Mag 09 2020
la legge del più forte-millecinquecentonovanta 09 05 2020
LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – millecinquecentonovanta
Dalla solita miniera di www.errorigiudiziari.com, a volte davvero scarso di dettagli; ma io da quando seguo i processi penali, da Iori in poi, mi faccio sempre la stessa domanda, in caso di sentenze opposte: fatti e prove sono i medesimi, come è possibile arrivare a conclusioni diverse? Non che le tre sentenze identiche mi convincano sempre, i processi Iori insegnano….
—Accusato di mafia ed estorsione aggravata. Condannato in primo grado a cinque anni e mezzo di carcere. Costretto a oltre mille giorni di ingiusta detenzione. Sì, perché Giuseppe Raguseo (41 anni, originario di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, ma residente nella zona di Vibo Valentia) era innocente. E per questo, alla fine di una vicenda giudiziaria durata 6 anni, è riuscito a ottenere che la verità venisse a galla. Il problema di Giuseppe Raguseo è una parentela: l’uomo è infatti il genero di un boss, Cosmo Minchele Mancuso, capo riconosciuto del clan che governa la criminalità organizzata nel comune di Limbadi e dintorni. Ed è anche per questo che, nell’ambito di una maxi operazione antimafia denominata “Black Money”, condotta da polizia e carabinieri con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, nel 2013 finisce in carcere con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Il processo di primo grado comincia nell’aprile del 2014 e si conclude tre mesi più tardi, il 29 luglio 2014: Giuseppe Raguseo viene condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione. Convinti della sua innocenza, i legali di Raguseo ricorrono in appello. La sentenza del processo di appello arriva invece nel maggio del 2016: i giudici di secondo grado di Catanzaro, presieduti da Fabrizio Cosentino, riformano il primo verdetto e assolvono Giuseppe Raguseo. La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro non si oppone e così la sentenza diventa definitiva. I legali di Raguseo (oltre all’avvocato Guido Contestabile, anche i suoi colleghi Pietro Antonio Corsaro e Francesco Gambardella) presentano istanza di riparazione per ingiusta detenzione. Il loro assistito ha diritto a un indennizzo per i 1169 giorni (pari a più di 3 anni e 2 mesi) trascorsi in carcere da innocente. E il 25 giugno 2019, i giudici della Corte d’Appello di Catanzaro (presidente Gabriella Reillo, giudice relatore Francesca Garofalo) condannano il Ministero dell’Economia e delle Finanze a liquidare a Giuseppe Raguseo 330 mila euro a titolo di risarcimento per ingiusta detenzione.
Francoforte 09 05 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com
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