Mag 12 2020
la legge del più forte-millecinquecentonovantatre 12 05 2020
LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – millecinquecentonovantatre
Il Dubbio ancora una volta mostra in che Paese viviamo: la vittima di turno, invece di prendersela con chi l’ha messo in carcere per “evidenti ragioni di inconsistenza indiziaria” e chiedere allo Stato, altro non è possibile al comune cittadino, il risarcimento per il grave danno subito, querela Salvini, che ha commentato il suo caso con eccessiva leggerezza e rifiuta di correggersi.
—Gettato in pasto al web, etichettato come mafioso, usato per propaganda politica. È così che si è sentito Angelo Alati, ex presidente del Consiglio comunale di Sant’Eufemia d’Aspromonte (Rc), arrestato a febbraio dalla Dda e scarcerato lo scorso 9 aprile. Per Matteo Salvini è uno dei tanti boss scarcerati grazie alla «scusa» del Covid. Ma in realtà, Alati è stato rimesso in libertà dal Tribunale della Libertà per «evidenti ragioni di inconsistenza indiziaria». E così, dopo aver chiesto – inutilmente – la rettifica di quel post, al quale erano allegate anche le foto di presunti boss e mafiosi, Alati è passato ai fatti, depositando, ieri, una querela per diffamazione contro il leader della Lega. La scarcerazione è stata infatti decisa in base «ai presupposti dell’ordinanza di custodia cautelare e non certo a ragioni di tutela della salute e della dignità umana considerate, tuttavia, dal signor Salvini Matteo quale un escamotage per permettere a mafiosi e “stragisti”, con il concorso, evidentemente, di magistrati considerati troppo morbidi, di uscire dalle patrie galere». Alati rivendica il principio di presunzione di innocenza, attribuendo all’ex ministro «l’elemento psicologico del dolo», in quanto «è chiaro il suo preciso obiettivo diffamatorio nell’utilizzare la scarcerazione dello scrivente per evidenti fini politici, in totale disprezzo di tutti i diritti costituzionali, esponendo il querelante alla pubblica gogna e alla macchina dell’odio dei social network, grazie alla forza della sua enorme visibilità mediatica», proprio nel momento in cui il TdL lo aveva riabilitato. Prima della querela, il legale di Alati, Guido Contestabile, ha scritto a Salvini, invitandolo a pubblicare un post funzionale alla riabilitazione del suo cliente. E il leader della Lega, anziché ristabilire la verità dei fatti «ha semplicemente eliminato il post», senza avvisare i suoi milioni di follower di come stessero realmente le cose.
Francoforte 12 05 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com
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