Giu 16 2020
giulio giorello 16 06 2020
GIULIO GIORELLO Il confronto con tutti come regola di vita; chi non l’accettava non riusciva a essergli veramente amico; scampolo da un vecchia intervista al Giornale. -Chi è stato invece il suo maestro? –Sicuramente Ludovico Geymonat. Era una persona estremamente tollerante e aperta al confronto, con una capacità speciale di trattare coi giovani: esattamente il contrario di don Giussani (ricordato nell’intervista, n.d.r.). Geymonat è stato il mio vero grande maestro e lo dico con un senso infinito di affetto, ammirazione per la persona che era e stima intellettuale. Uomo coraggioso, filosofo di grandissimo impatto europeo e, cosa molto importante, matematico. In lui ho trovato quello che cercavo per la mia formazione, dato che dopo la laurea in filosofia mi spinse anche a iscrivermi a matematica all’Università di Pavia. –Lei si è confrontato molto col mondo cattolico da ateo, in particolare con Carlo Maria Martini… -Bruno Forte, che oggi è arcivescovo metropolitano di Chieti-Vasto, aveva fatto da tramite per il mio incontro con il cardinale Carlo Maria Martini, allora arcivescovo di Milano. Con Martini, che era una persona di certo fascino e di un’intelligenza sopraffina, collaborai per anni e organizzai cattedre filosofiche e tavoli di confronto. Abbiamo scritto un libro insieme e, lui stesso, ha pubblicato per la collana Scienze e idee di Raffaello Cortina Editore, diretta dal sottoscritto. Quello che mi interessava maggiormente di Martini però, era la sua straordinaria personalità e apertura al confronto. La sua grandezza dal punto di vista intellettuale era – proprio come i grandi religiosi filosofi della storia – quella di saper distinguere tra ragione e fede.
Francoforte 16 06 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com
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