Nov 30 2015

all’armi 30 11 2015

Published by at 6:57 am under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale

ALL’ARMI
La Lega sbaglia sempre i toni, ma le idee spesso sono buone: abbiamo già mafiosi camorristi delinquenti comuni di purissima razza italiana, non è il caso di importarne altri. Ecco cosa scrive il nostro Pirondini su un quotidiano di Reggio Emilia; è ancora vittima dell’emozione, dimentica, gliel’ho chiesto io al telefono, di sottolineare che i suoi sequestratori son rimasti indisturbati, fino a sera, a vendere i loro falsi:
—Guastalla. Mi hanno circondato come un branco di leoni. Mi hanno “sequestrato” per alcuni minuti in pieno centro, davanti a decine e decine di persone esterrefatte. Urlavano: “Dammi la macchina fotografica o di qui non te ne vai. Ci hai fotografato senza il nostro permesso. Non si fa così”. Erano in cinque o sei. Africani . Venditori di borse ed affini. Si alternavano alla mia “guardia” con facce minacciose. Ed urla. Arrivavano da tutte le parti. Io ero in bicicletta. Fermo, immobile, un piede sul pedale e l’altro a terra. Due si sono piazzati ai fianchi,uno si è messo a forbice sulla ruota anteriore. Un quarto mi ringhiava sul muso: “Fuori la macchina o non ti lasciamo andare”. Dopo cinque minuti arriva un altro africano, estrae dalla tasca un cellulare di ultimo grido, e dice. “Adesso chiamo i carabinieri”. No, rispondo, i carabinieri li chiamo io. Ma ero bloccato. Non potevo. Allora ho chiesto ad un uomo di mezza età che stava entrando in un negozio di articoli sportivi di chiamare lui i carabinieri. Ha prontamente eseguito, riparandosi nell’atrio di ingresso del negozio. Non so se la chiamata è andata in porto. So che anche lui aveva paura. L’aveva scritto in faccia. Sono le 10.50, la via centrale della Fiera di Santa Caterina è invasa da visitatori. Ci sono donne, bambini. Io sto facendo il mio mestiere, lo faccio da 40 anni. Annoto e fotografo per il giornale. Non ero sceso in strada per fotografare gli africani bensì la popolazione festante nella giornata clou della Fiera. Prova ne è che gli africani ancora non avevano disteso i loro teli ed allineato le loro borse simil Prada, simil Gucci, simil Vuitton. Stavano arrivando, uno dietro l’altro. Come fossero scesi da un pulman. Al terzo scatto con la mia modesta e tascabile Lumix mi si sono avventati come i leoni del Kenya celebrati da Karen Blixen. E’ stato un attimo. La gente ha cominciato ad avvicinarsi a noi. Ho trovato più coraggiose le donne degli uomini. Arriva un nero più basso degli altri mentre quello più scatenato non mollava la ruota anteriore. Aveva l’aria del capo. Gli dico: “Ti stai mettendo nei guai, questo è un sequestro di persona.”Lui cerca di spiegare a me le leggi sulla fotografia in luogo pubblico. Gli dico che sono foto che faccio ogni anno, da anni; sono le foto del mio paese, di casa mia, della mia gente. Non si possono più fare foto durante una festa pubblica? Mi ripete che occorreva il suo permesso. Onde evitare il peggio gli prometto che terrò conto in futuro dei suoi consigli. Il “dobermann” che azzanna la gomma anteriore molla la presa. Sono libero. Cinquanta metri più avanti trovo il pugile Antonio Manfredini, ex campione d’Italia dei pesi massimi. Gli dico: conoscendoti è stato meglio che tu non abbia visto niente. Mi esprime la sua solidarietà. Oggi Antonio fa l’arrotino ed ha la classe di un lord. Nel ritorno verso casa incontro i vigili urbani che stanno “piantonando” in piazza Matteotti altri africani carichi di sacchi e di merci. Li informo dell’accaduto, chiamano subito il comandante Carlo Alberto Romandini. La gente è infuriata. Dicono: ”Non ne possiamo più di queste prepotenze”. Uno cita il vescovo Camisasca (“Ci vuole rispetto”). Un’ora più tardi al telefono mi esprime la sua solidarietà il sindaco Camilla Verona. E’ preoccupata. Lo siamo tutti. ENRICO PIRONDINI

Cremona 30 11 2015 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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