croce Valanidi, retta da suo zio, il boss Francesco Gattuso (detto “Ciccillo”). Martello viene giudicato con il rito abbreviato. Al termine del quale, la Procura chiede per lui una condanna a 12 anni di reclusione. Di diverso avviso il Giudice per l’udienza preliminare, che accoglie in pieno la tesi della difesa e assolve l’indagato, disponendone l’immediata carcerazione. Intanto Giuseppe Martello ha trascorso 367 giorni in cella, in applicazione della custodia cautelare: a nulla erano valsi il ricorso al Tribunale del Riesame prima e alla Cassazione poi per ottenerne la liberazione anticipata. La procura, però, non demorde e ricorre in appello. Secondo l’accusa, Giuseppe Martello è colpevole e in quanto tale va condannato. I giudici di secondo grado di Reggio Calabria, tuttavia, sono di diverso avviso e confermano l’orientamento della prima sentenza: Martello viene assolto ancora una volta. Quando il verdetto della Corte d’Appello del capoluogo calabro diventa definitivo, l’avvocato Alfredo Foti (difensore di Giuseppe Martello) presenta un’istanza di riparazione per ingiusta detenzione. Durante la relativa udienza per stabilire se accogliere o meno la richiesta, il Procuratore generale si oppone invocando la sussistenza dei due criteri di legge in base ai quali il risarcimento non dovrebbe essere concesso: il dolo o la colpa grave nella condotta processuale dell’imputato, capaci di causare in qualche modo l’adozione o il mantenimento della custodia cautelare nei suoi confronti. L’avvocato Foti si oppone, dimostrando come il suo assistito si sia in realtà comportato correttamente. Risultato: le sue argomentazioni vengono accolte dai giudici di appello di Reggio Calabria, che condannano il Ministero dell’Economia a corrispondere l’indennizzo per ingiusta detenzione, in misura tale da coprire sia tutti i giorni di carcere sofferti da Giuseppe Martello che il danno di immagine dovuto alla diffusione mediatica della vicenda processuale che lo ha coinvolto.

Francoforte 30 11 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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