Gen 07 2016

la legge del più forte-ventotto 07 01 2016

Published by at 12:33 pm under cronaca cremonese,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – VENTOTTO
Quella della pastiglia di Xanax trovata accanto a Livia, così come spiegata dalla Corte di Brescia, è veramente grossa, io la giudico la vera sfera di cristallo dell’intero procedimento, anche se non è ancora uscita la Cassazione: sulla fiducia, praticamente impossibile crearne una migliore; perfino Bontempi e Padovani perdono la pazienza e scrivono: “circostanza del tutto inventata”.
Se parliamo di prove, non ce n’è una che sia una veramente a carico di Maurizio Iori, e ripeto la centesima volta, non perché sia lui, ma è un omicidio impossibile a chiunque, alle condizioni di morte accertate dall’autopsia; in cambio, ce ne sono troppe che da sole, senza il soccorso delle colleghe, lo dichiarano immediatamente estraneo ai fatti. La pastiglia trovata accanto al corpo di Livia è una di esse, se valutata per come è. Sintesi: se la pastiglia non è stata ingerita da lei, indispensabili altre ricerche; se l’ha vomitata, evidente gliel’abbia data la madre. Tesi della Corte di Brescia: la pastiglia era integra perché lo dicono le foto, si è sfaldata da Crema a Milano per l’incuria nel trasporto a cura della Scientifica. La pastiglia ha il Dna di Livia perché Iori gliel’ha strofinata sulle labbra. Commento della Difesa: un pastiglia dura come quella non si sfalda per un trasporto di 40 Km, oppure bisogna indicarne le cause; in laboratorio, a Milano, il Dna di Livia è stato trovato anche all’interno, nei frammenti. Decida il lettore chi può aver ragione! Siamo a livello del cellulare dimenticato a casa: l’ho fatto apposta perché mi vale alibi quando esco a uccidere!
Un’altra barzelletta è che Iori addormenta con le gocce, porta via i boccettini e lascia sul tavolo i blister delle pastiglie, dio sa perché. Bontempi e Padovani:
“Infine, l’ultimo passaggio del ragionamento che avrebbe dovuto giustificare l’opzione per la somministrazione liquida di Xanax e rispetto al quale la motivazione della sentenza impugnata risulta viziata di per manifesta illogicità è relativo alla spiegazione del perché l’imputato avesse un interesse a simulare il suicidio facendo trovare blisters di pastiglie di Xanax anziché boccettini vuoti dello stesso farmaco. Dovendosi denunciare sul punto la totale e radicale mancanza di motivazione pur a fronte di specifico e argomentato rilievo contenuto nell’atto di appello nel quale si è argomentato, in estrema sintesi, che il fatto di somministrare lo Xanax in gocce ma di lasciare poi i blisters vuoti delle pastiglie è comportamento del tutto illogico nell’ottica della simulazione del suicidio, poiché se doveva apparire che Claudia si era suicidata, non aveva alcun senso somministrarle il farmaco in una forma diversa da quella che si doveva far apparire, dal momento che i medici legali e tossicologici, eseguendo l’autopsia, avrebbero potuto appurare che la modalità di assunzione del farmaco non corrispondeva a quella dell’apparente suicidio, non riscontrando, per esempio, i residui di pastiglie nello stomaco.” Eccetera.
E’ uno dei tanti temi su cui regge la costruzione dell’Accusa, accettata in pieno dalle Corti e dalla Cassazione, evidentemente: nell’impossibilità di un “omicidio” che inizia rifilando di nascosto 95 pastiglie, le pastiglie diventano d’incanto gocce; ma essendo troppe anche le gocce, diventeranno uno spruzzetto in un bicchiere o su due pezzi di sushi, apprezzabilmente superiori alla dose terapeutica, sottolinea la Corte di Brescia!

Cremona 07 01 2016 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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