Archive for Maggio, 2019

Mag 30 2019

la legge del più forte-milleduecentocinquantasette 30 05 2019

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLEDUECENTOCINQUANTASETTE Dal Dubbio; se il complotto giudiziario non esiste nel senso letterale del termine, qualcuno spieghi perché Berlusconi non fu nemmeno interrogato nei due anni terribili (1992/94) di Mani Pulite ma, appena entrato in politica, 1994, fu avvolto in un turbinio di decine di processi che proseguono ancor oggi; inteso in un altro senso, il complotto, qualcuno spieghi perché la lotta per la dirigenza dei Tribunali passi inosservata, mentre nella pubblica amministrazione per la medesima lotta il minimo di un abuso d’ufficio si nega a nessuno; potrei scrivere molto altro, ma preferisco arrestarmi alla formula: i giudici non sono la Giustizia, si limitano a fare i processi. —Le indagini dei pubblici ministeri nei confronti di amministratori e politici fanno notizia soprattutto alla vigilia delle elezioni e fanno gridare al complotto giudiziario. Un complotto che, ovviamente, non esiste nei termini ipotizzati, oppure esiste se valutiamo le situazioni da un particolare punto di vista, come è avvenuto nei giorni alla vigilia delle elezioni europee, quando si è gridato al ritorno di “Tangentopoli”.

Il rapporto tra politica e giustizia è da sempre critico e anomalo perché si dovrebbe reggere su un equilibrio tra i poteri presenti nella Costituzione e su una distinzione tra gli stessi che è fortemente contestata. Questo rapporto infatti risulta alterato soprattutto da quando un legislatore scellerato nel lontano 1992 ha abolito l’immunità del parlamentare e quindi ha agevolato l’ invadenza del sistema giudiziario. L’invadenza in un campo diverso da quello strettamente giudiziario si è verificata con le indagini di “mani pulite” negli anni 90 che ha fatto apparire i magistrati come garanti della moralità e della legalità. Ho ripetuto mille volte che i magistrati non garantiscono la legalità, non sono a presidio della “questione morale”, ma “reprimono l’illegalità” e per questo adempiono a una funzione istituzionale. Se la magistratura dovesse “garantire la legalità”, e far prevalere il bene sul male avrebbe una funzione etica molto anomala e pericolosa per il nostro ordinamento. Ritengo molto importante che il presidente dell’Anm. Pasquale Grasso, per primo dopo tanti anni, abbia riconosciuto che Tangentopoli “non è stata una cosa buona e c’è stato un reflusso”. Quel “reflusso” ha determinato uno sconcerto nel Paese e una resa del legislatore che ha lasciato il Parlamento e in definitiva le istituzioni senza garanzie. La perdita dell’immunità da parte del Parlamento ha alterato l’equilibrio istituzionale e ha intaccato il prestigio delle istituzioni. Al di là del significato formale della modifica dell’art. 68 della Costituzione, si è determinata una cultura e potremmo dire un costume, un orientamento della stessa giurisprudenza che ha attribuito un valore diverso al potere giudiziario. Ma vediamo perché si è determinata questa situazione. L’azione del pubblico ministero sembra a tutti prevalente e anticipa il giudizio, soprattutto per la anomalia dell’attuale processo penale che dovrebbe essere un processo accusatorio con la parità delle “parti”: da una parte l’accusa dall’altra la difesa in contraddittorio tra loro. Al contrario l’azione del pubblico ministero, che non è giudice, è universalmente considerata eguale a quella di chi deve giudicare. Il giudice “decide”, la Costituzione gli attribuisce questo compito e la decisione in un sistema democratico è “la verità processuale”, salvo i gravami consentiti dalla legge. Le ragioni che impongono la distinzione tra pm e giudice sono molte, fondamentali e di sistema. Le abbiamo esaminate da anni anche in sede scientifica, ma qui è importante precisare una cosa particolare e di ordine pratico. Se il pubblico ministero avesse riconosciuta la funzione che gli è propria di accusa e non avesse le guarentigie che sono proprie del giudice, la sua attività verrebbe considerata come quella di una parte che, per gli indizi raccolti, ritiene di incolpare qualcuno salvo a farli diventare prova. Il processo accusatorio richiede la parità delle parti di fronte al giudice terzo, dal momento che né il pm né l’avvocato sono terzi. Nel 1989 modificammo il processo penale per realizzare questo risultato! Quindi, al di là delle ragioni giuridiche e ripeto di sistema, la distinzione tra pm e giudice farebbe perdere la sacralità della “comunicazione giudiziaria” che ha valore e significato di “garanzia”, perché fatta da una parte che ha il dovere di “accusare” al primo indizio di un qualunque fatto e ha il dovere di avvisare il presunto indagato. La confusione dei ruoli porta a ritenere che sia un giudice e non una “parte”, cioè il pm, a prendere l’iniziativa per una indagine giudiziaria e la stampa, anche la più accreditata, attribuisce l’iniziativa sempre al giudice e quindi dà informazioni sbagliate e indica sempre il giudice come autore delle iniziative. Tutte le polemiche assurde e pretestuose sul caso Siri sarebbero superate se si rendesse il processo penale coerente con il sistema accusatorio. La semplice “comunicazione” fatta da un pubblico ministero cioè, ripeto, da una parte non avrebbe alcun significato proprio perché non fatta da un giudice. La magistratura anziché auspicare la riforma del pubblico ministero la ostacola duramente da sempre, perché teme che il pm diventi subordinato al potere esecutivo. Un timore che abbiamo tutti, ma che non avrà ragione di esserci, se si disciplina adeguatamente la sua funzione con un Consiglio Superiore di riferimento, con una necessaria autonomia e con indicazioni date dal Parlamento sulle priorità nell’esercizio dell’azione penale. Dunque il “complotto” non esiste ma è considerato tale, per una anomalia che altera il processo penale e lo rende ibrido: né accusatorio né inquisitorio. I tempi sono maturi per fare questo tipo di riforma che eviterebbe le infinite patologie del processo e eviterebbe un rapporto errato nei confronti della opinione pubblica. Auspichiamo questa riforma dagli anni 80 e spero che ormai le patologie e le distorsioni del processo possano convincere anche il potere giudiziario ( che non è più “ordine” ma “potere“) della sua bontà. Alla classe politica la responsabilità di credere in questa riforma e non immaginare che la riforma della giustizia sia l’aumento delle pene come panacea per qualunque male e per qualunque avvenimento delittuoso. Si sono fatti già tanti danni nell’ultimo periodo inasprendo le pene le quali invece debbono essere proporzionate per essere giuste e per essere funzionali a recupero del condannato. Quando un magistrato di livello come Gerardo Colombo dice in una intervista di qualche giorno fa che “ha perso sulla corruzione“dimostra la alterazione della funzione del pm che dovrebbe lottare per far vincere il bene sul male quindi attribuendogli, una funzione etica pericolosa per il potere giudiziario. Colombo aggiunge che “nella competizione tra corruzione e leggi ha vinto la corruzione”. Voglio correggere in maniera più istituzionale la sua frase: la legge vince sempre sia quando condanna sia quando ha assolve. E a Colombo dico in maniera particolare: con una vecchia stima, che per “mani pulite”, come lui sa, vi sono state molte tante assoluzioni… tardive! In un periodo in cui si parla di populismo come degenerazione del popolo, del rapporto sano tra il cittadino e le istituzioni, bisognerebbe evitare “il populismo giudiziario che può essere devastante” come un pubblico ministero Edmondo Bruti Liberati, non più magistrato, ha riconosciuto.

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Mag 30 2019

qui cremona-duecentonovantotto 30 05 2019

QUI CREMONA – duecentonovantotto

Compiti divisi; domani 31 maggio è la Libera, con l’aiuto della Provincia, a organizzare in centro la Giornata del Latte; il 6 giugno arriva il momento della Tv di Arvedi diretta da Mario Silla, e di www.cremonaoggi.it, per lo spettacolo qui sotto:

—Si parte con gli appuntamenti legati al ballottaggio anche su Cremona. Si inizia giovedì 6 giugno con un appuntamento pre elettorale ormai caro ai cremonesi: il confronto in piazza del Comune tra Gianluca Galimberti e Carlo Malvezzi, i due candidati sindaco della città, in una puntata speciale de La Piazza, condotta da Giovanni Palisto; la trasmissione sarà trasmessa non solo sul canale 211 ma anche in streaming su Cremonaoggi.it e sulla nostra pagina Facebook. Dalle 21 un fuoco incrociate di domande ai candidati, fino alle 22,30— Il compito di Galimberti si svolge, naturalmente! in bicicletta:

—Sabato 1 giugno vi invitiamo a passare un pomeriggio insieme a Parco Po! Si parte in bicicletta, alle ore 16.00, dalla sede elettorale di Largo Boccaccino per raggiungere Parco Po, un luogo importantissimo della nostra città per natura, sport, tempo libero e turismo. Un luogo che vogliamo sempre più bello e fruibile dai cittadini perché diventi il lungo mare della città di Cremona! #cremonasipuò #galimbertisindaco— Ma l’asso nella manica del Galimba è Gilberto Bazoli, che temevo perso; invece, grazie al ballottaggio, Gilberto continua, e ci sculaccia noi di destra, ma in maniera tanto gentile che, se leggi di fretta, scambi le pacche per battimani e carezze sul viso!

—C’è chi chiama a raccolta: “Ragazzi, siamo stati sconfitti al primo tempo, ma andiamo all’attacco il secondo”. Il confronto entra nel vivo. “L’operazione di recupero va fatta – è la lettura proposta – sugli elettori che hanno votato Lega e Fratelli d’Italia alle europee ma che si sono dimenticati di farlo alle comunali”. Distratti o perfettamente consapevoli e lucidi? Un compagno di partito sottoscrive l’analisi: “Esatto, c’è una discordanza di voti, soprattutto in casa Lega e Fratelli d’Italia. Portiamo a Cremona Salvini e Berlusconi”—

Alcuni amici di Carletto, invece, scoprono l’America e lo fan sapere a tutta Cremona:

—“In caso di vittoria al ballottaggio, il candidato sindaco Gianluca Galimberti diventerà a tutti gli effetti espressione del Pd, che sarà l’unica forza politica a governare Cremona”. Lo sostengono, in una nota, quattro dei candidati delle liste di centrodestra Gianmario Beluffi, Pietro Burgazzi, Marcello Ventura e Maria Vittoria Ceraso, a sostegno di Carlo Malvezzi, che hanno tracciato un’analisi del risultato elettorale del primo turno—

Per nostra fortuna Carletto va sul sodo, e mai in bicicletta, come d’abitudine:

—“Il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano….” (P. Borsellino)—

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Mag 30 2019

a due passi da ceriana, 30 05 2019

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A DUE PASSI DA CERIANA, il paese più bello del mondo; proposta, sensatissima, dell’Opinione delle Libertà! —Pieve di Teco è un piccolo e suggestivo paese dell’entroterra ligure i cui lunghi portici medievali e le molteplici Chiese ne configurano il borgo storico ideale da addurre a simbolo di una realtà che in Italia sta a poco a poco scomparendo. Pare che Napoleone, prima della campagna d’Italia, vi abbia soggiornato in una locanda ancora oggi in attività. Un tempo era famoso per gli artigiani che confezionavano scarponi destinati a durare per sempre e ogni bottega era meta di soddisfatti turisti, alpigiani, ambiziosi escursionisti e camminatori di ogni tipo e di ogni età. Alle spalle del bancone di vendita si poteva notare il laboratorio da cui promanavano profumi di pellame e al cui interno erano in evidenza forme di legno di tutte le misure. Il titolare si aggirava in grembiule tra la stanza di vendita e quella di manifattura spesso con una tomaia di pelle in mano e si chinava con accuratezza sul piede del cliente prodigo di consigli per il tipo di calzatura più confacente. Piaceri che le vendite on-line, pur facendo risparmiare qualche banconota, non producono più. Piaceri la cui scomparsa ci fa sentire meno esclusivi, associando questo termine alla personalizzazione di un acquisto. L’Italia è costellata di borghi come Pieve di Teco, dalla Val Camonica a quella dei Templi, e molti di essi sono inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco tenendo conto anche della loro dimensione culturale immateriale. Pur essendo la prima al mondo per numero di beni iscritti, considerando tali intere città come Firenze, Roma, Napoli, Venezia ecc., l’Italia dovrebbe costituire un unico patrimonio dell’umanità da proteggere nella sua interezza. La specifica Convenzione dell’Unesco, firmata a Parigi nel 1972, unisce i concetti di conservazione naturale e preservazione delle opere culturali e nel caso dei centri storici assume particolare rilievo questa dimensione di equilibrio che deve essere considerata tenendo conto dell’interdipendenza tra la dimensione materiale e quella immateriale. Quest’ultima ha dato luogo ad un’altra Convenzione Unesco nel 2003 che fornisce una precisa definizione di patrimonio culturale immateriale. Si considerano come tale “le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, le abilità – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali agli stessi associati – che le comunità, i gruppi, ed in alcuni casi, gli individui, riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità in funzione del loro ambiente, della loro interazione con la natura e la loro storia, e dà loro un senso di identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana”. A prescindere dall’iscrizione nelle liste Unesco è necessario ed urgente fornire strumenti ai territori che devono preservare e valorizzare quella fitta rete di valori culturali legati alla tradizione, agli usi e ai costumi come l’artigianato e altre attività commerciali storiche al servizio del residente. È sempre più viva l’esigenza di una disciplina chiara e completa per consentire a Governo, Regioni ed Enti locali di prevedere adeguate regolamentazioni per assicurare la congruenza delle attività commerciali con l’identità del tessuto storico. Sarebbe una legge che non comporta oneri. Si faccia un appello per proporla!

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Mag 30 2019

credere nel futuro 30 05 2019

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CREDERE NEL FUTURO

Dall’agenzia Agi; sempre che tra quattro anni il Movimento ci sia ancora……

—Io penso di candidarmi tra 4 anni. Il prossimo giro penso di candidarmi. Lo ha detto Alessandro Di Battista conversando con i giornalisti al termine dell’assemblea M5s sul futuro del Movimento.

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Mag 30 2019

il dialogo 30 05 2019

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IL DIALOGO

si fa con tutti, specie in confessionale; in tanti modi, anche baciando i piedi ai leader del Sudan, novità di Papa Francesco; dal Giornale.

—Ieri il cardinale segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin, a margine della cerimonia di consegna del Premio internazionale ‘Economia e società’ aveva voluto distendere i toni dopo settimane di tensione. “Il dialogo si fa soprattutto con quelli che non la pensano come noi e con i quali abbiamo qualche difficoltà e qualche problema – dice Parolin all’Agensir – Io sono di questo parere, anche con Salvini si deve dialogare”.

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Mag 30 2019

non ricevuta 30 05 2019

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NON RICEVUTA nemmeno dall’Avvenire, Confagricoltura; il giornale dei Vescovi italiani, dopo il doveroso passaggio in casa Coldiretti, preferisce citare Cia-Agricoltori……… —Le proteste delle associazioni degli agricoltori e le perplessità del governo non hanno fermato Lactalis, che ha annunciato l’acquisto della Nuova Castelli, azienda con sede a Reggio Emilia tra i principali esportatori di formaggi Dop italiani, come il Parmigiano Reggiano, la Mozzarella di Bufala Campana e il Gorgonzola. Lacalis compra dal fondo inglese Charterhouse Capital Partner, che aveva l’80% dell’azienda, e da altri soci che controllavano il 20%. Nel 2018 Nuova Castelli ha fatturato 460 milioni di euro, dei quali il 70% grazie all’export. Per Lactalis è un altro gioiello italiano da aggiungere al suo gruppo, a fianco dei marchi Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani e Cademartori. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, la settimana scorsa aveva detto che «occorre fermare la svendita del Parmigiano Reggiano ai francesi per non ripetere gli stessi errori commessi in passato», il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, aveva garantito che il governo farà «di tutto per tutelare l’agroalimentare italiano dall’assalto delle multinazionali straniere». La Cia-Agricoltori italiani si era auspicata, senza seguito, la creazione di una cordata alternativa ai francesi, fatta di imprenditori italiani.

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Mag 30 2019

conti da regolare 30 05 2019

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CONTI DA REGOLARE Dalla Stampa, ma non illudiamoci: la regola vale per la politica e la pubblica amministrazione; abuso d’ufficio, corruzione eccetera sono puntaspilli di enorme capacità, ma non in genere per le nomine direttive nei Tribunali; curiosi i motivi dell’indagine su Palamara, simili a quella che portò Formigoni in carcere. —Il pm Palamara indagato a Perugia per corruzione. All’origine dell’inchiesta – raccontata da Repubblica – i veleni scoppiati per la successione alla carica di procuratore generale di Roma dopo l’uscita di Pignatone. L’ex presidente dell’Anm, Luca Palamara, sarebbe indagato per corruzione. Lo riporta oggi La Repubblica scrivendo che si tratta di un’indagine, ancora in corso e durata mesi, sui rapporti che legano il magistrato a Fabrizio Centofanti, lobbista arrestato nel febbraio 2018 per reati fiscali. La Procura competente è quella di Perugia, all’origine dell’inchiesta i veleni scoppiati per la successione alla carica di procuratore generale di Roma dopo l’uscita di Luigi Pignatone, andato in pensione nei giorni scorsi. Dalla Procura di Roma – scrive il quotidiano – vengono trasmessi alla Procura di Perugia, competente per le indagini sui magistrati della Capitale, gli atti relativi a una serie di circostanze che documentano una disinvolta amicizia tra Luca Palamara, magistrato della Procura, già consigliere del Csm ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati e Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni istituzionali di Francesco Bellavista Caltagirone. Affidata al pm Gemma Miliani e al Gico della Guardia di Finanza – continua Repubblica -, l’indagine sulla segnalazione arrivata da Roma procede per corruzione, perché nell’amicizia tra Palamara e Centofanti c’è qualcosa che viene ritenuto vada molto al di là dell’opportuno. Si parla di viaggi e regali galanti. L’inchiesta coinvolgerebbe anche altre persone di spicco alla quale la procura di Perugia sta lavorando.

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Mag 30 2019

associazione marcotti osvaldo 30 05 2019

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ASSOCIAZIONE MARCOTTI OSVALDO

Il 22 Aprile è nata a Cingia de’ Botti l’Associazione per ricordare Osvaldo Marcotti, ingegnere 40enne affetto da atrofia muscolare, scomparso nello scorso mese di febbraio, fondata da un gruppo di Amici con l’appoggio della famiglia.

La A.M.O. che è l’acronimo di “Associazione Marcotti Osvaldo” Onlus, intende operare nei settori di beneficenza e assistenza sociale e socio-sanitaria svolgendo le seguenti attività primarie:

  • Aiutare persone affette da SMA (Atrofia muscolare spinale) o altre malattie genetiche degenerative contribuendo all’acquisto di beni e presidi medici che possano agevolarli nello svolgimento delle loro attività di formazione, lavoro e vita quotidiana;
  • Aiutare persone affette da SMA o altre malattie genetiche degenerative con servizi che favoriscano l’integrazione sociale, scolastica e lavorativa e l’autonomia personale;
  • Aiutare persone affette da malattie genetiche e le loro famiglie durante la degenza in ospedale o strutture di cura;
  • Attività di volontariato rivolta a persone disabili e bisognose di assistenza motoria.
  • Partecipare e promuovere attività ed eventi volti all’acquisizione di fondi da destinare all’associazione.
  • Assegnazione di borse di studio destinate a ragazzi con disabilita e bisognosi di sostegno economico;
  • Donazioni ai fini della ricerca per malattie genetiche o degenerative.

Oltre che

  • Creare borse di studio per ragazzi affetti da malattie genetiche, nei vari settori scolastici;
  • Creare borse di studio per ragazzi disabili e/o bisognosi del Liceo Scientifico Aselli, scuola nella quale Osvaldo aveva studiato;
  • Donare all’Associazione ASAMSI contributi per la ricerca sulla SMA;
  • Aiutare ragazzi del territorio Cremonese affetti da malattie genetiche e bisognosi di un nostro contributo.

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Mag 30 2019

chi ragiona e chi meno 30 05 2019

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CHI RAGIONA E CHI MENO

Matteo Salvini, turandosi il naso, tratta ogni giorno con un Di Maio, risponde colpo su colpo all’Unione Europea; ha perfino rinnegato le origini della Lega girando in lungo e in largo tutto il Sud per raccogliere un numero impressionante di vittorie.

Certi leghisti di Cremona invece, per solo odio a Carlo Malvezzi scelto con il benestare di Salvini, preferiscono la conferma di Galimberti, buttando a mare un Consiglio comunale dove avrebbero la maggioranza invincibile, buttando a mare il loro leader Alessandro Zagni, che ha raggiunto un numero di preferenze da ricordare i primati di Pippo Ceraso!

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Mag 30 2019

oggi a iori, domani a te 30 05 2019

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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