Lug 05 2020

corrado carnevale 05 07 2020

Published by at 2:42 pm under Pubblica Amm.ne

CORRADO CARNEVALE

Estratto da www.ilriformista.it; ancora oggi è più noto come l’ammazzasentenze, forse perché non ha peli sulla lingua, per nessuno, nemmeno per certi suoi “colleghi”. E la conferma: Palamara ha inventato nulla, è solo un continuatore pescato dal trojan.

—«Una cosa è certa: l’accanimento subito da Berlusconi non è stato mai esercitato nei confronti di nessun altro uomo politico. E io dico che qualunque forma di accanimento, nei confronti di qualunque cittadino, è inaccettabile. E chi non tratta tutti alla stessa maniera, non è un magistrato». Corrado Carnevale è uno che si intende di persecuzioni, avendone subite tante, e anche di magistrati, molti dei quali non godono della sua stima. Ha compiuto da poco novant’anni e non è cambiato, il presidente Carnevale……. Con una giurisprudenza colta e impeccabile. Una lama sottile che usava come un bisturi quando non erano rispettate tutte le regole processuali, quando la valutazione delle prove non era sorretta da motivazioni chiare e logiche. Altro che “ammazzasentenze”. Faceva le pulci alle decisioni dei colleghi perché ne rilevava la sciatteria, il non amore per il proprio mestiere, la superficialità e il disprezzo per il cittadino. Così lui ne disprezza tanti, di quei magistrati.

Gli chiedo se abbia mai ricevuto pressioni.

«Mai», dice in modo risoluto, a sottintendere che nessuno avrebbe mai osato. Gli chiedo se sia vero che fu lui a introdurre in Cassazione la Camera di Consiglio.

«Certo, perché prima che io arrivassi, le cose funzionavano così: si mettevano d’accordo il relatore, il presidente e il pubblico ministero. Gli altri non conoscevano le carte, e spesso neanche il presidente. Ci sono aneddoti molto realistici di quei magistrati che alla vigilia della Camera di Consiglio, per fare gli spiritosi, dicevano sempre di aver assunto un certo farmaco antivomito, e poi esclamavano: “vado, rigetto e torno”. Non vivevano neanche a Roma, vi si recavano solo per la sentenza, che spesso era un pro forma. Io ho introdotto la Camera di Consiglio, in cui si discuteva, e a volte io che ero il presidente sono anche stato messo in minoranza. Ma i cittadini avevano la garanzia che i processi venissero presi sul serio». Viene un dubbio: chissà se dopo di lui i suoi colleghi abbiano continuato così o invece tutto non sia tornato come prima.

Quando gli chiedo che cosa pensi di certi suoi colleghi, ha quasi un moto di stizza, di cui un po’ si scusa, con la consueta gentilezza: «La prego, non dica che sono miei colleghi». Lo scandalo che è scoppiato ora poteva esplodere tranquillamente trent’anni fa. Né ieri né oggi esiste un dirigente che non sia stato promosso tramite la corrente di appartenenza. E ci sono tanti posti immeritati, gente mediocre.

Francoforte 05 07 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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