Archive for Maggio, 2018

Mag 31 2018

perché anche gli imam cattolici 31 05 2018

PERCHE’ ANCHE GLI IMAM CATTOLICI devono essere tutti maschi? La colpa è di Gesù, l’ha ricordato ieri l’Avvenire, il giornale dei Vescovi italiani, anche se a me, scorrendo i Vangeli, non era sembrato che Gesù fosse tanto formalista…….. —La Santa Sede ribadisce in modo netto e chiaro che la dottrina sul sacerdozio riservato agli uomini è definitiva e quindi irriformabile. Lo fa con un lungo articolo sull’Osservatore Romano dell’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (Cdf) che verrà creato cardinale il pomeriggio del prossimo 28 giugno, il quale ribadisce con vigore quanto a sua volta ribadito con fermezza da san Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis del 1994, dopo che la Comunione anglicana aveva permesso l’ordinazione delle donne. Un intervento particolarmente autorevole, firmato da un ecclesiastico nominato da papa Francesco alla guida dell’ex sant’Uffizio, che dovrebbe stroncare ogni illazione su una possibile apertura all’ordinazione delle donne. Gesù Cristo – ricorda Ladaria – «ha voluto conferire» il sacramento dell’ordine «ai dodici apostoli, tutti uomini, che, a loro volta, lo hanno comunicato ad altri uomini». Così la Chiesa «si è riconosciuta sempre vincolata a questa decisione del Signore, la quale esclude che il sacerdozio ministeriale possa essere validamente conferito alle donne».
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Mag 30 2018

la legge del più forte-ottocentonovantadue 30 05 2018

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – OTTOCENTONOVANTADUE Dal Dubbio, Raffaele Cantone e l’evidenza, proprio quando Papa Francesco vuol modificare il Padre Nostro, che non deve indurci in tentazione; agente provocatore? Ma se Davigo Piercamillo e colleghi non riescono nemmeno a fare in tempi decenti i processi per i reati che commettiamo senza bisogno di spinta, al punto che non si vergognano di prendersela con la prescrizione…… —«Pericolosa e antidemocratica». Parola del presidente dell’anticorruzione Raffaele Cantone il quale condanna senza appello la riforma della giustizia immaginata ( per ora solo immaginata) da leghisti e 5Stelle.Cantone fa soprattutto riferimento all’idea dell’agente provocatore, mutuata da Piercamillo Davigo e fatta propria dall’interminabile “conclave” grillo- leghista. Del resto se, come continua a ripetere Davigo, «non esistono innocenti ma solo colpevoli non ancora scoperti», c’è un unico modo per pizzicare i “colpevoli potenziali”: provocare il reato con agenti di polizia sotto copertura. Ma Cantone non si arrende e parla di iniziativa «pericolosissima per la nostra democrazia». E poi: «Se la figura dell’agente provocatore venisse inserita dal nuovo governo la Corte Europea la boccerebbe subito». Cantone invece salva, ma non troppo, l’agente sotto copertura: «Qui, a differenza dell’agente provocatore, non si tratterebbe di creare la corruzione». Ma poi avvisa: «In ogni caso anche questa figura andrebbe studiata bene e usata con parsimonia, soprattutto sotto lo stretto controllo dell magistratura».Citando esplicitamente il contratto di governo, Cantone spiega che «nelcontratto M5S- Lega sono previste entrambe le figure a dimostrazione che hanno almeno chiara la differenza,cosa non scontata. L’agente sotto copertura si infiltra e vede mentre il provocatore provoca». Per Cantone «è un arretramento culturale, in quel caso la corruzione verrebbe stimolata e si creerebbe un reato artificiale. Se un agente provocatore va da una persona e le dice “ti voglio dare cento euro” e l’altro dice “ok”, allora è corruzione? Noi non individuiamo un reato ma facciamo un test etico sulla capacità di resistere di un soggetto». Del resto Cantone ha ragione visto che, come è già stato ricordato in questo giornale, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha sancito «che la figura dell’agente provocatore manifesta palesi violazioni della Convenzione in quanto, senza il suo intervento di istigazione, il reato non sarebbe stato commesso».
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Mag 30 2018

campagna amica è anche bella 30 05 2018

CAMPAGNA AMICA E’ ANCHE BELLA La storia di Matteo Bacci, che ogni giorno coniuga agricoltura e bellezza creando i suoi prodotti ecocompatibili a base di erbe officinali e uve rosse. La vera bellezza viene dalla terra. Ne è convinto Matteo Bacci, l’imprenditore agricolo toscano che ha portato nel mondo del beauty i prodotti della sua campagna. “All’inizio – racconta – c’era un podere antico di quasi duecento anni (è datato 1821) che ho fatto ‘sposare’ con l’altra grande passione di famiglia: la farmacia”. Oggi Speziali Laurentiani produce con metodi ecocompatibili erbe officinali, che vanno ad arricchire diversi prodotti agricosmetici, venduti ai privati ma anche nei centri estetici per uso professionale. “Salvia, rosmarino, lavanda ed elicriso – spiega Matteo – vengono distillate usando la forza del vapore”. Se ne ricavano oli essenziali e acque aromatiche. Alla fine dei processi di lavorazione, la componente agricola nel prodotto finito è almeno del 65 per cento, ma in alcuni casi raggiunge l’80 per cento. “La svolta dell’attività è stata nel 2007 – ricorda – con la partecipazione dell’azienda all’Oscar Green di Coldiretti”, la vetrina nazionale dell’agricoltura più innovativa d’Italia. Forte della visibilità ottenuta in quella occasione, sono arrivati i primi contatti importanti. Oggi i loro prodotti sono commercializzati sia in Italia che all’estero, anche se la naturale vocazione verso l’export li sta portando a privilegiare la crescita sul mercato straniero. Del resto, la presenza dei cosmetici “Speziali Laurentiani” sulle navi Msc crociere porta continue occasione di contatto con clienti di tutto il mondo. Tra i progetti futuri, un maggiore sviluppo della linea a base di uve rosse. “L’idea vincente – dice Matteo – è stata di sfruttare le sostanze benefiche di quelli che per molti sono solo scarti agricoli della lavorazione del vino”. Le bucce sono ricche di polifenoli mentre dalla spremitura a freddo dei vinaccioli si ricava un olio ricco di vitamina E per usi cosmetici e alimentari. L’utilizzo principe è quello per i prodotti di bellezza, che hanno il grande vantaggio competitivo: quest’olio non irrancidisce e quindi non porta cattivi odori dopo l’utilizzo, sia sulla pelle che sugli accappatoi e asciugamani utilizzati nei centri estetici. Ma nonostante tutta questa multifunzionalità, l’azienda agricola mantiene intatta la sua antica anima contadina: una piccola parte delle erbe aromatiche conserva il suo originario uso alimentare e va ad arricchire le lavorazioni di carni e salumi toscani di alta qualità. “E comunque – conclude orgoglioso – ogni volta che mette sul mercato un nuovo cosmetico, al podere viene aggiunta una nuova pianta di olivo”.

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Mag 30 2018

visita a palazzo grasselli 30 05 2018

VISITA A
PALAZZO GRASSELLI
SABATO 02-06-2018
ore 17:00
Via XX Settembre 37
Consigliato un abbigliamento pratico (jeans o tuta) scarpe da ginnastica o scarponcini da montagna, cappellino, guanti e torcia elettrica.
Come sempre le visite sono, per motivi assicurativi, riservate ai soci di Cremona Sotterranea ma è sempre possibile associarsi o rinnovare sul posto l’adesione per l’anno 2018.
E’ NECESSARIO PRENOTARSI CON UNA DELLE SEGUENTI MODALITÀ:
1) confermare l’adesione sulla pagina Facebook
2) confermare tramite a-mail all’indirizzo katymau@alice.it
Ci sono limiti di età per partecipare all’evento?
NESSUN LIMITE: PERCORSO ADATTO ANCHE AI BAMBINI
E’ possibile fotografare/filmare?
SI
Dove posso contattare l’organizzatore per qualsiasi domanda?
cremonasotterranea@gmail.com
Quanto costa associarsi?
Il costo della quota annuale è di 20 euro compresa l’assicurazione
Quanto costa la visita?
Per i soci le visite sono sempre gratuite
Vi aspettiamo!

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Mag 30 2018

il raglio degli asini 30 05 2018

Published by under Striscia La Provincia

IL RAGLIO DEGLI ASINI
Zanolli Pennadoro Vittoriano tira fuori in onore di Carlo Cottarelli un Punto speciale, dove impartisce, lui evidentemente si sente almeno una giraffa, dall’alto dei pesci vivi, serviti in tavola a temperatura ambiente, o dei pinguini di Aleppo che fuggono spaventati sotto le bombe, una sberlona a Cremona, un’altra a Roma:
–Non sale al cielo e non merita commenti il raglio degli asini che dal piccolo palcoscenico cremonese irridono il loro concittadino……..
Se a dirsi preoccupati del futuro dell’Italia sono il reggente del Pd Maurizio Martina o il padrone di Forza Italia Silvio Berlusconi, lo scetticismo è giustificato. Me se a manifestare gli stessi timori è il governatore della Banca d’Italia Vincenzo Visco, è il caso di aprire gli occhi e prendere atto dei rischi che stiamo correndo— Che tra noi cremonesi pascolino molti asini è certo, basta sbirciare le loro letture quotidiane, ma non sapevo fossero lì vicino, per il Pennadoro, anche Martina e Berlusconi.

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Mag 30 2018

repubblica insegna a salvini 30 05 2018

REPUBBLICA INSEGNA A SALVINI
Che continua a giocherellare con le ruspe: così bisogna fare!
—Secondo la legge, qualsiasi organizzazione ma anche qualsiasi singolo cittadino che si renda colpevole di aiuto a entrare e restare in Ungheria a persone che non hanno i titoli per chiedere asilo politico sarà passibile di pene detentive. Una seconda legge, sempre promossa dalla maggioranza , afferma che sarà necessario introdurre un emendamento nella Costituzione ungherese per affermare esplicitamente che sarà vietato far installare o aiutare a installarsi in Ungheria qualsiasi “popolazione aliena”, cioè in sostanza non conforme con valori occidentali e cristiani del paese magiaro.

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Mag 30 2018

chi comanda 30 05 2018

CHI COMANDA E’ Paolo Delgado, sul Dubbio, a raccontare i precedenti del match Mattarella vs Salvini&Di Maio, che dimostrano come la contesa attuale su chi ha ragione sia causata dal “buco” dell’art. 92 “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i Ministri”, che “dimentica” di spiegare cosa succede se i due non andassero d’accordo; arrivasse il tempo dell’art. 88 “Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse”: e se i Presidenti delle Camere non sono d’accordo? Confrontiamo i due articoli col 94 “Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale”: col 94 il Governo “deve”, con gli altri due sopra il deve rimane nel mondo di sogni; perché?
Se vogliamo, ecco pronto un altro esempio: tutti fessi fino a maggio 2018, presidenti della Repubblica e candidati premier, o entrambi avevano capito che il buco andava colmato col buon senso della politica?
—«Il Presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri». E’ intorno a questo articoletto della Costituzione, il 92, che si svilupperà nei prossimi giorni il percorso della crisi. E’ dal braccio di ferro che si sta svolgendo intorno al medesimo articolo che dipenderà la nascita o meno del governo gialloverde. Il caso Conte, con i suoi un po’ grotteschi curricula gonfiati, maschera infatti il vero oggetto del contendere che è il ministero chiave dell’Economia.
Il solenne art. 92, per la verità, è stato per lunghi decenni oggetto di ricerche nei “Chi l’ha visto? ” dell’epoca. La Repubblica dei partiti semplicemente lo ignorava. A decidere tutto erano i capipartito, trattando tutt’al più con il presidente del consiglio incaricato, ammesso che questi avesse qualche forza di suo. Il notaio del Colle si limitava a eseguire.
La svolta arrivò con Oscar Scalfaro, l’apripista dei presidenti monarchi. Dipese dalle circostanze più che dalla volontà dell’uomo. Appena insediato, la tempesta di tangentopoli e del referendum travolse la prima Repubblica. In quella fase di travagliata transizione, la sovranità scivolò in larga misura nelle mani del capo dello Stato. Fu lui a scegliere il governatore di Bankitalia Ciampi, nel 1993, come premier del governo che avrebbe dovuto gestire il Paese mentre il parlamento cercava l’accordo su una nuova legge elettorale. Fu lui a scegliere, con Ciampi e con i leader del Pds Occhetto e dell’agonizzante Dc Martinazzoli i ministri di quel governo. Quando, dopo la vittoria alle elezioni del 1994, il Polo guidato da Berlusconi vinse le elezioni impedì la nomina a ministro della Giustizia di Cesare Previti, chiacchieratissimo avvocato del premier. Dopo la caduta di quel governo, nel giro di pochi mesi, Scalfaro compilò di nuovo la lista dei ministri con il premier, indicato e poi rinnegato dal disarcionato Berlusconi, Lamberto Dini.
Quanto a protagonismo, si sa, Napolitano non è stato secondo a nessuno. Il confine tra presidenza della Repubblica e sovranità piena lo ha varcato più volte e in piena consapevolezza. Sui ministri il suo semaforo rosso è scattato in alcuni casi di fondamentale importanza, al momento della formazione del governo Renzi, nel 2014. Renzi si era presentato con la casella del ministero della Giustizia occupata da un magistrato d’assalto, certamente tra i più efficienti ma anche tra i meno attenti alle garanzie, Nicola Gratteri. E’ probabile che quel nome per Napolitano, che ha sempre guardato con poca benevolenza il giustizialismo, non piacesse per una lista di ragioni lunga quanto un elenco del telefono. Ma per bloccarlo mise in campo un’argomentazione di carattere generale: l’inopportunità di affidare il ministero di via Arenula a un magistrato. Alla fine a essere nominato fu uno degli esponenti del Pd più vicini al presidente: Andrea Orlando.
Ma ciascuno di questi presidenti, persino Scalfaro e Ciampi alle prese con Berlusconi, erano alle prese con leader per cui i buoni rapporti con i vertici istituzionali, quelli romani quanto quelli allocati a Bruxelles, erano desiderati e ricercati al punto di sacrificare molto per conquistarli. Mattarella si trova in una situazione diversa e molto più scomoda. Vedremo nel giro di pochi giorni se riuscirà nonostante tutto a incidere o se, dopo il colpo a vuoto del governo del presidente, dovrà registrare sulla nomina dei ministri un nuovo scacco.

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Mag 30 2018

la quintessenza della cremonesità-cinquecentonovantadue 30 05 2018

LA QUINTESSENZA DELLA CREMONESITA’ – CINQUECENTO92
Ed ecco, pronta, la risposta alla Quintessenza di ieri, perché gli altri locali sì, il Juliette no; la Provincia fin che c’è:
—Soresina. Blitz dei carabinieri nella serata di martedì 29 maggio al ristorante pizzeria Mar Rosso 2. Su disposizione del questore di Cremona, Gaetano Bonaccorso, il locale è stato chiuso per quindici giorni: durante i ripetuti controlli, l’esercizio di via XX Settembre sarebbe risultato ritrovo abituale di persone pregiudicate. Non solo: al provvedimento si è arrivati anche in seguito alle minacce denunciate dai residenti del quartiere San Rocco, che dopo essersi più volte lamentati per le urla e gli schiamazzi provenienti dal locale sarebbero stati avvicinati dagli avventori e minacciati di ritorsioni qualora avessero insistito ad avvisare le forze dell’ordine dei comportamenti tenuti dentro e fuori il Mar Rosso 2. Da qui gli elementi sufficienti per disporre la chiusura temporanea del ristorante: misura adottata non per sanzionare la condotta del gestore, ma per stoppare una situazione di pericolosità sociale, evitando preventivamente che potesse degenerare— Urla e schiamazzi a Soresina sono intollerabili, la musica a tutto volume del Kavarna a Cremona, fino alle prime ore del mattino, no!
La Provincia fin che c’è, formato on line:
—Chiuse ‘Le Sartoriali’: non pagavano, è sfratto.
Il 14 gennaio del 2017, l’inaugurazione in pompa magna con lo chef Ernst Knam, il re del cioccolato per ospite d’onore. Quel giorno, in un corso Mazzini blindato, per ‘Le Sartoriali del Viaggio’, una srl, fu «l’inizio di una nuova avventura, per farvi viaggiare, lasciandovi senza parole e trasformandovi poi in narratori».
L’avventura è finita, almeno in corso Mazzini, civico 37, dove l’agenzia di viaggi ha abbassato la saracinesca. «Sfratto per morosità». Via il mobilio. Ed anche i due gatti che Monica Guasti, legale rappresentante, «lasciava in negozio, non potendoli tenere in casa, dove ne aveva già altri. La società era morosa per parecchie mensilità: circa 60, 70mila euro. Fortunatamente, noi avevamo costituito un deposito a garanzia», spiega l’avvocato Marco Gamba, legale del proprietario del negozio—
Finezza a parte del racconto, pieno di particolari indispensabili perché la notizia diventi tale, e soddisfi la curiosità di una certa categoria di lettori, mi permetto una domanda, che non vuole essere provocatoria: perché la Provincia fin che c’è scrive mai nulla di così dettagliato sui debiti che sommergono il gruppo cui appartiene? Solo perché da anni ne scrivo io, sempre più letto grazie alle censure continue della Provincia fin che c’è, ogni tanto il presidente o commissario di turno accennano, con molto pudore, che i debiti diminuiscono e che il gruppo sta per rientrare in Paradiso, al posto che gli spetta.
Fiera? Nulla di nuovo e di certo, se non che anche a mezzodì: era una notte buia e tempestosa!

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Mag 30 2018

oggi a iori, domani a te 30 05 2018

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Chi volesse, gratis, il libretto via mail, una settantina di cartelle, mi dia il suo indirizzo; i miei sono flcozzaglio@gmail.com cozzaglio.flaminio@alice.it
339 3599879 0372 431727 ———————————————
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Mag 29 2018

la legge del più forte-ottocentonovantuno 29 05 2018

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – OTTOCENTONOVANTUNO Il Dubbio on line presenta l’ennesima legge decisa dalla Corte Costituzionale, nel silenzio completo, che data da anni, dell’intera classe politica, espropriata del primo dei suoi poteri o diritti che dir si voglia. Ha poco senso ricordino, i politici, il 30mo anniversario di Tortora, e non facciano niente per impedire i continui fuorigioco, che arrivano alle sfere di cristallo dei processi Iori! —Che la legge veneta sugli asili nido avesse a che fare direttamente con i migranti dev’essere apparso chiaro, ai giudici costituzionali che l’hanno dichiarata illegittima. Non è scritto esplicitamente, nella sentenza depositata ieri (decisione del 10 aprile). Ma lo si deduce da almeno due cose: dal fatto che, tra i principi messi in discussione da quella norma, sia citata anche «la libertà di circolazione garantita dai Trattati» della Ue; e da un passaggio della pronuncia in cui si nota che «la configurazione della residenza protratta come titolo di precedenza, anche rispetto alle famiglie economicamente deboli, si pone in frontale contrasto con la vocazione sociale degli asi- li nido». Tradotto: un povero, anche se migrante, ha diritto ad essere aiutato. La sentenza in questione è la numero 107 pronunciata quest’anno dalla Corte costituzionale: vi si dichiara l’illegittimità della legge regionale del Veneto sugli asili nido ( la numero 6 del 2017) nella parte in cui fissa come «titolo preferenziale per l’iscrizione dei bambini al nido pubblico» la residenza ininterrotta ( o l’attività lavorativa, anche non continuativa) per 15 anni in Veneto. Difficile non leggervi l’indiretta bocciatura delle politiche “nazionaliste” annunciate da Lega e cinquestelle. Di quelle norme che dovrebbero trasferire slogan del tipo “prima gli italiani” in materie come l’assegnazione delle case popolari e, appunto, l’accesso ai servizi sociali. Secondo la Consulta, la norma censurata «contrasta con il principio di uguaglianza» di cui all’articolo 3 della Costituzione, «poiché introduce un criterio irragionevole, non essendovi alcuna ‘ ragionevole correlazione’ tra la residenza prolungata in Veneto e le situazioni di bisogno». Relatore della sentenza è una giudice costituzionale originaria di Cles, in Trentino: Daria de Pretis. Il governatore Luca Zaia prende atto «con rispetto» ma si duole nel rilevare che «troppo spesso, quando si fa qualcosa per la gente che risiede nei territori, scatti quasi in automatico un’ingiusta accusa di razzismo». E cita i diritti degli stranieri che risiedono in Veneto da più tempo. Argomento che pare debole, rispetto alla forza del principio di uguaglianza fissato dall’articolo 3.

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