Apr 16 2020
la legge del più forte-millecinquecentosessantasette 16 04 2020
LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – millecinquecentosessantasette Da www.errorigiudiziari.com; non ho, come in tanti casi simili, commenti.
—Massimo Mallegni ha soli 31 quando diventa sindaco della città dov’è nato, Pietrasanta, in provincia di Lucca, nel cuore della Versilia. È il primo cittadino più giovane d’Italia. Sposato con Paola, tre figli piccoli, conquista presto i favori dei cittadini, al punto da guadagnarsi un secondo mandato. Nonostante rappresenti il Centrodestra in una cittadina tradizionalmente considerata roccaforte di sinistra. Ed è proprio all’inizio di questo nuovo impegno con la città, che viene colpito da una vicenda che gli sconvolgerà gli anni successivi. Massimo Mallegni è un tipo dal carattere forte, dice le cose in faccia, si propone di cambiare tutto per il bene della città e lo fa spesso con modi molto spicci e diretti. Risultato: dà fastidio a qualcuno. Essendo titolare di un albergo, provenendo da una famiglia con una lunga tradizione nell’edilizia e nel turismo balneare, comincia a destare le prime antipatie. Ma è un suo stesso provvedimento a far scattare l’odissea giudiziaria. Quello con cui rimuove dall’incarico, assegnandola a un altro ufficio, il comandante della polizia municipale della città, Antonella Manzione. La donna non accetta l’iniziativa del sindaco e presenta un esposto alla procura della Repubblica di Lucca. Il sostituto procuratore che l’accoglie è Domenico Manzione, suo fratello. E sarà lui ad avviare l’inchiesta e a firmare un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Massimo Mallegni. Il 31 gennaio 2006, la Guardia di Finanza lo va a prendere di giorno in municipio. Lui riesce a ottenere di passare prima da casa, ma soprattutto dalla scuola di Matteo, il figlio piccolo: “Ho pensato che l’avrei dovuto a tutti i costi salutare. Conoscendo come funziona la giustizia in Italia, non sapevo quando sarei tornato a casa”, ricorda Mallegni oggi. Una volta a scuola, davanti al figlio che gli chiede “Dove vai?”, il sindaco di Pietrasanta non riesce a non mentire: “Sai che sono sempre in giro, vado per qualche giorno insieme con questi signori, ci vediamo presto”. Quindi, con 18 finanzieri, va a casa per la perquisizione di rito. Le accuse? Corruzione, estorsione, abuso d’ufficio e avanti così, fino a raggiungere l’incredibile numero di 51 capi di imputazione. Secondo gli inquirenti, insieme con il padre e altri due amici storici (tra cui Dante Galli, dirigente dell’ufficio urbanistica del Comune di Pietrasanta), avrebbe creato la cosiddetta “cricca di Pietrasanta”, un giro illecito di concessioni edilizie e affari immobiliari. Massimo Mallegni viene portato nel carcere di Lucca, in regime di isolamento. La cella numero 17 misura due metri per tre: “Quando arrivai, non si distingueva il colore marrone delle pareti da quello della toilette”, ricorda. “Non avevo idea del motivo per cui fossi stato arrestato. Ero solo e senza alcuna possibilità, neanche durante l’ora d’aria, di vedere o parlare con qualcuno”. Alla moglie è concesso di andarlo a trovare un’ora, una sola volta la settimana. Quando può telefonare a casa, è sempre una piccola tortura: “Funziona così: un centralinista chiama il numero, si presenta e spiega che tra poco l’interlocutore potrà parlare con il suo caro in carcere. Durante tutta la conversazione, che viene registrata, lui resta in ascolto, poi a un certo punto si intromette per dichiarare conclusa la telefonata. Quando mi passarono per la prima volta mio figlio, credo di aver pianto per un minuto di seguito. A lui era stato detto dalla sua mamma che avrei dovuto rispondere alle domande del giudice. Allora mi scriveva lettere in cui diceva ‘mi raccomando, rispondi bene, così torni a casa molto presto’”. Dietro le sbarre trascorre 39 giorni, durante cui riceve 752 lettere. “Di tutte queste, solo una diceva: caro Massimo Mallegni, quello è il tuo posto, stacci il più possibile”. In realtà, il figlio Matteo ricorda ancora oggi come spesso le persone gli si rivolgessero con espressioni come “sei figlio di un delinquente, non puoi parlare con quel padre”. Massimo Mallegni continua a professarsi innocente e rifiuta di dimettersi: “Perché avrei dovuto? So di essere entrato nella storia come unico sindaco arrestato a non essersi dimesso, dal 1948 a oggi. Ma non vedo perché avrei dovuto: ero innocente”, dice oggi. Dopo il carcere, viene sottoposto agli arresti domiciliari per altri 117 giorni. Ma dovrà aspettare fino al 2012 per il riscatto: dopo 44 udienze, Massimo Mallegni viene assolto perché fatto non sussiste per 48 dei 51 capi di imputazione nei suoi confronti. La procura rinuncia a presentare appello. Per gli altri tre reati che gli vengono contestati, è condannato a un anno. I giudici di secondo grado li considereranno prescritti, ma Mallegni rinuncerà alla prescrizione. In Cassazione verrà annullata addirittura la sentenza di primo grado, riconoscendo dunque il sindaco assolto anche da quei tre presunti reati mai commessi. Nel 2015, sfidando le polemiche, vuole la sua rivincita in città e si ricandida a sindaco di Pietrasanta per la terza volta. E vince. A riprova del fatto che la maggioranza dei cittadini non ha perso la fiducia in lui. Intanto, ha annunciato che presenterà tramite il suo legale – l’avvocato Sandro Guerra – istanza di riparazione per ingiusta detenzione. Nel 2016, a dieci anni dall’arresto, Massimo Mallegni tornerà nel carcere di Lucca. Ma questa volta non è per motivi giudiziari: dopo esserne stato ospite, ha capito l’importanza di iniziative di solidarietà nei confronti dei detenuti e ne organizzerà diverse. Certo, farà visita anche alla cella numero 17 che è stata la sua casa per 39 giorni. “Io non me la posso prendere con quel magistrato. Perché ritengo che la stragrande maggioranza dei magistrati italiani sia costituita di persone serie e perbene, che amministrano una giustizia malata”. “Cosa mi ha insegnato questa storia? Che nella vita serve equilibrio ma non l’ho mai imparato”. Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, Massimo Mallegni si candida al Senato, in quota Forza Italia, nel collegio Toscana 05. E viene eletto.
Francoforte 16 04 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com
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