Mag 23 2020

la legge del più forte-milleseicentoquattro 23 05 2020

Published by at 6:07 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – milleseicentoquattro

Da www.errorigiudiziari.com; alzare la voce magari è poco elegante, anche se i talk show Tv dimostrano che è la prassi, ma qui siamo in Tribunale e può arrivare una condanna per tentata estorsione; se poi alla fine di tutto la Cassazione assolve senza rinvio, nascono ragionevoli dubbi sulle prime due sentenze…..

—È il 16 febbraio 2010 quando scatta l’operazione “Nerone”, in seguito alla quale finisce in carcere Vincenzo Salvatore Onorio, 63, imprenditore caseario originario di Gibellina (in provincia di Trapani). L’uomo è accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso e tentata estorsione. Due pentiti palermitani (Emanuele Andronico e Pietro Scavuzzo) sostengono che l’imprenditore è uomo del clan capeggiato dal super boss latitante Matteo Messina Denaro, colui che avrebbe sostituito Totò Riina a capo di Cosa Nostra. Secondo Andronico, Onorio gli avrebbe chiesto il favore di uccidere due persone. L’accusa di estorsione riguarda invece una trasferta dell’imprenditore caseario in Veneto per recuperare il credito dei proprietari di una nota pasticceria palermitana. Proprietari che però non erano a conoscenza dei metodi bruschi di Onorio. In carcere l’uomo resterà 2 anni e 11 giorni, fno al 27 febbraio 2012. Il processo di primo grado si conclude nel luglio 2012: il tribunale di Marsala assolve Onorio dall’accusa di associazione mafiosa, ma lo condanna a quattro anni di carcere per tentata estorsione. In secondo grado, però, nel marzo 2015, la Corte d’appello di Palermo lo condanna anche per mafia a una pena complessiva di 12 anni di reclusione. Ma il 14 luglio 2015, la Cassazione annulla (senza rinvio) la sentenza di secondo grado, riqualificando il reato di tentata estorsione in “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”, un reato che prevede solo una pena pecuniaria ed è punibile a querela di parte. Ma poiché la parte offesa non ha mai sporto querela, l’assoluzione di Onorio diventa definitiva. I legali dell’imprenditore caseario, gli avvocati Nino Caleca e Marcello Montalbano, presentano dunque istanza di riparazione per ingiusta detenzione, chiedendo il massimo previsto dalla legge. E alla fine di aprile del 2018, la quarta sezione penale della Corte d’appello di Palermo riconosce a Vincenzo Salvatore Onorio un risarcimento pari a 176 mila euro.

Francoforte 23 05 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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