Nov 11 2015

j’accuse-seicentosessanta 11 11 2015

Published by at 9:54 pm under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – SEICENTOSESSANTA
Se la ricerca internet sullo Xanax può avere un senso, Maurizio Iori nell’ultimo anno ne aveva effettuate su medicinali vari ben 2mila, stabilire in sentenza che un medico abbia letto e riletto un articolo di giornale su un detenuto suicida con la bomboletta di gas, per progettare un omicidio, ha dell’incredibile: eppure l’han scritto i giudici di Cremona, l’han ripetuto i colleghi di Brescia!
Bontempi e Frigo, nel loro ricorso in appello, si affannano, ma inutilmente, a spiegare e rispiegare; ora non resta che attendere la Cassazione: confermasse, sarebbe la certezza che i giudici ragionano in modo diverso dal popolo italiano. E sottolineo ancora una volta: la scena processuale impone all’avvocato, immagino quanto frema, seguire la traiettoria indicata dal giudice; sarebbe troppo controproducente per l’assistito rispondere: ma cosa dite mai! Un chirurgo con vent’anni di interventi potrebbe anche aver letto dieci volte per macabra curiosità di un detenuto che pon fine alla vita infilando la testa in un sacchetto di plastica con bombola di gas, ma da lì a sostenere che l’abbia letto per imparare come si uccide ce ne corre!
Ma tutto si lega; il poco gas contenuto dalle 4 bombolette usate da Claudia non basta per asfissiare, salvo avvolgere anche a lei e alla bimba la testa nel sacchetto, e il gas di una sola delle 4 bombolette basta e avanza perché conduce a morte in pochi minuti, tutta qui la scoperta dell’articolo di Repubblica letto su internet da Maurizio Iori; che però conduce alla solita toppa peggiore del buco: fosse Iori l’assassino e quello il mezzo, il gas si sarebbe fermato alle prima vie respiratorie e invece l’autopsia dice che è diffuso uniformemente in tutto il corpo, come succede a chi lo respira lentamente per molto tempo, obiezione fatta dagli avvocati, e risolta non rispondendo!
Comunque Bontempi e Frigo devono adattarsi a rispondere, pagine 58/60:
“In relazione alla consultazione di un articolo di Repubblica on line avente ad oggetto la notizia di un giovane di 24 anni detenuto nel carcere di Taranto che si suicida inalando il gas di una bomboletta, occorre, in primo luogo, necessariamente precisare che non vi è la prova che l’imputato abbia letto questo articolo: in realtà, dalle consulenze tecniche in atti e dall’esame dei consulenti Bedarida e Mor, emerge semplicemente che Iori, il 15 giugno 2011, aveva ricevuto in automatico un elenco di news da Repubblica it, fra le quali vi era anche la notizia in questione……….La presenza della notizia nella cartella feed del pc di Iori non è un dato in alcun modo sufficiente per poter affermare che l’imputato ha letto più volte il trafiletto. Anche perché, a ben vedere, non avrebbe avuto alcun senso farlo in ottica preparatoria del delitto – visto che nulla di interessante viene detto circa le modalità con le quali il gas agisce – mentre se, come si sostiene nella motivazione della sentenza impugnata, la lettura in questione doveva rappresentare solo lo spunto, l’idea per la scelta della modalità dell’omicidio, sarebbe stata sufficiente solo la prima volta.”

Cremona 11 11 2015 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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