Ago 31 2020

la legge del più forte-millesettecentododici 31 08 2020

Published by at 5:19 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – millesettecentododici

Da www.errorigiudiziari.com; torno ai piccoli casi, si fa per dire, perché bastano pochi giorni di carcere senza motivo per rovinarti la vita……

—Giuseppe Fasiol è un ingegnere civile. Originario di Lendinara (Rovigo), 56 anni, lavora come dirigente presso la Regione Veneto. Ed è proprio per un presunto reato collegato al suo ruolo, che all’alba del 4 giugno 2014 viene arrestato su esecuzione di un ordine di custodia cautelare della procura di Venezia. L’indagine, nell’ambito della quale finiscono oltre cento persone, riguarda un presunto giro di corruzione per milioni di euro collegato al Mose, il progetto nato per proteggere Venezia dai danni provocati dall’alta marea. Giuseppe Fasiol è accusato di aver accettato un incarico di collaudo in cambio di favori personali. Ma lui quell’incarico non lo ha mai accettato. E i favori non verranno mai dimostrati da parte dei magistrati. Con Fasiol vengono arrestate altre 35 persone. Nell’inchiesta finiscono nomi illustri tra cui l’ex presidente della Regione, Giancarlo Galan, e l’ex assessore regionale ai trasporti, Renato Chisso, di cui Fasiol è il braccio destro, avendo lavorato fianco a fianco per 14 anni e seguito opere importanti come il Passante di Mestre e la Pedemontana. I due politici sceglieranno il patteggiamento, dunque una pena concordata pur di evitare di arrivare al dibattimento. Giuseppe Fasiol no, perché sa di essere completamente innocente e vuole riuscire a dimostrarlo a qualunque costo. Il giorno dell’arresto, Giuseppe Fasiol viene subito portato nel carcere di Prato. I primi quattro giorni rimane in cella di isolamento, gli altri li condivide con due detenuti. “La cosa peggiore”, ricorda, “è che non ho mai potuto vedere né parlare con i miei familiari per tutto il periodo passato dietro le sbarre”. Gli ultimi due giorni di detenzione li passa nel carcere di Venezia, perché ha chiesto di essere presente all’udienza del Tribunale del Riesame che ne disporrà la scarcerazione immediata. La sua vicenda giudiziaria si conclude due anni dopo l’arresto, nell’aprile del 2016, con un decreto di archiviazione emesso dal Gip di Venezia, dietro richiesta dello stesso pubblico ministero. Per quei 20 giorni trascorsi in carcere da innocente, il legale di Giuseppe Fasiol – l’avvocato Marco Vassallo – presenta istanza di riparazione per ingiusta detenzione. La richiesta è il massimo previsto dalla legge: 516 mila euro. “Ho deciso di percorrere questa strada più che altro per ragioni di principio, più che economiche”, spiega oggi Fasiol. Nel dicembre 2017, un anno e mezzo dopo il provvedimento con cui la sua posizione è stata archiviata, la Corte d’appello di Venezia accoglie la richiesta, ma dispone un risarcimento di soli 20 mila euro. In pratica, mille euro per ogni giorno passato dietro le sbarre: una somma irrisoria, ma comunque superiore a quella che le tabelle di legge prevedono. Per Giuseppe Fasiol sono stati due anni difficili: “È stato un periodo molto duro sotto diversi aspetti, psicologico, professionale e dei rapporti personali”, riflette oggi. “Mi dispiace per quello che sono state costrette a subire mia moglie e le mie figlie. Loro però mi sono sempre state vicine, così come gli amici più stretti. Sono stato fortunato. Ho ricevuto tantissima solidarietà da parte delle persone che mi conoscono meglio, anche dal punto di vista lavorativo. Chi invece mi conosceva meno aveva iniziato a prendere le distanze, a nutrire qualche dubbio sulla mia onestà”. Ha ancora fiducia nella magistratura? «L’ho sempre avuta. Certo, pongo il tema della carcerazione preventiva come un aspetto da affrontare proprio per l’esperienza vissuta sulla mia pelle. C’è chi ha subito una custodia cautelare anche più lunga».

Francoforte 31 08 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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