Nov 30 2019

il cursus honorum 30 11 2019

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IL CURSUS HONORUM DEL MORALISTA Grillo Beppe, copiato da wikipedia…. —Nel pomeriggio del 7 dicembre 1981 Beppe Grillo perse il controllo di un fuoristrada Chevrolet K5 Blazer mentre percorreva la strada militare, che da Limone Piemonte porta sopra il Colle di Tenda. Il veicolo, sei chilometri dopo “Quota 1400” vicino al confine con la Francia, scivolò su un lastrone di ghiaccio e cadde in un burrone profondo ottanta metri. A bordo con Grillo c’erano quattro suoi amici genovesi, con i quali stava trascorrendo il fine settimana dell’Immacolata. Grillo si salvò gettandosi fuori dall’abitacolo prima che l’auto cadesse nel vuoto e, contuso e in stato di shock, riuscì a chiamare i soccorsi. Tre dei suoi amici rimasti nell’auto persero la vita: i coniugi Renzo Giberti e Rossana Quartapelle, rispettivamente di 45 e 33 anni, e il loro figlio Francesco di 9 anni. Il quarto, Alberto Mambretti, 40 anni, fu ricoverato con prognosi riservata a Cuneo. Tre settimane dopo l’incidente, per Grillo scattò l’incriminazione per omicidio plurimo colposo. Nell’ottobre 1982 la perizia ordinata dal giudice istruttore suggerì che Grillo era colpevole di non aver fatto scendere i suoi passeggeri prima di affrontare il tratto di strada più pericoloso. Per questo il 28 settembre 1983 il comico genovese fu rinviato a giudizio. Il processo di primo grado si celebrò a Cuneo il 21 marzo 1984 e si concluse con l’assoluzione di Grillo per insufficienza di prove. Pubblico ministero e avvocato della difesa fecero, però, ricorso in appello. Il primo perché aveva chiesto una condanna a sedici mesi di reclusione, il secondo per avere un’assoluzione più ampia. In appello il 14 marzo 1985 Grillo fu condannato per omicidio colposo, dovuto ad incidente stradale, a quattordici mesi di reclusione con il beneficio della condizionale e della non iscrizione. La condanna fu resa definitiva dalla IV sezione penale della Corte Suprema di Cassazione l’8 aprile 1988. Questo episodio è stato ricordato nel 2005 per sottolineare che Grillo, condannato con una sentenza definitiva, non era legittimato a chiedere un “parlamento pulito“. A questa critica Grillo ha subito replicato spiegando che non si sarebbe mai candidato al Parlamento. Nel 2003 patteggiò una causa per diffamazione aggravata intentata contro di lui da Rita Levi-Montalcini. Durante uno spettacolo, Beppe Grillo l’aveva definita “vecchia puttana”, sostenendo che avesse ottenuto il Premio Nobel per la medicina grazie a una ditta farmaceutica che le aveva comprato il premio. Nel 2012 in appello Grillo è stato condannato per aver diffamato a mezzo stampa la Fininvest in un suo articolo pubblicato nel 2004 sulla rivista Internazionale. Il risarcimento del danno patrimoniale, pari a 50.000 euro, oltre alle spese processuali, è stato stabilito dai giudici della prima sezione della corte d’appello del tribunale di Roma. Nel settembre 2013 viene condannato in Corte di cassazione per avere diffamato l’ex sindaco di Asti, e parlamentare per Forza Italia, Giorgio Galvagno. Nel 2003, Grillo aveva definito l’ex primo cittadino “un tangentista”, durante uno spettacolo al Teatro Alfieri di Asti.[234] Grillo dovrà versare a Galvagno 25.000 euro e gli interessi a partire dal 2003, come risarcimento del danno, oltre al risarcimento per le spese legali. Il 12 dicembre 2013 è stato condannato dal Tribunale di Genova in primo grado per diffamazione nei confronti di Antonio Misiani, in qualità di tesoriere del Partito Democratico. Nel maggio 2012 Grillo pubblicò sulla prima pagina del proprio blog un mosaico di immagini con fotografie in stile foto segnaletica degli amministratori di PdL (Rocco Crimi), PD (Antonio Misiani) e UDC (Giuseppe Naro), insieme con quelle degli ex di Lega Nord (Francesco Belsito) e Margherita (Luigi Lusi). Il giudice ha riconosciuto a titolo provvisorio un risarcimento di 25000€ in favore di Misiani e un risarcimento in favore del Partito Democratico di 5000€. Il 7 giugno 2015 la Corte d’Appello di Genova assolve Beppe Grillo ritenendo il fatto come un esercizio del diritto di critica. Il 14 settembre 2015 è stato condannato, in primo grado, dal Tribunale di Ascoli Piceno per diffamazione aggravata nei confronti di Franco Battaglia, professore dell’Università di Modena. La condanna consiste in un anno di reclusione con pena sospesa, 1.250€ di multa e una provvisionale di 50.000€ alla parte offesa. In quell’occasione, Grillo si paragonò a Nelson Mandela e a Sandro Pertini. L’11 luglio 2017 la Corte d’appello di Ancona ha confermato la condanna di primo grado (una provvisionale di 50.000 euro e il pagamento delle spese legali, lievitate a quota 12.000 euro) per diffamazione nei confronti del professor Franco Battaglia, commutando la pena di un anno di reclusione nel pagamento di 6.000 euro.

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