Ricostruito il volto,
seguendo le indicazioni di Svetonio: occhi azzurri, capelli rossi e
lentiggini. Identico a Matteo Salvini, aggiungono Famiglia Cristiana
e Repubblica!
Giovedi
28 febbraio alle 20.00 presso il Cinema Teatro Filo di Cremona in
Piazza Filodrammatici è organizzata dalla Camera Penale di Cremona e
Crema ‘Sandro Bocchi’ la proiezione gratuita del film ‘Sulla
mia pelle’, il lungometraggio che racconta gli ultimi sette giorni
di vita di Stefano Cucchi. Il film, diretto da Alessio Cremonini, ha
inaugurato la sezione Orizzonti del Festival di Venezia 2018 ed ha
raccolto grande successo. Alla serata interverrà telefonicamente
Ilaria Cucchi, sempre in prima fila nella battaglia per fare luce su
quanto accaduto e per avere una risposta di giustizia. Da
www.cremonaoggi.it
Oggettivamente. Se non se
n’è reso conto lui, l’han capito al volo Galimberti e Virgilio, che
si son prosternati in esatti ringraziamenti; qualche milione, a
spanne il valore delle opere elencate da www.cremonaoggi.it, a tre
mesi dal voto, e non un mese dopo, parlano chiaro. Vincessimo invece
noi di destra, mi auguro gli amici amministratori dimostrino una
volta tanto d’esser uomini e politici veri, e rispondano al
Cavaliere, leggi alla mano, come va dovuto.
—Nuove aree divertimento
attrezzate con giochi (fruibili anche da soggetti diversamente
abili), creazione di aree verdi con vialetti, panchine, panche e aree
per momenti musicali e danzanti all’aperto, adattamento delle
strutture per l’accesso e la mobilità interna a soggetti in sedia
a rotelle, adeguamento ambulatori, ascensori, rifacimento servizi
igienici, tetti, tinteggiature. Questi, in estrema sintesi, i lavori
e gli interventi individuati in sinergia e accordo con
l’Amministrazione comunale, che prenderanno il via nelle prossime
settimane in numerosi centri anziani e di aggregazione giovanile
della città, grazie alla sensibilità ed al mecenatismo della
Fondazione ‘Giovanni Arvedi e Luciana Buschini’ che ha voluto
rivolgere una particolare e mirata attenzione alle fasce di cittadini
più deboli ed alle future generazioni all’insegna del Bene Comune,
ricordando al contempo i 20 anni di attività a favore del
territorio. A beneficiarne saranno i quartieri Boschetto, Zaist, S.
Bernardo, Bagnara, Cascinetto, Cambonino, Po e Cavatigozzi.
LA LEGGE DEL PIU’
FORTE – MILLECENTOSESSANTACINQUE
Da Repubblica; a invadere
il campo son sempre gli altri, come risulta anche oggi…….
—Il
giudizio non cambia. È sempre durissimo quello dell’Anm sulla
legittima difesa che ieri ha subito uno stop, con il rinvio
di una settimana alla Camera.
Uno slittamento che adesso apre un varco, per i magistrati. “Il
rinvio della discussione in Parlamento della riforma sulla legittima
difesa è una buona notizia, speriamo che sia sine die”, ha
detto il presidente dell’Associazione Nazionale magistrati Francesco
Minisci intervistato da Radio anch’io, evidenziando che la riforma
presenta” gravi profili di incostituzionalità”. E ha
accusato anche il ministro dell’Interno Salvini di “invasione di
campo”.
“Noi
vogliamo che la riforma non si faccia – ha detto Minisci – non ce n’è
bisogno perché l’istituto della legittima difesa è sufficientemente
regolamentato. La tutela rafforzata della legittima difesa nel
domicilio e nel negozio è già stata introdotta nel 2006”.
Oltretutto con questa riforma, ha aggiunto, “si lancia il
messaggio sbagliato che se succede un fatto astrattamente
riconducibile alla legittima difesa non si deve fare nessun
accertamento. Questo non è possibile perché se un soggetto muore le
indagini il pm le deve fare”. I profili di incostituzionalità
sono invece legati al fatto che la riforma “fa differenza tra la
legittima difesa e le altre scriminanti, che hanno invece tutte la
stessa dignità”.
E poi Minisci interviene
anche sulla vicenda dell’imprenditore in carcere per aver sparato a
un ladro: “Noi abbiamo molto chiaro il perimetro della nostra
azione e non lo vogliamo superare. Ma reagiamo se viene invaso. Le
decisioni sulla modalità e sulla durata della pena spettano solo
alla magistratura non al Ministro dell’Interno”.
A
Minisci risponde la ministra della Pubblica amministrazione, Giulia
Bongiorno. “Smentisco in modo categorico che si impedirebbe”
ai magistrati di “fare le indagini. Auspico che le critiche
siano fatte leggendo la norma”.
—Entro
il mese di marzo, Aem Spa potrà dire concluso il piano di
risanamento avviato ad agosto 2016, che aveva spianato la strada
all’operazione Lgh – A2A— Concluso: Aem ha più nulla da
vendere!
L’altra è la conferma del proverbio “chi vive sperando
eccetera”; il mercato è il mercato per tutti, gli affari migliori
in genere li conclude chi si sveglia prima, e Zamboni dorme poco: il
parcheggio di Santa Tecla è suo……….
—Il Comune aveva disertato il bando fatto da Ats,
sperando che andasse deserto, invece a sorpresa si è presentato il
farmacista Zamboni che lo ha acquistato per 200mila euro—
Ma non è nulla, la Giunta Cilecca si
limiterà a pagare un affitto di circa 10mila euro. Nostri. Un
lettore critica le luci pedonali di Citelum: perché mai?
Beviamoci sopra; col Lambrusco Regone Ven Ros dei
Caleffi di Spineda, che è piaciuto parecchio all’amico Stefano
Mauri, Sussurrandom, divertente (sempre!) blog cremasco.
Candidato sindaco centrodestra,
quando si stuferanno di mettere alla berlina Alessandro Zagni?
Crotti Riccardo, pensionato&candidato
alla presidenza Libera, Biloni, suo sponsor di pregio, entrambi
Coldiretti fino a pochi minuti fa: sarà mica la conferma che gli
uomini buoni si formano dall’altra parte?
Per il resto, avanti fino
al 29 marzo, giorno del voto: in Confagricoltura fanno spallucce
all’ipotesi ricorso perché il regolamento elettorale non rispetta il
disposto dello statuto: ricorso più ricorso meno, ne hanno già
tanti, e poi i nuovi regolamento e statuto li han fatti loro due anni
fa, non possono essere sbagliati!
LE
RAGIONI DI UNA QUASI VITTORIA
C’era una volta un re, no, un tempo, quand’ero
giovane, non esisteva partito che avesse perso, tutti avevano
guadagnato qualcosa rispetto al voto del eccetera; c’era una volta la
repubblica, e i partiti imparavano ad accettare la verità degli
elettori, complimentandosi con chi aveva vinto. Oggi siamo in tempo
di sovranismo, quasi c’era una volta un re, naturale HuffPost
riprenda gli antichi slogan, che col tempo son diventati
ragionamentoni: Salvini non vola, un Dio maligno gli tagliò le ali!!
—Elezioni Sardegna, ecatombe M5s ma Salvini
non vola. Di
Maio perde 32 punti in un anno. Il leghista non trasforma in oro
quello che tocca. Il governo non rischia però….
La sintesi è questa: Salvini vince anche se, in Sardegna, nonostante
lo straordinario impegno profuso, non trasforma in oro tutto quello
che tocca (ma su questo torneremo tra un po’); Di Maio, e il dato è
davvero clamoroso, registra un’incredibile ecatombe; il
centrosinistra di Massimo Zedda, inteso come coalizione larga,
inclusiva, rinnovata, come avvenuto due settimane fa in Abruzzo,
esiste. Questi i numeri, a scrutinio ancora in
corso che, appunto dopo l’Abruzzo, fotografano non un caso isolato,
ma la tendenza di un umore che avanza nel paese: il centrodestra, nel
suo insieme, è una coalizione maggioritaria, col 47 per cento dei
voti; il centrosinistra al 33; i Cinque Stelle attorno al 10 per
cento. Sono le cifre di un evidente ribaltamento dei rapporti di
forza rispetto al 4 marzo. Che certificano, e non è un dettaglio,
quanto questo Parlamento non sia più specchio del paese, inteso come
consenso reale dei partiti e con una coalizione che nei territori ha
quasi il 50 per cento, ma non governa a Roma. Anche se, diciamolo
subito: non c’è nessun automatismo tra questo elemento e una
precipitazione della crisi dei governo, per il semplice motivo che
Salvini non ha la certezza che l’apertura di una crisi porterebbe
alle elezioni anticipate. E perché, ormai è chiaro a chiunque, il
leader leghista non ha alcuna intenzione di resuscitare, a livello
nazionale, la vecchia alleanza con l’ammaccato Berlusconi. In fondo,
è proprio questo “strano” assetto di governo ad aver
consentito e consentire la sua operazione sovranista e la costruzione
di una egemonia nell’ambito di una nuova destra.
La notizia è,
innanzitutto, la crisi dei Cinque Stelle, che passano dal 42,5 dello
scorse politiche al 10 cento. Mai si era visto, nella storia
nazionale, un partito che in un anno disperde il 32 per cento dei
consensi. In Abruzzo non funzionò una campagna gestita in prima
persona dai suoi leader, che avevano impresso una torsione estremista
e di lotta su gilet gialli e Tav, politicizzando il voto e persero la
metà dei voti. In Sardegna non ha funzionato la loro assenza –
praticamente non si sono visti – e l’incapacità di intercettare la
protesta autonomista, spoliticizzando il voto. E hanno perso tre
quarti dei voti, franando ben sotto il 20 per cento anche nelle
roccaforti di Carbonia e Porto Torres dove governano. Proprio questo
“non azzeccarne una” dà il senso di una crisi profonda,
identitaria, a cui Luigi Di Maio si appresta a dare una risposta
tutta organizzativa – le liste civiche, le nuove regole, più
struttura, diciamo così partitica – ma non politica. Nel senso
che, come due settimane fa, il leader pentastellato continua ad
eludere la non irrilevante questione di fondo, su quali siano le
ragioni profonde che rischiano di portare alla liquidazione un
soggetto capace, solo un anno fa, di suscitare aspettative di
cambiamento di larga parte del paese. L’analisi dei flussi chiarirà
meglio dove stanno andando i voti del Movimento, se verso
l’astensione, verso la Lega o verso entrambe. Però è un dato di
fatto che, da quando il Movimento è al governo, non solo perde
sempre, il che alle amministrative è sempre accaduto, ma arriva
terzo, il che rappresenta una novità. Sta accadendo cioè che nei
territori sta risuscitando quell’Italia bipolare tra centrodestra e
centrosinistra che proprio l’avanzata del movimento aveva fatto
saltare, fondando un nuovo ordine politico tripolare. Ed è proprio
questo dato, non locale ma tutto politico, che spiega una certa
inquietudine che serpeggia dentro la Lega. Dicevamo: Salvini vince,
ma in Sardegna non trasforma in oro tutto quello che tocca. Alle
politiche la Lega, assieme al partito Sardo d’Azione, conquistò il
10,79. Oggi, in Sardegna, la Lega è al 12,4, il Partito Sardo
d’Azione al 9,6. La somma (oltre il 20) rappresenta senza dubbio una
avanzata rispetto a un anno fa, peraltro in una coalizione con ben 11
liste, dunque ad alta dispersione del voto. E anche nell’Isola
conferma una egemonia della Lega nel centrodestra: Forza Italia
dimezza i voti passando dal 15 al 7,5; Fratelli d’Italia passa dal 4
al 4,6 e l’Udc dall’1,4% al 3,9%. Però, rispetto al 26 per cento
dell’Abruzzo, quella di Salvini non è stata una cavalcata trionfale,
considerato l’impegno profuso. Il leader della Lega, in queste
settimane, si è praticamente trasferito in Sardegna, ha riempito le
piazze, ha battuto palmo a palmo l’Isola, ha affrontato di petto la
questione dei pastori. Il dato, per quanto soddisfacente, non dà
l’idea di una inarrestabile spinta propulsiva in vista delle Europee.
Non a caso si aspettava un 18-20, per festeggiare come due settimane
fa. Certo, c’è il candidato Christian Solinas che non ha
entusiasmato nelle performance. Però, ecco l’inquietudine, anche per
Salvini c’è una riflessione che riguarda l’effetto governo. La
domanda è: quanto la sua capacità attrattiva, che finora c’è
stata, può prescindere da un esperimento di governo che sta
diventando un caso di scuola di un crescente immobilismo? Tav,
autonomie, l’incubo di una manovra correttiva. Sono in tanti che, in
queste ore, stanno suggerendo al Capitano una riflessione su quanto,
in prospettiva, proprio l’implosione dei Cinque Stelle rischia di
essere letale anche per la Lega. Se non la crisi, mosse che diano il
senso di una sterzata. E mai, come in queste ore, si registra uno
iato crescente tra Salvini, comunque convinto nell’andare avanti con
questa esperienza di governo, e il grosso del mondo politico
leghista, concorde con Giancarlo Giorgetti che questo governo sia
diventato un impiccio da cui liberarsi al più presto.
Per la seconda volta dal 4 marzo, torna il
centrosinistra. E anche questo è un trend. Zedda, come Legnini,
resuscita una coalizione che supera il 30 per cento. Un anno fa era
al 17,6, col Pd al 14,8. Il centrosinistra, non il Pd che è attorno
al 13. È una indicazione a livello nazionale: candidati con
esperienze istituzionali o di buon governo, coalizioni che esprimono
un progetto, fine dell’autosufficienza di questi anni diventata
vocazione minoritaria, capacità di ascolto, poca arroganza. Non una
alternativa compiuta, ma una indicazione su cui lavorare. E già
questo, visti i tempi, non è poco.
Black
list cibi pericolosi: un allarme al giorno nel 2018, il 78% da export
Nel
2018 in Italia è scoppiato più di un allarme alimentare al giorno
per un totale di ben 398 notifiche inviate all’Unione Europea
durante l’anno. È quanto emerge da un’analisi della Coldirettisulla
base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf)
divulgate in occasione della presentazione delle nuove norme
sull’obbligo di indicare in etichetta
l’origine
di tutti gli alimenti con il presidente della Coldiretti Ettore
Prandini e il Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi
Di Maio.
Sul
totale dei 398 allarmi che si sono verificati in Italia nel 2018 solo
70 (17%) hanno riguardato prodotti con origine
nazionale,
194 provenivano da altri Paesi dell’Unione Europea (49%) e 134 da
Paesi extracomunitari (34%). In altre parole oltre quattro prodotti
su cinque pericolosi per la sicurezza alimentare provengono
dall’estero (83%). I pericoli maggiori per l’Italia sono infatti
venuti dal pesce
spagnolo
con alto contenuto di mercurio e infestato dal verme Anisakis, dalle
ostriche vive francesi con Norovirus, che provoca vomito e diarrea, e
dal pollo
polacco
contaminato dalla salmonella enterica, i quali salgono sul podio del
rischio. Ma nella black list alimentare ci sono anche il pesce
francese
sempre per l’anisakis, le arachidi dall’Egitto, le nocciole
turche
e quelle dell’Azebaijan per l’elevato contenuto di aflatossine
cancerogene, il manzo e il pollo provenienti dal Brasile e le cozze
dalla Spagna infestati dal batterio Escherichia Coli.
Dai
risultati sono evidenti le maggiori garanzie di sicurezza dei
prodotti nazionali mentre preoccupazioni vengono soprattutto dalle
importazioni. Il motivo è spiegato dalla storica relazione della
Corte dei Conti Europea del 15 gennaio scorso sui “pericoli chimici
negli alimenti che consumiamo”, in cui si parla di tolleranze
all’importazione e si chiede alla Commissione Europea di spiegare
“quali misure intende adottare” per mantenere lo stesso livello
di garanzia per gli alimenti importati rispetto a quelli prodotti
nella Ue. Infatti il numero di prodotti agroalimentari
extracomunitari con residui chimici irregolari è stato pari al 4,7%
rispetto alla media Ue dell’1,2% e ad appena lo 0,4% dell’Italia
secondo le elaborazioni Coldiretti sulle analisi relative alla
presenza di pesticidi rilevati sugli alimenti venduti in Europa
effettuata dall’Efsa. In altre parole i prodotti extracomunitari
sono 4 volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte di
quelli Made in Italy.
In
questo contesto, in caso di allarme alimentare le maggiori
preoccupazioni sono proprio determinate dalla difficoltà di
rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal
commercio generando un calo di fiducia che provoca il taglio
generalizzato dei consumi e che spesso ha messo in difficoltà
ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di
lavoro. “L’esperienza
di questi anni dimostra l’importanza di un’informazione corretta
con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale dei
prodotti che va esteso a tutti gli alimenti”
conclude il presidente
della Coldiretti Ettore Prandini
nel sottolineare che “va
anche tolto in Italia il segreto sui flussi commerciali con
l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero
per consentire interventi mirati in situazioni di emergenza sanitaria
che si ripetono sempre più frequentemente”.
LA
BLACK LIST CIBI PIÙ PERICOLOSI
Pesce
dalla Spagna per mercurio (24 notifiche) e infestazione di Anisakis
(14)
Ostriche
vive dalla Francia per Norovirus (23)
Pollo
dalla Polonia per Salmonella enterica (8)
Pesce
dalla Francia per Anisakis (8)
Nocciole
dalla Turchia per aflatossine (7)
Cozze
dalla Spagna per Escherichia Coli (7)
Arachidi
dall’Egitto per aflatossine (6)
Manzo
refrigerato dal Brasile per Escherichia Coli-Shigatoxin (6)
Nocciole
da Azerbaijan per aflatossine (6) 10. Pollo dal Brasile per
Escherichia Coli-Shigatoxin (6)
Fonte:
Elaborazioni Coldiretti su allarmi alimentari in Italia nel 2018
(RASSF)
che
se ne infischia dello stato di necessità dei migranti: prima gli
italiani! Inutile citare il quotidiano che fa un’intervista del
genere, dopo aver criticato Salvini che visita in carcere Angelo
Peveri per sostenere la sua causa.
—“La
morale? Andare a lavorare. Studiare. E non fare male a nessuno”.
Singhiozza, Dorel
Jucan,
quando pensa a cosa racconterà un giorno alle figlie, di questa
storia maledetta. Incisi sulla pelle gli squarci delle fucilate di
Angelo
Peveri
sono indelebili. Piange e trema anche la moglie Viorica,
nello studio dell’avvocato Andrea
Tomaselli,
dove li incontriamo. Dice la signora che nel piacentino, quando
cammina, si guarda in giro. Di tifosi dell’imprenditore con la
doppietta, o di Matteo
Salvini,
è pieno. E chissà… E
lei, signor Jucan, come sta? È arrabbiato per il sostegno del
ministro a chi le sparò a sangue freddo? È spaventato? “Spaventato,
sì, e addolorato. Non pensavo si arrivasse a questo punto. Con tutte
le persone che dicono che è giusto avermi sparato, non vedo perché
uno di loro non dovrebbe aspettarmi sotto casa, o spaccarmi i
vetri”.
Cominciò
la sera del 5 novembre. La racconti. “Ero
andato, anzi, eravamo andati in tre, per prendere del gasolio”.
Per
rubarlo. È un reato. “Sì.
Per uso personale, però. Non per farci business. Ero rimasto a lungo
senza lavoro, ne avevo trovato uno a sessanta chilometri. Con lo
stipendio e le spese che avevo, non ce la facevo. Era la prima volta,
giuro. Mai più”.
OGGI
A IORI, DOMANI A TE In
Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per
questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non
toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo
definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per
un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di
morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi
dei 999 diventare l’uno. Chi
volesse, gratis, il libretto via mail, una settantina di cartelle, mi
dia il suo indirizzo; i miei sono flcozzaglio@gmail.comcozzaglio.flaminio@alice.it 339
3599879 0372 431727 ——————————————— Border
Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente
rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre
2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio
(!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a
condensare bene ciò che scrivo da anni.