Mag 30 2017

la legge del più forte-cinquecentotrentasette 30 05 2017

Published by at 10:22 pm under costume,cronaca cremonese,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – CINQUECENTOTRENTASETTE
Chi segue i processi sui giornali non riesce a immaginare cosa succede in Aula; un esempio classico è il Dna, l’ultima scoperta della Scienza, che può indirizzare, da solo, come per Bossetti, la sentenza; dal mio libretto sul caso Iori, l’elasticità d’impiego dell’ultima scoperta della Scienza……..
—Qui sotto le note della sentenza di primo grado a Cremona; la Corte ha ritenuto dover omettere dai verbali d’udienza quanto risulta chiaro e fastidioso per la propria conclusione; il parere concorde dei consulenti è: cancellare le tracce, come attribuito a Iori, è opera difficile anche per un esperto del settore; resta evidente il segno della cancellazione, che nel nostro caso manca: e un premio da parte mia al lettore che trovi traccia del parere dei consulenti uniti nelle due sentenze successive! Che poi Iori abbia addirittura “dimenticato” di “cancellare”, manco gli oggetti fossero centinaia invece che quattro bombole e fornelli e dieci blister, non merita commenti, se non, come ho accennato sopra: il fatto al servizio della sentenza, non il contrario. Dove mancano tracce, Dna compreso, non c’è da stupirsi; anche questo, concordi, han detto i periti in udienza; anche questo, concordi, han dimenticato nelle sentenze i giudici dei tre processi: restano all’incirca nel 10% dei casi; a volte, nemmeno sul volante e sul cambio della nostra auto. Sul trasporto del Dna causato dai soccorritori e dal medico, che indossavano i guanti da pronto soccorso! è meglio stendere un velo pietoso; il dottor Lupi ha fatto vedere in Aula come ha preso il blister: non dal lato in cui è rimasto il Dna di Claudia! Il solito milione di dollari in premio al lettore che lo trovi citato nelle sentenze. Comunque, ecco qualche punto “divertente” della versione della Corte di primo grado:
“Profilo misto Ornesi/Iori su tappo di plastica verde di una bombola:
Appare verosimile che l’imputato, avendo portato in casa di Claudia le 4 bombole ed i 4 fornelletti all’asserito scopo di scaldare le salse, abbia mostrato a Claudia, per farle vedere come funzionava, una bombola, toccando insieme a lei un tappo e dimenticando poi, nella fase finale, di eliminare le sue tracce da tale reperto.
Profilo misto Claudia Ornesi/Iori Livia sulla manopola di una bombola: ad avviso della Corte, l’ipotesi più probabile è che il rinvenimento delle tracce in questione sia frutto di una accidentale contaminazione.
Al riguardo deve rilevarsi che nel corso dell’udienza del 24 ottobre 2012 sono stati lungamente sentite tutte le persone ( personale medico e paramedico, vigile del fuoco, poliziotti) che fecero ingresso nell’appartamento dopo la scoperta dei cadaveri ed a ciascuna, sia nelle indagini preliminari che in dibattimento, è stato chiesto di ricostruire la sua condotta e la sequenza dei movimenti e delle azioni compiute.
In tale contesto è emerso come dato certo che bombolette e relativi fornelli vennero trasportati dalla stanza da letto al balcone dai soccorritori che, muniti di guanti di lattice, avevano in precedenza toccato entrambi i cadaveri ( per effettuazione elettrocardiogramma, rianimazione ed altro).
In particolare la infermiera Pernatsch, già citata per la precisione dei suoi ricordi, ha ricordato che dopo i disperati tentativi di rianimazione ella stessa prese almeno due delle bombolette, toccò proprio le manopole dei fornelli facendole girandole per chiudere l’eventuale erogazione, portando poi le bombolette stesse sul balcone e che identica manovra fu fatta da uno dei volontari della Croce Verde per le altre due bombole. Pertanto, attesa la sequenza dei fatti, è ben possibile -come confermato anche dai consulenti tecnici- che i guanti dei soccorritori ( la Pernatsch e il volontario), toccando i cadaveri, abbiano raccolto tracce biologiche dei medesimi e che un guanto, così ‘contaminato’, abbia trasferito il Dna sulla manopola di una delle bombole, non semplicemente sfiorata o toccata, ma appositamente ( e quindi con una certa intensità) azionata e ruotata per la chiusura.
Solo per mero accidente, dopo la morte, una traccia biologica di Claudia Ornesi raccolta dal dr. Lupi, fu da lui trasferita su uno dei blister che esaminò.”

Cremona 30 05 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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